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Allergie in aumento: tatuaggi nel mirino

Allergie in aumento: tatuaggi nel mirino

I tatuaggi sono un trend ormai diffuso e comune. L’alta richiesta di questi disegni indelebili sulla pelle ha però generato anche un aumento di tatuatori poco esperti, che spesso utilizzano inchiostri non sempre conformi e dermatologicamente testati. La conseguenza? I primi casi di allergia al tatuaggio che, se non diagnosticati correttamente, possono portare anche a un’infezione del tatuaggio. Il professor Di Pietro ha risposto ad alcuni dubbi sul blog online Di Lei per aiutarvi a capire come riconoscere in tempo una reazione allergica al vostro tatuaggio.

Come sapere se si è allergici ai tatuaggi?

Una premessa importante è chiarire che ogni qual volta si incide la pelle per disegnare un tatuaggio si genera una “ferita” e uno stress cutaneo. Ecco perché, i casi di tatuaggio infetto non sono più isolati, complice anche un ambiente esterno sempre più inquinato che stressa la pelle e che genera nuove intolleranze e reazioni allergiche. I sintomi dell’allergia al tatuaggio si manifestano solitamente con prurito, rossore, bolle o vescicole che ripercorrono i contorni del disegno sulla pelle. A scatenare queste reazioni cutanee possono essere diversi agenti.

Allergia da tatuaggio: non sempre è visibile

I sintomi dell’allergia al tatuaggio si sviluppano soprattutto a livello cutaneo, ma possono verificarsi situazioni in cui le particelle di inchiostro utilizzate per eseguire il disegno entrano in circolo nell’organismo, provocando in casi rari ed estremi anche dei possibili tumori della pelle. Quando viene effettuato un tatuaggio,  il nostro sistema immunitario reagisce bloccando i pigmenti dell’inchiostro per tatuaggi, negli strati superficiali dell’epidermide e circoscrivendo l’azione di questi “invasori”. Alcune colorazioni hanno sono costituite da particelle di colore molto piccole che possono sfuggire all’azione degli anticorpi. A testimoniarlo sono i recenti studi eseguiti dall’Istituto Superiore di Sanità che hanno analizzato la salute di alcuni pazienti tatuati e hanno riscontrato dei residui di inchiostro per tatuaggi a livello dei linfonodi.

Allergia all’henné: quando il tatuaggio è temporaneo

Anche l’inchiostro all’henné può generare un’infezione. L’allergia all’henné non è però così diffusa perché questa sostanza vegetale in realtà non contiene eccipienti potenzialmente allergizzanti. A scatenare l’allergia all’henné nei tatuaggi sono le tecniche eseguite dai tatuatori non professionisti, che in estate popolano le località balneari convincendo i turisti a concedersi un “temporaneo” ricordo vacanziero. Gli inchiostri all’henné utilizzati da questi disegnatori itineranti sono solitamente arricchiti da una sostanza: la parafenilendiamina. Questo ingrediente rende il colore dell’henné più scuro e più simile al tatuaggio vero. La parafenilendiamina è un colorante che notoriamente causa sensibilizzazione e allergia e infatti per legge è vietato nei cosmetici nei prodotti a diretto contatto con il tessuto cutaneo, anche se una minima percentuale viene consentita nelle tinture per capelli.

Infezione del tatuaggio: e se fosse allergia al nichel?

Prevenire e individuare l’allergia ai tatuaggi non è così semplice. I sintomi dell’allergia al tatuaggio si manifestano quando ormai l’inchiostro è già penetrato nei primi strati dell’epidermide. I soggetti più a rischio sono le persone intolleranti al nichel, questo metallo è infatti presente in innumerevoli lavorazioni industriali e alcune tracce possono nascondersi anche nell’inchiostro dei tatuaggi. Molti casi di tatuaggio infetto sono infatti dovuti a pazienti che non sapevano di possedere questa intolleranza e che dopo il tatuaggio hanno mostrato i primi sintomi.

Attualmente esistono inchiostri per tatuaggi senza nichel, ma non tutti sono clinicamente testati, è quindi consigliato ai soggetti con forte allergia al nichel di non tatuarsi. Per i soggetti con pelle sensibile e reattiva è possibile rivolgersi a centri dermatologi dove vengono effettuati tattoo con colori per tatuaggi anallergici. Dato l’elevato numero di pazienti che sentono l’esigenza di rimuovere un tatuaggio o che presentano effetti indesiderati dopo averlo fatto, alcune strutture ambulatorie si sono evolute per garantire il tatuaggio sicuro.

Chi soffre di psoriasi può farsi tatuaggi?

La psoriasi è una malattia cronica caratterizzata da un fenomeno definito segno di Koebner o isomorfismo reattivo. Ciò significa che in caso di graffi o abrasioni della pelle possono comparire dei processi infiammatori che generano altre chiazze e lesioni di psoriasi sulle zone traumatizzate. Il tatuaggio, quindi, può essere molto pericoloso perché potrebbe fare insorgere nuove chiazze e aggravare la malattia di cui soffre.

Leggi l’intervista su MedlifeTV

Leggi l’articolo su La Gazzetta dello Sport

Leggi l’intervista su Di Più


Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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