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Pelle ispessita e grana del viso irregolare: come ...

Pelle ispessita e grana del viso irregolare: come intervenire

Specialmente al ritorno dalle vacanze e, soprattutto, se si è stati molto al sole, stimolare il turnover cellulare, ovvero accelerare il naturale processo di distacco delle cellule morte dallo strato superficiale della pelle, rivelando quello sottostante, più luminoso e vitale, è importante. Questo nuovo strato di pelle è meno segnato da rughe e segni di espressione e dopo l’esfoliazione, si riduce e, idratando a fondo la pelle, questa ritrova quell’elasticità e compattezza che caratterizzano la pelle giovane. Vediamo dunque di capire meglio quali sono i processi alla base di una grana del viso irregolare o di una pelle ispessita e quali sono i modi più efficaci di praticare un’esfoliazione profonda.

Perché la tua pelle si presenta ispessita e irregolare?

A partire dai trent’anni il ritmo di ricambio cellulare inizia a rallentare e si verifica una progressiva perdita di ceramidi, il cemento che assicura coesione fra cellule. Stimolare il turn over può pertanto servire a ristabilire l’equilibrio del ricambio cellulare, l’importante è non sottoporsi a trattamenti troppo aggressivi e a sedute frequenti. Tutte queste modifiche, legate ai naturali processi di invecchiamento cutaneo, sono responsabili di una pelle opaca, ispessita e con grana irregolare. A volte anche la pigmentazione è alterata: se non rimosse, le cellule morte che si accumulano in superficie possono trattenere melanina e creare antiestetiche macchie scure.

Come levigare la grana irregolare del viso?

Esistono diverse modalità d’azione dei diversi trattamenti, ma il risultato è sempre lo stesso. Per esempio gli scrub da usare a casa (gel con microgranuli e spugnette in fibra naturale), massaggiati sulla pelle umida, staccano le cellule morte per attrito. Lo scrub non va mai fatto più di una volta a settimana e dopo averlo fatto bisogna abbondare con la dose di crema idratante. I cosmetici esfolianti, invece, agiscono chimicamente, sciogliendo i legami tra le cellule di cheratina, grazie alla presenza di acidi naturali, ricavati da piante e frutti. I più delicati, che offrono anche una buona azione idratante, sono gli alfaidrossiacidi, mentre prodotti a base di acido salicilico hanno un effetto più marcato e vanno usati con cautela. Entrambe le sostanze, ma in concentrazione maggiore, vengono usate in medicina sotto forma di peeling: il dermatologo applica la soluzione con un pennello sulle zone da trattare e la rimuove nel giro di pochi minuti. Si avverte solo un leggero pizzicore e l’effetto esfoliante è progressivo (continua cioè nelle ore successive al trattamento).

Quali sono i peeling consigliati per levigare la pelle?

La sostanza meglio tollerata dalla pelle, ovvero quella che permette di tornare subito alla vita sociale senza arrossamenti, è l’acido glicolico, che penetra in profondità grazie alla sua struttura molecolare ridotta ed è anche idratante. Bastano cinque peeling, uno ogni quindici giorni, poi ci si ferma per almeno tre mesi. Irritazioni e “bruciature” possono invece verificarsi ricorrendo a trattamenti a base di acido tricloroacetico e salicilico, soluzione di Jessner e fenolo.

L’altra via per stimolare il ricambio cellulare, soprattutto in presenza di rughe e pelle segnata, è la dermoabrasione meccanica: frese metalliche rotanti che riducono progressivamente lo spessore dello strato corneo. Si tratta di un vero e proprio intervento, che prevede anestesia, guarigione lunga e possibile iperesfolizione. In altre parole, meglio evitarla. Efficace e meno rischioso invece il laser peeling (o skin resurfacing): a piccole zone, si colpiscono con un fascio concentrato di energia luminosa gli strati più superficiali di cute. Il laser crea come delle piccole ustioni superficiali, stimolando le cellule nuove a riparare la pelle, sostituendosi a quelle distrutte. Anche in questo caso la guarigione non è immediata e non ci si può esporre alla luce senza usare un prodotto filtrante.

Quando evitare il peeling?

L’estate è passata, ma lo ricordiamo per il futuro o a chi frequenta i solarium: esfoliare la pelle favorisce la conquista di un’abbronzatura luminosa e uniforme, ma aumenta il rischio di scottature se lo strato di cellule morte è stato rimosso da poco. La pelle è come a nudo e i raggi UV penetrano più facilmente. Dunque, vanno lasciati passare almeno sette giorni prima di esporsi (comunque con una protezione) a sole e lampade.

 


Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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