Non è trascorso troppo tempo dal giorno in cui attraverso le pagine del Corriere della Sera Margherita Boniver, deputata del Popolo delle Libertà, ha raccontato la sua esperienza negativa vissuta a causa di un piccolo intervento di medicina estetica: l’applicazione di un filler. Attraverso la sua esperienza e un approfondimento medico sui filler cerchiamo dunque di capire un po’ meglio cosa sono queste sostanze e perché, pur trattandosi di interventi semplici, è importante non affrontare la seduta dal medico estetico con troppa superficialità.
Come viene assimilato l’acido ialuronico dall’organismo?
Tra le sostanze utilizzate per ridurre la profondità delle rughe o per dare più volume a labbra, zigomi & co. c’è l’acido ialuronico, attualmente la più utilizzata. L’acido ialuronico è di per sé molto ben tollerato dal nostro organismo perché è una sostanza naturale di cui noi siamo fatti. Nella pelle un enzima che si chiama ialuronidasi capace di scindere l’acido ialuronico in pezzetti più piccoli che sono glucopolisaccaridi, che le cellule utilizzano per produrre collagene, elastina e altri componenti della pelle. L’acido ialuronico è di conseguenza un potente energetico cutaneo. Quando viene iniettato sotto forma di gel dà un effetto riempitivo o da filler da cui ha poi preso il nome (to fill=riempire).
Qual è la durata di un filler a base di acido ialuronico?
Il principale “difetto” attribuito all’acido ialuronico naturale, pur essendo una sostanza perfettamente tollerata dall’organismo è che dura poco. Perché nell’arco di poche settimane, massimo un mese, quando è nella sua versione pura e naturale, svanisce. L’acido ialuronico naturale una volta iniettato viene infatti subito “digerito” dalla pelle perché le ialuronidasi lo attaccano, lo scindono in pezzetti piccoli e lo usano. Le aziende produttrici di filler per risolvere questo problema hanno unito all’acido delle sostanze agglutinanti o semplicemente dei collanti per tenere unite tra di loro le catene di acido ialuronico e rallentare l’azione della ialuronidasi. Così, nel corso degli anni, dall’inizio del suo impiego in medicina estetica e dermatologia l’acido ialuronico ha aumentato la sua “resistenza”. Da un mese si è passati a 4 mesi di permanenza.
Oggi un filler riassorbibile a base di acido ialuronico può durare anche dai 6 agli 8 mesi. Una sostanza innocua che dura di più: è un buon compromesso, ma solo in parte. Se infatti l’acido ialuronico naturale non può essere causa di reazioni, la stessa cosa non si può dire delle sostanze che vengono aggiunte per rallentare l’assorbimento. Soprattutto se presenti in dosi significative.
Quali problemi possono essere causati dai filler riassorbibili e perché?
Ci sono situazioni, anche non così frequente, in cui la paziente può essere intollerante alle sostanze che vengono addizionate all’acido ialuronico naturale per prolungare la durata. In questi casi spesso la quantità iniettata gioca un ruolo importante. Gli acidi ialuronici molto ricchi di collanti o agglutinanti sono a maggior rischio di reazioni avverse. Quando si ha una reazione di intolleranza accorre nella zona una gran quantità di anticorpi e globuli bianchi che creano una massa simile al pus. Si formano ascessi voluminosi che durano fin quando la sostanza rimane nella pelle. Gli ascessi devono essere incisi e svuotati da tutto questo materiale purulento. Guarisce, ma nel frattempo può riformarsi perché magari non era stato eliminato del tutto, fino a quando poco alla volta questo materiale viene espulso.
Per accelerare questo processo il medico può eseguire piccole iniezioni con sostanze che accelerano la ialuronidasi per velocizzare l’eliminazione del filler, mixate a piccole quantità di antibiotico per evitare una possibile sovrainfezione e cortisone per eliminare in fretta l’infiammazione. Purtroppo non si può eseguire un test preliminare per verificare se si è allergici o no, come si fa con il collagene bovino. La quantità di materiale sarebbe troppo piccola, quindi potrebbe non dare problemi durante il test e darne, invece, una volta iniettato nelle dosi necessarie alla correzione.
Granulomi da filler: da cosa sono causati?
Un’altra possibilità di reazione a questi filler è che si formino granulomi o ascessi di natura infettiva. Questo può succedere quando la stessa fiala non viene finita e allora viene conservata per essere terminata a distanza di giorni, settimane o addirittura mesi. Questo non dovrebbe mai essere fatto. Alcuni medici con pochi scrupoli usano la stessa fiala per più persone con il rischio aggiuntivo di passare virus e quant’altro da una persona all’altra. Diffidare di medici che propongono il trattamento a un prezzo troppo basso. Se una fiala costa dai 250 euro in su, un trattamento non può costare 200 euro: è troppo poco. Altro rischio, il terzo, è legato all’interferenza che può esserci tra la sostanza iniettata e una già presente. Soprattutto quando nella parte che si deve trattare c’è un filler non riassorbibile. La presenza di un filler permanente dovrebbe essere un motivo sufficiente per non eseguire altri impianti. L’organismo nei confronti di questo corpo estraneo che non riesce a smaltire può instaurare una crisi di rigetto anche a distanza di anni. Se si inietta una sostanza (pur naturale come l’acido ialuronico) dove c’è già un filler permanente si può scatenare una reazione di rigetto: il precario equilibrio che c’è a causa della presenza del filler permanente viene scombussolato dal nuovo arrivo. L’organismo cerca di metabolizzare l’acido ialuronico e si attiva anche nei confronti del vecchio filler. Poiché non riesce a digerirlo si accanisce e richiama una gran quantità di globuli bianchi e immunoglobuline. La parte si gonfia: la reazione si è così innescata.
A chi rivolgersi per un filler sicuro?
Una cosa è iniettare una sostanza, altra è farlo bene. Ecco perché, anche se in teoria tutti i medici potrebbero fare un filler, in realtà la competenza specifica è garantita da coloro che si sono specializzati nel campo della medicina estetica. Per acquisire un’adeguata professionalità in Italia esistono due scuole post-laurea di Medicina estetica (Fatebenefratelli a Roma e Agorà a Milano). Durano 4 anni e dal secondo gli specializzandi fanno pratica in ambulatorio. Altra figura che ha le carte in regola per occuparsi dei problemi della pelle, degli inestetismi e dell’invecchiamento cutaneo utilizzando terapie non chirurgiche è il dermatologo, in particolare il dermatologo plastico. I suoi strumenti sono laser, peeling, filler, radiofrequenza, ecc.. L’associazione di riferimento dei dermatologi plastici è l’ISPLAD (International-Italian Society of Plastic and Oncologic Dermatology).