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Acne androgenetica: di cosa si tratta?

Acne androgenetica: di cosa si tratta?

A vent’anni molte ragazze combattono la loro battaglia contro i brufoli, spesso dovuti a una stimolazione delle ghiandole a opera degli ormoni androgeni. Quella contro l’acne androgenetica è tuttavia una battaglia da cui si può uscire vincenti se la si affronta con metodo. Come? Vediamolo insieme.

Acne androgenetica: perché si chiama così?

Fin dalla nascita abbiamo delle ghiandole, quelle sebacee, inattive, ma pronte ad essere stimolate alla pubertà dagli ormoni androgeni, in particolare il testosterone. Questo ormone viene prodotto con la maturazione sessuale e, circolando nel sangue, raggiunge le ghiandole sebacee provocando la produzione di cibo. Per ragioni ancora non chiare, può succedere che il condotto pilo-sebaceo, dal quale fuoriesce il sebo, si ispessisca e si indurisca. Le cellule cornee si “raccolgono” lì, lo ostruiscono e rimpiccioliscono fino a chiuderlo completamente. A questo punto il sebo è bloccato e forma all’interno un sacchettino. All’esterno si vede una papuletta bianca: il comedone bianco.

In alcuni casi, invece, la ghiandola esercita una pressione molto forte sul dotto: si apre, quindi, un varco ed esce una piccola quantità di sebo che si solidifica e si scurisce. È il classico punto nero. Il suo apparire, tutto sommato, è un bene perché il sebo riesce ad uscire. Quando il comedone si forma, possono rimanere intrappolati dei germi fra i quali i “bacteria acnes”. Questi, che vivono senza ossigeno, trovano in un comedone chiuso l’ambiente adatto a riprodursi. Si sa, con certezza, che proprio loro favoriscono il processo acneico. Lo fanno mediante la produzione di alcuni enzimi che induriscono il dotto sebaceo, provocano la successiva rottura del “sacchetto” della ghiandola sebacea e, poi, la fuoriuscita di germi verso il tessuto circostante. Si manifesta così un processo infiammatorio con arrossamenti in tutta la zona: è il foruncolo. E la sua profondità è l’elemento che determinerà la comparsa della futura cicatrice.

Il ruolo degli ormoni è sempre determinante nell’acne?

La causa principale dell’acne è un eccesso di ormoni androgeni. Secondo ricerche recenti sembra che, oltre che ad un eccesso, anche minimo, di ormoni androgeni, l’acne possa essere causata da una maggiore ricettività delle ghiandole a questi ormoni. Il che significa che magari gli ormoni androgeni sono normali però, per ragioni costituzionali, la ghiandola è più sensibile, capta di più i loro messaggi e produce più sebo.

Cosa consiglia il dermatologo in caso di acne androgenetica?

Con l’aiuto di creme apposite si può eliminare la quantità eccessiva di sebo prodotto, si liberano gli sbocchi ghiandolari e si uccidono i germi. Le creme vanno messe preferibilmente di notte perché i raggi ultravioletti potenziano i farmaci contenuti e possono aumentare l’irritazione e la secchezza della pelle. Per le acni più forti e persistenti le terapie esterne si integrano con altre interne. In molti casi si è dimostrata efficace la pillola anticoncezionale che. abbassando il livello degli ormoni androgeni, dà ottimi risultati in pochi mesi.

Ma ecco un piccolo decalogo contro l’acne:

  1. Via le mani dal viso (spesso ci si infetta da soli);
  2. Capelli lontani dal viso (è sbagliato coprire i foruncoli, meglio curarli);
  3. Concordare col medico l’uso di saponi, shampoo, cosmetici, profumi;
  4. Lavare il viso delicatamente;
  5. Usare un quantitativo giusto dei farmaci prescritti;
  6. Non sospendere le cure ai primi sintomi di miglioramento;
  7. Mangiare ciò che si vuole nei limiti di una dieta sana (l’alimentazione non è responsabile dell’acne!);
  8. Evitare ambienti con clima caldo-umido;
  9. Avere pazienza, non esistono miracoli immediati;
  10. Accettare gli alti e bassi dell’attività dell’acne perché finirà con certezza.

Bisogna poi ricordare che l’acne ha anche un substrato psicosomatico, perché gli ormoni androgeni aumentano sotto l’influsso dello stress. È importante quindi restare sereni e non crearsi eccessivi problemi.

Cosa fare in caso di cicatrici da acne?

Se le cicatrici non sono molto profonde si può utilizzare la tretinoina o altre sostanze esfolianti che desquamano la pelle. Invece, se le cicatrici sono profonde e marcate, si ricorre alla dermoabrasione. È importante essere sicuri che il processo acneico sia veramente concluso, altrimenti è meglio ricorrere ad iniezioni di collagene. La dermoabrasione può essere meccanica o chimica. La prima si effettua con una particolare spazzola abrasiva, con un trapano speciale, che porta via la parte superficiale della pelle. La seconda, o peeling chimico, consiste nell’applicazione sulla cute di acidi che provocano una bruciatura. Si formano poi le croste, che cadono per lasciare il posto alla pelle nuova e liscia. Questi interventi vanno fatti in anestesia locale o generale a seconda delle zone da trattare ed è preferibile affrontarli in autunno-inverno, perché non ci si può esporre al sole per qualche mese.


Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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