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Creme su misura: sono davvero affidabili?

Creme su misura: sono davvero affidabili?

Abiti, scarpe, accessori. Ma anche profumi e siti internet che propongono linee di prodotti personalizzati inserendo semplicemente i propri dati in un questionario. L’onda del tailor made, il fatto su misura, non poteva non toccare i soin di bellezza che promettono giovinezza, splendore, turgore. Importata da Oltreoceano, la nuova tendenza sta prendendo piede anche da noi. E sta dando vita a una nuova generazione di specialisti (chirurghi estetici, dermatologi, cosmetologi) accesi sostenitori della crema formulata su misura, in grado di soddisfare in toto le esigenze della cliente (e, forse, solleticarne la vanità). Tenere nel beauty case una crema con un’etichetta che porta il proprio nome, non c’è dubbio, fa sentire un po’ speciali. Ma cosa c’è dietro la nuova tendenza? Le creme personalizzate offrono davvero prestazioni migliori o si limitano a creare illusioni? E poi, di cosa si tratta in pratica? Vediamolo insieme.

Come viene creata una crema personalizzata?

Tutto parte da un’analisi clinica della pelle e dello stato di salute della cute accompagnata da un’accurata anamnesi sulle abitudini e sullo stile di vita. Il secondo step: un test cosmetologico che fornisce i parametri in grado di dare una fotografia completa dell’epidermide: dalla valutazione dell’idratazione dello strato corneo alla quantità di lipidi, dal grado di pH della pelle all’elasticità fino alla determinazione del fototipo. La visita termina con le indicazioni su una corretta routine di bellezza (detersione, idratazione, ecc.) e la prescrizione di cosmetici adatti. La massima personalizzazione può essere ottenuta con preparazioni magistrali (preparate cioè su ricetta del cosmetologo in farmacia). Tempo cinque giorni la crema è pronta per essere “indossata”. Il costo? Meno di un centinaio di euro, insomma non superiore a quello di un prodotto di buona gamma e sicuramente meno di una delle celebrate miracle cream.

Formule ad personam con il dermatologo

L’idea di confezionare cosmetici tailor made o, meglio, su misura, non parte da esigenze di marketing o di business, ma dalla convinzione che ogni tipo di pelle sia diverso dall’altro e che quindi individuare il prodotto mirato sia il massimo cui si possa aspirare. Soprattutto per svolgere un’azione di prevenzione contro patologie della pelle e invecchiamento. Le formulazioni e le concentrazioni del principi attivi cambiano, infatti, a seconda del pH della cute, del tipo di problema, dell’età, della stagione e dell’eccipiente utilizzato: individuare la forma farmaceutica diventa un parametro importante nella terapia personalizzata. L’utilizzo di una crema, di un gel, di un unguento o di una pasta determina, infatti, in termini di biodisponibilità del principio attivo, una diversa risposta. Ed è in questo campo che il cosmetologo può esprimere tutte le sue conoscenze interagendo con il medico per assicurare al paziente un rimedio efficace, innovativo e ad personam. Senza dimenticare l’avallo di un dossier che ne certifichi sicurezza ed efficacia.

Quanto sono affidabili le creme personalizzate?

Ma come si presenta un cosmetico su misura? Nessun involucro lussuoso. I prodotti personalizzati hanno un look povero o, quantomeno, basic. L’etichetta deve indicare il nome di chi lo ha prescritto e di chi lo ha prodotto, gli ingredienti contenuti e le funzioni che esplica (per esempio latte detergente o creo ma antiage). E poi, naturalmente, il nome del destinatario. Un dubbio: siamo sicuri di quello che mettiamo sul viso? Non si corre il rischio che creme e pozioni di bellezza vengano prodotte con audaci sperimentazioni da parte chi sta giocando al “piccolo chimico” con la nostra pelle? E ancora, la crema che promette di essere stata creata solo per noi in realtà potrebbe avere la stessa identica formulazione di quella prodotta per un’altra donna? È importante accertarsi, ribadisce il medico, che dietro all’operazione personalizzazione ci sia un laboratorio serio in grado di far eseguire e certificare prove di sicurezza ed efficacia che dimostrino sia l’assoluta tollerabilità del prodotto, sia il beneficio vantato.

Ma che strumenti ha il pubblico per compiere questi accertamenti? Sull’utilizzo di prodotti di bellezza su misura bisogna innanzitutto fare chiarezza. In Italia, a differenza di quello che avviene negli Stati Uniti, il codice deontologico vieta la vendita da parte dei medici di farmaci e cosmetici. Il dermatologo può solo prescrivere la cosiddetta preparazione magistrale in base alla quale il farmacista (non segnalato dal medico) metterà a punto il prodotto. Naturalmente alto è il rischio che attività medica e business si intreccino. Inoltre, spesso non c’è una reale necessità di un prodotto creato ad personam che, oltretutto, potrebbe, in qualche caso, provocare allergie.

Rischio che si corre meno con le grandi aziende cosmetiche, che hanno a disposizione una tecnologia ultracollaudata e apparecchiature sofisticate difficilmente abbordabili per un laboratorio di piccola o media grandezza. Inoltre, dietro ogni vasetto di crema ci sono anni di ricerche scientifiche e test clinici. Ecco perché spesso i prodotti in commercio in profumeria hanno costi elevati. Mentre il cosmetico su misura, pur essendo studiato ad hoc, può avere un costo contenuto. La legge prevede inoltre che ogni cosmetico in vendita debba essere corredato da un dossier il più completo possibile che ne certifichi l’innocuità tossicologica e che contenga le informazioni relative a tutti gli ingredienti utilizzati, al processo di lavorazione e alla confezione. Insomma, qualche dubbio è d’obbligo. Perché, al di là delle mode, quando si parla di trattamenti dermocosmetici, non dimentichiamocelo, ne va della nostra pelle.


Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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