La vitiligine, lo sa bene chi purtroppo ne soffre, è una brutta bestia. Ancora adesso è un disturbo cutaneo per il quale non c’è un trattamento definitivo e soprattutto ogni ipotesi di cura procede forzatamente per tentativi, dato che la risposta terapeutica varia da paziente a paziente. Da qui la necessità di fare chiarezza sulle linee guida che i dermatologi dovrebbero tenere quando trattano pazienti alle prese con questo disturbo. Ho letto quindi con interesse lo studio pubblicato sul Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology nel quale si dibatte circa l’efficacia di due tra le più avanzate tecniche di cura per la vitiligine: il laser ad eccimeri e la fototerapia. Vediamo di più.
Fototerapia e laser a eccimeri nella cura della vitiligine
Lo studio non indica quale delle due sia migliore: i risultati, in termini di efficacia, sono molto vicini e quindi già da questo punto di vista se due medici diversi vi propongono l’una o l’altra soluzione (o uno stesso medico vi sottopone entrambe le possibilità), potete tranquillamente pensare che nessuna delle due scelte è sbagliata a priori o che ci sia chissà quale interesse, dietro la proposta. La cosa che però ritengo interessante è che, a parità sostanziale di efficacia, cambiano le indicazioni per l’una o per l’altra terapia. Secondo quanto hanno dimostrato, infatti, ricercatori olandesi che lavorano presso l’Istituto per i disturbi della pigmentazione che ha sede ad Amsterdam, il trattamento con laser ad eccimeri è preferibile per le pelli delicate, come quelle dei bambini o quelle di chi ha una carnagione chiara. O ancora: è meglio usare il laser ad eccimeri se il paziente è solito esporsi al sole e quindi la sua pelle è già allenata a sopportare alte dosi di raggi UVB. Specialmente in quest’ultimo caso, il laser può rappresentare una possibilità terapeutica che offre maggiori possibilità di miglioramento del problema.
Altre possibili cure per la vitiligine
Ancora più recente, ma sono pochi i casi finora trattati, è un altro trattamento si avvale del trapianto dei melanociti. In pratica, si esegue un piccolo prelievo di cute. In laboratorio si estraggono i melanociti che sono le cellule che producono la melanina e si autotrapiantano nelle zone colpite dalla Vitiligine. I melanociti possono crescere e quindi migliorare o far sparire la chiazza bianca. I risultati sono incoraggianti. Siamo ancora all’inizio e speriamo questa possa essere la strada per sconfiggere la vitiligine.
Come si manifesta la vitiligine?
La vitiligine è una malattia cronica della pelle che si manifesta con la comparsa di macchie bianche dove non esiste più della melanina. Le macchie interessano piccole o vaste aree del corpo.