Molti le chiamano “macchie senili”. Ma i segni bruni che compaiono sulla pelle non sono legati solo all’età. Anzi, hanno caratteristiche e cause differenti. Il meccanismo con cui si formano, però, è sempre lo stesso: un accumulo di melanina. Di norma, questo pigmento scuro viene eliminato dalle cosiddette cellule spazzino, i melanofagi. Esistono, però, alcuni fattori che mandano in tilt il processo. Tra questi l’invecchiamento, l’assunzione di farmaci, gli squilibri ormonali. E perfino la “memoria” delle cellule: basti pensare che sono sufficienti 12 minuti di esposizione senza crema quando si è giovani per ritrovarsi, anni dopo, con le macchie. Come agire, allora, per riportare la pelle a una condizione migliore a seconda del problema che ha originato le macchie cutanee? Vediamolo insieme.
Quali sono i trattamenti più efficaci quando le macchie si sono già formate?
Quando i segni si sono formati, nella più favorevole delle ipotesi, ci vogliono due o tre mesi prima che svaniscano. In questo periodo, applica tutti i giorni delle creme a base di acidi della frutta (alfa o betaidrossiacidi). Hanno un effetto peeling ed eliminano le cellule superficiali, dove si accumula la melanina. Spesso, però, le macchie restano. Allora servono peeling chimici più penetranti, in particolare con l’acido tricloroacetico (TCA), molto efficace sulle mani. Di solito con sei, otto trattamenti le macchie scompaiono. È evidente, a questo punto, che la soluzione migliore è prevenire il problema usando creme solari ad altissima protezione.
La menopausa può essere causa di macchie cutanee?
Il calo degli ormoni durante la menopausa può favorire l’insorgenza di macchie. Più precisamente, la carenza di estrogeni e progesterone provoca delle discromie, ossia una pigmentazione irregolare della pelle che appare, così, più scura in alcuni punti, in particolare sul decolleté e sulle mani. Chiedi al ginecologo se puoi usare i fitoestrogeni. Questi, a differenza degli estrogeni di sintesi, non favoriscono la formazione di macchie e usa detergenti delicati, per non sgrassare la cute e renderla vulnerabile ai raggi Uv.
Le macchie scompaiono quando smetti di prendere la pillola?
Gli estrogeni, che sono contenuti negli anticoncezionali orali e che circolano in gran quantità durante la gravidanza, stimolano la produzione di melanina. Sul viso si possono formare delle chiazze irregolari. E, se aspetti un bambino, è probabile che si formi una riga scura che va dall’ombelico al pube, detta “linea alba”. Le macchie spesso scompaiono quando si smette di prendere la pillola e alcuni mesi dopo il parto. Al sole, però, usa una crema con Spf 30. E, se il problema è accentuato, la sera metti una crema che inibisca la melanina (a base di acido cogico, tioctico o arbutina). Usala pure anche se aspetti un bimbo.
Anche i profumi possono provocare discromie cutanee
L’alcol contenuto nei profumi o nei deodoranti può provocare pigmentazioni anomale della pelle allo stesso modo, alcuni prodotti repellenti per le zanzare sono fotosensibilizzanti, perché contengono estratti di piante come il geranio o l’oleandro, che sotto l’azione dei raggi ultravioletti macchiano la pelle. Non esporti al sole dopo aver usato qualcuno di questi prodotti: restano sulla pelle per più di 24 ore. Se la sera hai spruzzato l’antizanzare, la mattina dopo, prima di andare in spiaggia, fai la doccia anche se ti sembra di non averne più addosso.
Quali medicinali hanno un effetto fotosensibilizzante?
Alcuni medicinali possono avere un effetto fotosensibilizzante. Quelli più a rischio sono gli antibiotici (soprattutto le tetracicline), gli psicofarmaci e gli antistaminici. Attenta però anche agli antinfiammatori non steroidei (i cosiddetti fans), che molto spesso vengono utilizzati al posto dei classici antidolorifici. Dopo una cura antibiotica, conviene aspettare 15 giorni prima di esporsi al sole. Se devi seguire una terapia di questo tipo, chiedi al medico se puoi usare farmaci non fotosensibilizzanti. E fatti prescrivere solari a base di tinosorb-s, un filtro nuovo e potente.
Macchie da emosiderina, una possibile conseguenza degli interventi di chirurgia estetica
A volte interventi come le iniezioni con acido ialuronico o con botulino possono creare macchie. Anche se è raro, può capitare che si formino ematomi. Allora, a causa dei raggi Uv, l’emosiderina, una sostanza ricca di ferro presente nel sangue, migra attraverso gli strati cutanei fino a divenire visibile. Dopo un intervento di dermatologia estetica di questo tipo, esponiti al sole con prudenza e usa sempre cappellini con la visiera. Se si è formato un ematoma, aspetta che si sia completamente riassorbito. In genere ci vogliono due settimane per veder scomparire le macchie da emosiderina.
Anche i peeling chimici per spianare le rughe o eliminare i segni dell’acne sono sconsigliati da maggio a settembre, perché con i raggi Uv, possono comparire macchie a “pelle di leopardo”. Fai attenzione anche ai cosmetici a base di alfa e betaidrossiacidi, retinolo, acido salicilico: al sole possono avere un effetto simile. Invece, fai pure uno scrub settimanale. Elimina le cellule superficiali, aumenta il ricambio cellulare e rende più uniforme il colore della pelle.
Anche le cicatrici possono “trasformarsi” in macchie?
Dopo un intervento chirurgico, anche se la cicatrice è poco evidente, non bisogna esporsi al sole. Le cellule infiammatorie ancora presenti, infatti, possono dare problemi di iperpigmentazione. Allo stesso modo, dopo un’ustione (basta anche scottarsi con il ferro da stiro) la melanina si accumula sulle zone lesionate, scurendole. Prima di prendere il sole, applica un cerotto sulla lesione. Ricorda che le cicatrici di una certa entità si stabilizzano dopo un periodo di almeno 12,18 mesi. Per aiutare i tessuti a rimarginarsi bene usa delle pomate al gel di silicone.