Essere svegliati nel bel mezzo della notte, ad esempio da un telefono che squilla o dal pianto dei bambini non è salutare per l’organismo. La brusca interruzione del sonno notturno equivale, infatti, a non aver dormire affatto. Lo sostiene un recente studio condotto nella Tel Aviv University’s School of Psychological Science e pubblicato sulla rivista Sleep Medicine. Come sottolineato dalla ricerca, “interrompere il nostro riposo può essere dannoso quanto una notte passata senza dormire. Può compromettere le facoltà cognitive, danneggiare l’attenzione e aumentare il malumore”. Vediamo di più.
Sonno interrotto: come influiscono sulla nostra salute i risvegli notturni?
I risvegli notturni possono anche durare solo cinque-dieci minuti, ma alterano comunque il ritmo naturale del sonno, agendo negativamente sulle emozioni che poi si provano durante il giorno e facendoci sentire di pessimo umore.
Per giungere a questa conclusione e ricreare la tipica condizione provata dai genitori quando vengono svegliati nel corso della notte dal pianto dei loro bambini, gli esperti hanno alterato il sonno di un gruppo di studenti, abituati a dormire otto ore ogni notte. Li hanno svegliati più di quattro volte, chiamandoli al telefono, tenendoli in piedi per dieci-quindici minuti e facendogli svolgere delle attività al PC prima di riaddormentarsi. Il mattino successivo molti dei volontari sottoposti al test di sonno interrotto hanno evidenziato difficoltà nel concentrarsi, oltre che malumore.
Come evidenziato nello studio, il problema più grave è che con il trascorrere del tempo gli effetti negativi delle interruzioni del sonno si accumulano, con conseguenze negative sia a livello fisico sia a livello umorale. A pagarne il prezzo più alto sono proprio i genitori che, svegliandosi dalle tre alle dieci volte a notte, oltre alla stanchezza, possono sentirsi in collera con i loro figli e poi pentirsi di questi sentimenti negativi. Dalla ricerca è perciò emersa la necessità da parte della scienza non solo di concentrarsi sugli effetti della privazione del sonno, come fatto finora, ma anche sulle conseguenze dei risvegli notturni, fenomeno che può facilmente interessare qualsiasi persona.
I benefici del sonno sulla pelle
Durante la notte la pelle vive un momento magico, soprattutto tra mezzanotte e le 4 del mattino, quando è massimo il picco di attività cutanea. Nello specifico: i cheratinociti (cellule cutanee superficiali) e i fibroblasti (pilastri del derma) portano avanti il processo di riparazione dai danni ambientali subiti nelle ore diurne. A luci spente determinate aree del cervello, tra cui l’ipotalamo e la ghiandola pineale, inviano impulsi al sistema endocrino e immunologico, che secernono sostanze utili alla cute. Tra queste la melatonina: alleata di un sonno profondo, ha doti antietà, regola i meccanismi che controllano i passaggi dell’acqua attraverso gli strati cutanei e, di conseguenza, è garante di una corretta idratazione.