Il giradito, il cui nome scientifico è “perionissi”, è un disturbo infettivo della pelle caratterizzato da un’infiammazione che può colpire sia le dita dei piedi sia quelle delle mani. L’infezione compare solitamente intorno all’unghia o al polpastrello ed è provocata da batteri come lo Streptococcus pyogenes, lo Pseudomonas aeruginosa o dall’Escherichia coli che penetrano a livello tissutale attraverso piccole lesioni presenti sulla cute. Azioni come mangiarsi le unghie, succhiare il dito, usare sostanze chimiche irritanti, sottoporre le mani al contatto continuo con acqua, saponi e solventi rappresentano le condizioni ideali per aumentare il rischio di contrarre l’infezione. Approfondiamo dunque la natura di questo disturbo, affrontandone le possibili cure.
Perché viene il giradito e quali sono i suoi sintomi?
L’infezione compare solitamente intorno all’unghia o al polpastrello. Quando il giradito colpisce il polpastrello, si prova molto dolore. Il polpastrello diventa infatti particolarmente gonfio e arrossato, la persona avverte un senso di pulsazione all’interno del dito, come se “battesse” oppure fosse punto da numerosi spilli. Più la pulsazione diventa frequente, più aumenta il dolore e il dito duole anche quando non viene toccato. Nella maggior parte dei casi, a provocarla è lo Streptococcus pyogenes, mentre in percentuale minore può essere causata dallo Pseudomonas aeruginosa o dall’Escherichia coli, tipologie distinte di batteri. A favorirne la comparsa possono essere anche una manicure o una pedicure troppo aggressive o svolte con strumenti non sterilizzati. Nella sua fase acuta l’infiammazione può provocare la manifestazione di vesciche piene di pus; se trascurato può estendersi alle strutture profonde del dito colpito, dando luogo a spiacevoli complicazioni.
Quali sono le persone più comunemente colpite dal giradito?
Chi svolge determinate professioni, come i parrucchieri, i baristi e, più in generale, chi deve tenere le mani a lungo a contatto con l’acqua, è molto esposto al patereccio o giradito. Infatti, l’acqua altera sia il film idrolipidico, una sottile pellicola protettiva che fa da barriera alla pelle, sia lo strato corneo, che è lo scudo verso l’esterno, rendendo più vulnerabile la pelle. Senza questa protezione, le mani possono andare incontro a piccole lesioni, che diventano una pericolosa via d’entrata per funghi e germi. Per questo motivo, anche certi lavori domestici – ad esempio quando si puliscono i mobili e ci si ferisce con una scheggia o si fa giardinaggio e ci si punge con una spina – favoriscono la comparsa di patereccio.
Alcune malattie possono favorire la comparsa del giradito o patereccio. Una delle più frequenti è il diabete, perché tra le conseguenze di questo disturbo c’è anche quella di ridurre le naturali difese dell’organismo, predisponendo così alle infezioni. Sebbene non sia grave, è comunque necessario non trascurare questo tipo di disturbo cutaneo perché, in caso contrario, si rischierebbe di incorrere in complicazioni.
Giradito o patereccio: come curarlo
Indipendentemente dall’area in cui è comparsa l’infezione, è possibile contribuire alla guarigione con dei piccoli accorgimenti. Uno dei più utili rimedi contro il patereccio consiste nell’immergere la zona colpita in acqua tiepida e sale per alcuni minuti. In alternativa ai bagni, si possono usare garze imbevute di disinfettanti. Sono inoltre utili applicazioni abbondanti di creme antibiotiche, avvolgendo poi il dito con una pellicola trasparente per qualche ora, per far penetrare meglio la pomata. Se l’infezione non scompare rapidamente, cioè entro pochi giorni, è consigliabile andare dal medico, perché se non dovesse guarire si corre il pericolo che l’infezione si diffonda.