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Rimedi specifici per acne giovanile e maturo

Rimedi specifici per acne giovanile e maturo

Primavera: sono tornati a “fiorire” i brufoli. E la tua pelle, così sensibile ai cambi di stagione, sembra liberarsi all’improvviso di tutte le tossine accumulate durante l’inverno. Così, ecco spuntare brufoletti e punti neri che guastano l’uniformità dell’incarnato e costellano a macchia di leopardo, la “zona T” del viso (quella costituita da fronte, naso e mento). La prova-specchio, in questo periodo, non è delle più esaltanti, specie se l’acne ha prodotto un foruncolo con la capocchia gialla che campeggia (orrore!) nel bel mezzo del tuo viso. Tutta colpa delle ghiandole sebacee che, risvegliate dai cambiamenti neuroendocrini legati all’arrivo della primavera, a volte “lavorano” troppo. Se ristagna all’interno della ghiandola, il sebo in eccesso finisce per occluderne il dotto che sbocca all’esterno. Si forma così un “tappo nero”, chiamato comedone, che crea un habitat favorevole alla proliferazione di batteri normalmente presenti nella flora cutanea. Si crea quindi un processo infiammatorio che culmina con la formazione di vere e proprie pustole, piene di pus. Ma perché in alcune donne le ghiandole sebacee sono iperattive? Occorre fare una distinzione tra l’acne giovanile, che colpisce le adolescenti, e quella che persiste o addirittura si manifesta in età adulta, di solito intorno ai trent’anni. Nel primo caso le ghiandole sebacee reagiscono in modo eccessivo al normale stimolo degli ormoni androgeni. Nel, secondo caso, invece, si riscontra spesso uno squilibrio ormonale: gli androgeni in circolo, prodotti dalle ovaie e dalle surrenali, sono effettivamente troppi e l’azione di stimolo sulle ghiandole sebacee risulta superiore alla norma. E la stessa situazione può essere causata anche dall’uso delle pillole anticoncezionali a base di nor-derivati del progesterone, come il noretisterone. Vediamo di più.

Acne giovanile: detergenti specifici e maschere ai fitosteroli della soia

A soffrire di acne sono otto adolescenti su dieci, e spesso il problema si protrae oltre i vent’anni. Una volta escluso, tramite dosaggio ormonale, che alla base vi siano squilibri endocrini (basta un prelievo del sangue) è bene evitare “strizzature” e fai da te e seguire scrupolosamente alcune regole d’igiene quotidiana. Innanzitutto, è bene utilizzare un detergente specifico per pelli acneiche che, al contrario di quello che si credeva un tempo, non deve essere troppo sgrassante ma ultradelicato perché la pelle impura s’irrita facilmente. Una pulizia non corretta contribuisce infatti a stimolare ancora di più le ghiandole sebacee, peggiorando la situazione. Per riequilibrare l’epidermide, prima della crema idratante è bene applicare un gel a base di fosfolipidi e fitosteroli estratti dalla soia: si compra in farmacia, senza la prescrizione del medico. La scelta della crema cadrà su quelle che da una parte vantano proprietà opacizzanti, in grado di mascherare i luccichii, e dall’altra svolgono una funzione astringente e seboregolatrice. Ottimi i prodotti a base di zinco, di ossido di titanio, acido salicilico ed estratti vegetali dall’azione purificante come il rosmarino, l’hamamelis, la passiflora, il cetriolo e il giglio bianco. Sia per le creme che per i fondotinta controlla che la confezione riporti la scritta “oilfree” o “non comedogeno” per evitare la comparsa di punti neri. Quanto all’alimentazione, un tempo accusata di favorire l’acne, è stata assolta. Anche se non giovano alla linea, salame e cioccolato non “intossicano” la pelle.

Acne adulta: sì agli acidi esfolianti

Qualche volta, l’acne compare “da grandi”. Colpa dello stress, spesso, che altera l’equilibrio ormonale o dell’ovaio policistico (costellato cioè da tante piccole cisti) che non produce gli ormoni “giusti” in sequenza. La fascia più a rischio? Quella di età compresa tra i trenta e i quarant’anni, quando i brufoletti dovrebbero rappresentare soltanto un ricordo. Ma come per l’acne dei teen agers, è importante trattare la pelle con cosmetici specifici che tengono a freno la produzione di sebo. Per la pulizia quotidiana, è bene scegliere un gel moussant a base di acqua termale, taurati, olio di jojoba o melaleuca altemifolia. Oppure, per togliere ogni residuo di trucco, l’ideale è un detergente delicato come quello contenente olio di crusca di riso. Quanto alle creme, la pelle più matura, che all’acne associa le prime rughette, può giovarsi di un trattamento esfoliante. Sì, quindi, ai cosmetici a base di alfa-idrossiacidi, come l’acido glicolico, lattico e citrico. Di beta-idrossiacidi, come l’acido salicilico. Di alfa chetoacidi, come l’acido piruvico. O di poli-idrossiacidi, come il gluconolattone. Nella scelta, preferisci le texture leggere, a rapido assorbimento, perché le creme troppo grasse e nutrienti possono occludere i pori. E per risolvere il problema impellente del brufoletto che spunta dal mento? Fai delle toccature con un cotton fioc imbevuto di propoli decorata: antisettico naturale, disinfetta e “asciuga” la pelle rendendo il tuo nemico meno evidente. E non dimenticare di fare, due volte alla settimana, delle maschere purificanti a base di argilla, caolino e silicati.

Cicatrici da acne: la soluzione è il peeling

Gli antiestetici “buchini” che rendono la tua pelle meno liscia e uniforme sono in gran parte ereditati dall’acne. Cancellarli del tutto è impossibile perché si tratta di esiti cicatriziali, tanto più profondi quanto più i brufoli abbiano assunto l’aspetto di piccole cisti. È però possibile attenuarli grazie all’applicazione di peeling chimici, più o meno aggressivi, che eliminano gli strati superficiali dell’epidermide rinnovandola e levigandola. I più efficaci? Mentre i peeling all’acido salicilico e all’acido retinico sono adatti per l’acne in fase attiva perché regolano la produzione di sebo, contro le cicatrici si preferisce ricorrere a un medium peeling a base di acido tricloroacetico (noto anche come TCA). La sua azione può essere calibrata a seconda della concentrazione utilizzata, che oscilla dal 15 al 35 per cento.

Pochi minuti di applicazione sono sufficienti per ottenere un’esfoliazione intensa, che può arrossare fortemente la pelle per qualche giorno. Dopodiché si formano delle croste scure e la cute comincia a desquamarsi a larghe falde, lasciando intravedere quella nuova in cui le cicatrici da acne risultano molto meno evidenti. A seconda del risultato, il peeling al TCA può essere ripetuto un paio di volte, a distanza di 2-6 mesi (il costo di ogni seduta varia da 300 a 400 euro). Ma se la concentrazione è elevata ne può risultare sufficiente una sola. L’importante è rendersi conto che per almeno una settimana si è presentabili e che occorre proteggere la nuova pelle dall’agguato dei raggi ultravioletti per almeno tre mesi, se non si vuole correre il rischio che si formino delle macchie scure, indelebili.


Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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