Quando parliamo di cheloidi non ci riferiamo a semplici cicatrici, ma a veri e propri traumi che la pelle non riesce a riassorbire e che spesso causano un profondo disagio estetico. In questo articolo cerchiamo di comprendere come si formano e in che modo è possibile farli riassorbire ricorrendo all’aiuto del dermatologo.
Purtroppo sono ancora poche le persone che richiedono il consulto di un dermatologo o si recano presso una struttura “Tatuaggio Sicuro” prima di tatuarsi. Eppure le allergie da tatuaggio sono in aumento, così come i pentiti che scelgono di cancellare definitivamente questi ricordi indelebili sulla pelle. Anche il cheloide da tatuaggio può essere una conseguenza di questa pratica, che non sempre dipende dalla bravura del tatuatore. Esistono infatti tessuti cutanei che geneticamente sono più predisposti alla formazione di cicatrici cheloidi, per questo è sempre importante verificare con il proprio dermatologo se la propria cute può essere idonea a tatuarsi. In altri casi, è l’utilizzo di determinati pigmenti o inchiostri per tatuaggio che può generare un’irritazione sulla pelle incentivando la comparsa di un cheloide da tatuaggio.
Solitamente i cosiddetti cerotti per cheloidi sono efficaci su cicatrici meno gravi e non patologiche. Quando il processo di cicatrizzazione è anomalo è importante mantenere il tessuto cutaneo umido e idratato coprendo la ferita con una garza medica. Si possono applicare dermocosmetici a base di glicerina, acido ialuronico ed estratti vegetali dall’azione lenitiva, ma solo previo consulto dell’esperto.
Non esistono rimedi naturali pensati ad hoc per i cheloidi. La soluzione migliore consiste nella prevenzione, applicando tutti i giorni una buona crema idratante con estratti vegetali dall’azione emolliente e idratante. In alternativa sono consigliati i dermocosmetici con fosfolipidi e glucosamina che aiutano a rigenerare la pelle. Ottimo anche l’utilizzo quotidiano di un’acqua termale.
La laserterapia è il miglior trattamento per attenuare le cicatrici cheloidi. Il laser aiuta a levigare l’epidermide, stimolando la nuova produzione cellulare che può essere migliorata con un ulteriore passaggio grazie a una seduta di radiofrequenza. Il laser vascolare è la cura più indicata in caso di cheloide perché riesce a colpire i vasi sanguigni responsabili di rossore e gonfiore. Solitamente sono necessarie dalle 3 alle 5 sedute per risultati evidenti. Tra le altre soluzioni più utilizzate ci sono le infiltrazioni locali con cortisone, ma devono essere eseguite da mani esperte.
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