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Come affrontare i pericoli sommersi

Come affrontare i pericoli sommersi

Le meduse

Sono animali dalla forma molto semplice, che vengono anche chiamati ”ortiche di mare”. I tentacoli delle meduse sono dotati di un gran numero di pungiglioni con microscopici uncini, chiamati nematocisti, che scattano e iniettano veleno se vengono toccati.
Che cosa provocano
Il veleno è formato da composti di ammonio, istamina e proteine, che causano una perdità della capacità di movimento.
Le lesioni provocate dalle meduse sono di due tipi: tossiche, dovute all’azione diretta del veleno iniettato, o allergiche, quando, dopo un primo contatto con la sostanza irritante, alcune persone sviluppano particolari anticorpi contro di essa.
Il contatto con l’animale che può durare anche per alcune ore, cui segue l’immediata comparsa di striature rossastre.
Nei casi più seri, il dolore può diffondersi ad ampie zone del corpo e si possono anche verificare astenia, nausea, lacrimazione, cefalea, spasmi dei muscoli del torace, sudorazione, vertigine e difficoltà a respirare.
Come intervenire
Quando si è stati punti dalle meduse, è necessario lavare bene la lesione con acqua di mare, evitando l’acqua dolce, che può provocare lo scoppio degli eventuali nematocisti rimasti nella pelle.
Per inattivare il veleno, oltre all’alcol, è utile anche il calore sotto forma di impacchi di acqua o di sabbiature.
Per rimuovere i tentacoli si devono usare guanti spessi oppure, per favorire l’operazione, si può preparare un impasto di bicarbonato e acqua di mare da applicare per cinque minuti, rimuovendolo poi con l’aiuto di un coltellino.
Se il dolore è molto intenso, si possono usare medicine a base di cortisone, mentre nei casi più seri, il medico provvederà a prescrivere anche una cura a base di antistaminici (per combattere il prurito) e di analgesici (per ridurre il dolore).

Le razze

Le razze hanno un corpo romboidale e colpiscono le loro vittime con un pungiglione seghettato, che può misurare fino a 30 centimetri di lunghezza (anche se nei nostri mari non supera i 3-4 centimetri), situato sulla coda lunga e sottile.
Quando si calpesta inavvertitamente questo pesce, esso si inarca e la coda colpisce la gamba o il dorso del piede, provocando una vera e propria ferita; di rado il pungiglione può colpire il torace o l’addome.
Cosa provocano
Non appena il pungiglione è penetrato nella pelle, il suo rivestimento si rompe, liberando il pungiglione o, più raramente del pungiglione stesso, rimangono conficcati nella ferita, provocando un dolore intenso, che raggiunge il suo massimo entro 90 minuti e può persistere per parecchie ore.
Oltre al dolore, compare anche astenia, nausea, sudorazione, crampi muscolari e perdita della coscienza, inoltre, è presente un’irritazione della pelle, accompagnata da rossore.
Nei casi più seri si può avere vomito, diarrea, sudorazione abbondante, problemi respiratori e alterazioni dell’attività del cuore.
Come intervenire
Sulle lesioni fare impacchi con acqua molto calda, poi asportare tutti i frammenti visibili dei pungiglione.
Poi, bisogna disinfettare re bene la ferita ed, eventualmente, applicare un leggero velo di crema antibiotica.
Se compaiono formazioni tondeggianti, di varia grandezza e consistenza, il medico può intervenire con infiltrazioni di cortisone o con applicazioni di azoto liquido.

Gli scorfani e le tracine

Diffusi sia nei nostri mari sia in quelli tropicali, gli scorfani si trovano sulle rocce, mentre le tracine vivono sotto la sabbia.
Entrambi sono dotati di aculei posti sul dorso dai quali possono iniettare veleno, nel caso in cui vengano inavvertitamente toccati o calpestati.
Che cosa provocano
L’avvelenamento da punture provoca dolore intenso, tumefazione e comparsa di vescicole.
Nella maggior parte dei casi le punture hanno un’evoluzione benigna, anche se possono essere pericolose per i subacquei. Infatti, il sub, dopo essere stato punto, è costretto a risalire con urgenza per l’intensità del dolore.
Come intervenire
Prima di tutto, si deve lavare bene la ferita con acqua di mare.
Poi, si deve immergere la parte colpita in una bacinella d’acqua molto calda con disinfettante, oppure coprire tutta , la zona malata con sabbia bollente.
Occorre anche eseguire la copertura antitetanica, perché nell’aculeo può nascondersi il batterio in grado di scatenare il tetano.
A volte, può servire un antibiotico per bocca, per evitare che si scateni un’infezione.
Il ricorso al medico è necessario se si manifestano sintomi come sudorazione, batticuore e difficoltà respiratorie.

I banchi di corallo

Il corallo è presente sia nel Mediterraneo sia nel mari tropicali. Quello nostrano è poco pericoloso e vive in fondali molto profondi, raggiungibili solo dai subacquei. Se però lo si tocca, il corallo può provocare alcuni danni.
Che cosa provocano
Al contatto della pelle, i coralli possono provocare lesioni superficiali e rilevate, causare prurito e dolore e formare piccole vesciche piene di liquido. Sono frequenti anche le infezioni secondarie per sfregamento della pelle contro il corallo.
Come intervenire
Lavare bene la lesione con acqua e sapone e disinfettare poi con o acqua ossigenata tutta la zona intorno alla ferita. I sintomi, anche se intensi, di solito scompaiono in circa 3 giorni.

I ricci marini

A differenza dì alcune specie del mari tropicali, le puntura dei ricci marini del Mediterraneo non sono tossiche, ma se i loro aculei si conficcano nella pelle provocano piccole ferite e punture.
Che cosa provocano
A creare qualche problema sono i microscopici frammenti che possono rimanere infissi nella pelle delle persone punte.
Se i frammenti degli aculei non vengono rimossi, sulla pelle possono comparire noduli, anche 2-3 mesi dopo dal contatto.
Come intervenire
Gli aculei di alcune specie vengono distrutti dai tessuti nel giro di 24-48 ore, mentre quelli di altre specie vanno asportati con piccole pinzette.

I serpenti di mare

I serpenti marini popolano alcune parti del mar Rosso, dell’oceano indiano e dei mari del Messico.
Il loro veleno è particolarmente tossico per i muscoli dell’uomo, ma per fortuna i serpenti dl mare attaccano solo se vengono disturbati.
Che cosa provocano
Astenia, abbassamento delle palpebre, rigidità muscolare e un dolore violento.
Come intervenire
È necessario recarsi subito da un medico, che terrà controllato lo stato di salute generale.

Gli anemoni di mare

Anche se il loro aspetto è affascinante e i loro colori meravigliosi, gli anemoni di mare, il cui vero nome è attinie, sono animali piuttosto pericolosi.
Che cosa provocano
I loro tentacoli, situati alla sommità contengono : sostanze velenose, che, a contatto con la pelle, provocano la comparsa di piccole formazioni pruriginose contenenti liquido.
Tali lesioni durano per circa 15-30 giorni e, durante questo periodo, si può avere anche nausea, astenia e crampi.
Come intervenire
Per ridurre l’intensità del dolore si possono usare medicine a base di antinfiammatori, mentre se il prurito è molto intenso è indicato l’uso di antistaminici, che combattono le reazioni allergiche.
In caso di schock anafilattico, è necessario intervenire con adrenalina, rivolgendosi immediatamente a un medico.

Le conchiglie coniche

Le conchiglie coniche pericolose appartengono alla famiglia conus textile e vivono solo nei mari tropicali. Possono lanciare un dardo velenoso fino a un metro di distanza, che può colpire qualsiasi punto del corpo umano.
In genere, l’attacco si verifica quando la conchiglia viene calpestata casualmente.
Che cosa provocano
Compare un intenso dolore intorno alla ferita poi torpore, formicolio e irritabilità muscolare. Nei casi molto seri possono anche comparire scarsa coordinazione dei movimenti, perdita della voce, difficoltà a deglutire, disturbi della vista, dolori al torace.
Come intervenire
Nei casi meno seri con ; antidolorifici ed eventualmente antibiotici, in caso di infezione della ferita, più l’antitetanica.
Nei casi più seri, è necessario rivolgersi subito a un medico.

Le murene

Questi pesci molto simili alle anguille, vivono nei nostri mari e in quelli tropicali. Nonostante vengano ritenuti aggressivi a causa della grandezza della loro bocca, che resta sempre aperta per respirare, reagiscono solo se vengono infastiditi o spaventati.
Che cosa provocano
Il morso delle murene non è velenoso, ma può aprire la strada a un’infezione della parte lesa e provoca un forte dolore.
Come intervenire
Dopo il morso la ferita va immediatamente lavata con acqua e sapone e disinfettata con un prodotto germicida.
Se la lesione è estesa e lacerata, bisogna rivolgersi a un medico che provveda a suturarla.
Inoltre, è consigliata la vaccinazione antitetanica e, se la ferita fatica a rimarginarsi, occorre prendere antibiotici per bocca, per evitare qualsiasi infezione.

DIZIONARIO
Astenia – perdita della forza muscolare e dell’energia.
Edema – accumulo anomalo di liquidi nei tessuti che provoca rigonfiamento.
Shock Anafilattico – malattia allergica molto seria caratterizzata da un’insufficiente circolazione del sangue agli organi e ai tessuti.

COME PROTEGGERSI
Prima di una nuotata in mare o di un’immersione, è bene chiedere informazioni sull’acqua al bagnino o alla capitaneria di porto.  In particolare, dovrebbe farlo chi in passato ha già sofferto di problemi dovuti a punture di animali marini o di allergie.
Infilare sempre un paio di quanti e calzare scarpette di gomma soprattutto se si va in cerca di frutti di mare.
Portare con sé una cassetta di pronto soccorso, con un disinfettante (acqua ossigenata o alcol), un apparecchio aspira-veleno, una crema a base di antibiotici, una a base di cortisone e un laccio emostatico.


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