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Quale filler scegliere per le labbra?

Un buon risultato. Visibile – perché il viso sembri davvero più disteso – ma nello stesso tempo invisibile, senza il sospetto di un lifting. Qualcosa di più di una crema, ma di meno di un vero intervento chirurgico. Sicuro, che non gonfi la faccia e non provochi allergie. È chiedere troppo? Vediamolo insieme.

Quale filler scegliere per evitare reazioni di intolleranza?

Riempire le rughe e i solchi ai lati delle labbra con una sostanza innocua da iniettare sul viso dove c’è bisogno: è questo il facile concetto che ha reso tanto popolari – e usati – i dermal filler. In commercio ce ne sono moltissimi. divisi in due grandi famiglie. Quelli degradabili, che nel giro di quattro, otto mesi vengono riassorbiti dai tessuti e quindi richiedono ripetuti interventi. E quelli permanenti, che restano in sede. La maggior parte degli specialisti preferisce usare i primi, più sicuri, perché provocano meno reazioni di intolleranza e permettono di cambiare idea se non se ne apprezza il risultato finale. Sono il collagene e l’acido ialuronico, accompagnati da una vasta letteratura medica che ne fa i capostipiti di cui fidarsi. Negli ultimi tempi però si è cominciato a usare anche l’acido polilattico.

Le nuove tecniche d’impianto dei filler

Più che di nuovi filler, è bene parlare delle nuove tecniche di impianto. Il collagene di tipo meno denso è l’ideale per le piccole rughe. Richiede un test preventivo iniziale; ma anche successivamente, se trascorre un intervallo di molti mesi. è possibile che la paziente si sensibilizzi: quindi va rifatto. Preferisco l’acido ialuronico per pliche e rughe molto marcate, per un trattamento in profondità. Talvolta si usa un doppio impianto, più duraturo: prima l’acido ialuronico, come base, poi il collagene, che in questo modo viene protetto dalla collagenasi, l’enzima che lo distrugge. Entrambi possono essere iniettati eseguendo tanti piccoli ponfi, o in modo lineare sotto la ruga o con una tecnica di “pavimentazione” per zone più vaste, per tonificare i tessuti. Il collagene e l’acido ialuronico, posti sugli zigomi. risollevano le guance con effetto lifting su tutto il viso.

Il peeling con acido glicolico o con acido salicilico?

Il peeling con acido glicolico, eseguito dallo specialista, è un classico rimedio per rinnovare la pelle, renderla luminosa e attenuare le piccole rughe. Oggi viene abbinato alle ciclodestrine, specie di microspugne vegetali che lo rilasciano gradualmente ed eliminano il cosiddetto “effetto vampata”, cioè un primo impatto di pizzicore e disagio. Bastano tre, cinque sedute distanziate almeno una settimana l’una dall’altra. Se ci sono macchie scure da eliminare, è più adatto il peeling all’acido salicilico in soluzione alcolica. Una volta steso sul viso l’alcol evapora, l’acido si cristallizza in una patina bianca che poi viene rimossa. Dopo possono essere utili delle sedute di microiniezioni rivitalizzanti a base di acido ialuronico puro, cioè non trattato come filler (e quindi non reso denso per poter riempire e “sollevare” le rughe), ma al contrario molto fluido. Ha infatti azione biostimolante e si “spande” sottopelle, con effetto tonificante per i tessuti circostanti.

Effetto codice a barre: i ritocchi leggeri

La bocca perde di volume con gli anni, ma prima che questo accada compaiono piccole rughe perpendicolari. Cancellarle completamente richiede interventi invasivi che agiscono in profondità (dal laser al peeling meccanico). Un ritocco più leggero? In un recente congresso svoltosi negli Stati Uniti si è parlato con rinnovato interesse di dermoabrasione, una tecnica non recente, ma collaudata. che può essere modulata. Con una piccola “fresa” si esfolia il contorno labbra: il rossore è proporzionale alla profondità di intervento. In alternativa, tante piccole iniezioni di collagene o una “soffusione” di acido ialuronico, in tutta la zona perilabiale, per distendere l’intera zona interessata.

Il Body-Face

Per adesso ce ne sono 70 esemplari, ma si diffonderà presto in modo più capillare. Si chiama Body-Face, è un apparecchio che funziona a correnti a simmetria variabile. Drena il viso, attiva il microcircolo ma soprattutto veicola i principi attivi in profondità: in percentuale del 70% (rispetto al classico 20%: una mesoterapia senza aghi). Ha azione lifting: 4-5 sedute in sequenza. poi il mantenimento.

Microabrasione

Rughe sottili, rilassamento cutaneo, esiti di acne, iper pigmentazione: sono questi i piccoli guai che risolve Power Peel. È un apparecchio che effettua una leggera microabrasione, senza lasciare rossori o gonfiori, attraverso una manopola munita di un foro, utilizzata da una operatrice. Agisce in due fasi. Inizialmente stimola i tessuti con una aspirazione dolce e controllata, che favorisce la microcircolazione. Quindi elimina gli ispessimenti e le cellule morte vaporizzando sul viso una sabbia finissima di cristalli di alluminio. In seguito la pelle viene trattata con speciali preparazioni rigeneranti e personalizzate. Lo si trova in alcune Spa.

Leggi l’articolo su Vanity Fair


Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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