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Come e quando controllare i nei

Come e quando controllare i nei

Controllare la forma e l’aspetto dei nei sul nostro corpo è importante, perché ci permette di prevenire una grave malattia, il melanoma, ovvero un tumore della pelle che può, se trascurato, provocare conseguenze anche molto gravi. Per eseguire questa verifica è necessario conoscere alcune regole molto semplici, che ci permettono di distinguere immediatamente un neo nero pericoloso da uno sano. I dermatologi hanno a disposizione strumenti molto efficaci per controllare lo stato di salute della pelle: così, quando un neo assume una forma sospetta, cambia colore o tende a crescere in modo rapido e non controllato, si può procedere in maniera veloce e indolore ad asportarlo. Nel giro di pochi minuti, possiamo eliminare un pericolo da non sottovalutare. Vediamo come.

Nei: quando preoccuparsi?

In linea generale, un neo va fatto esaminare con attenzione dall’esperto dermatologo quando presenta alcune caratteristiche particolari. Prima di tutto il neo sospetto deve essere asimmetrico. Se immaginiamo di dividerlo in due parti, queste, sovrapposte, non combaciano tra loro. In secondo luogo si guardano i bordi del neo: se sono netti e regolari, tutto bene. Se invece sono sfumati, o frastagliati come le coste di un’isola disegnata su una carta geografica, questo è un segnale da non trascurare. Poi va esaminato il colore: i nei più pericolosi hanno un colore marrone scuro, talvolta rossastro o addirittura nero.

Ma non è tutto, perché ci sono altri fenomeni di cui si deve tenere conto. Se un neo sanguina anche dopo il minimo sfregamento, o cambia nel tempo forma e colore è bene farlo controllare immediatamente dallo specialista. Anche se fino a pochi mesi o settimane prima era un neo perfettamente normale, dai contorni regolari, che non ha mai dato problemi di sorta.

Cos’è la regola dell’ABCDE per i nei?

La regola dell’ABCDE permette di verificare se un neo è sano o potenzialmente pericoloso, in base alle sue caratteristiche. La lettera A sta per “Asimmetria”. I melanomi, a differenza dei nei sani, sono di solito asimmetrici: una metà della macchia può essere più grande dell’altra. La lettera B indica i “Bordi”: i bordi del melanoma sono irregolari, a cosiddetta “carta geografica”, al contrario di quelli dei nei normali. La lettera C sta per “Colore”: il neo sospetto presenta colori diversi, come nero, bruno e rosso. La lettera D indica la “Dimensione”: un neo superiore ai sei millimetri è potenzialmente pericoloso. La lettera E sta per “Evoluzione”: quando la macchia tende a modificare la propria forma, il colore o la superficie può indicare un melanoma. In presenza di una o più di queste caratteristiche, le consiglio di rivolgersi subito a un dermatologo per una visita accurata.

I nei di grandi dimensioni vanno valutati con maggiore attenzione?

Sì, ma solo se alle dimensioni grandi, cioè superiori al mezzo centimetro di larghezza, si associa anche una delle caratteristiche alle quali si è fatto cenno. Un neo grande che abbia i contorni ben definiti e si presenti stabile nel corso del tempo non desta preoccupazione.

Che cosa fa il dermatologo, se un paziente lamenta la presenza di un neo sospetto?

Procede ad alcuni esami di accertamento. Si tratta di esami rapidi e assolutamente indolori, che prendono il nome di dermoscopia o di videodermoscopia. La dermoscopia è un esame praticato attraverso una speciale lente di ingrandimento che permette di osservare più dettagliatamente ogni macchia presente sulla cute. La videodermatoscopia è un esame simile come principio, nel senso che anche qui si esamina la pelle ingrandendo i nei per vederli nel dettaglio, ma in questo caso l’esame è praticato attraverso una microtelecamera che proietta l’immagine del neo su uno schermo, dopo averla ingrandita. In questo modo possiamo esaminare il neo e stabilire se è il caso di intervenire oppure no.

E se il medico ravvisa il rischio di andare incontro a un melanoma, cioè il tumore della pelle, come si procede?

Il neo va asportato chirurgicamente. Ma non si deve avere troppa paura di questo intervento, perché non si tratta di un’operazione particolarmente cruenta o dolorosa. L’asportazione chirurgica di un neo, infatti, si effettua in anestesia locale e in giornata, all’interno di un ambulatorio. Alla fine dell’intervento sono applicati pochi punti di sutura, spesso ne basta uno solo, e si deve tenere coperta la ferita per almeno una settimana, al termine della quale il dermatologo provvederà a fare una seconda medicazione e togliere i punti.

Alcuni dermatologi utilizzano il laser per rimuovere i nei, ma in questo modo diventa impossibile eseguire un esame specifico, chiamato esame istologico, con cui si può accertare la natura delle cellule del neo asportato. Il laser, infatti, distruggere il neo lasciando sulla pelle una piccola cicatrice simile a quella provocata da una bruciatura. L’intervento tradizionale, invece, permette in un secondo momento, dopo l’operazione, di esaminare approfonditamente il neo asportato e di fare tutti i controlli necessari per verificare se le cellule erano di tipo canceroso o no. Per questo motivo, quando mi trovo di fronte a un neo sospetto, preferisco l’intervento tradizionale, anche se è meno all’avanguardia.

Come si previene il melanoma?

Innanzitutto, è di fondamentale importanza proteggere la pelle attraverso creme idratanti e filtri solari. Questo vale specialmente per quelle persone che hanno una pelle molto delicata e sono di carnagione chiara. I dati dicono, infatti, che le popolazioni nordiche sono più soggette a melanoma di quanto non lo siano quelle mediterranee. Per cui va limitata l’esposizione ai raggi UVA e UVB per evitare scottature. Inoltre, è bene cercare di proteggere i nei da traumi ripetuti nel tempo. Se una volta accade che si ferisce accidentalmente un neo, non è un problema grave, ma se si continua a provocare piccoli traumi o escoriazioni su un nevo particolarmente grande, allora esiste davvero il rischio che questo possa degenerare in melanoma.

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