La sudorazione notturna è un fenomeno molto comune. Lo rivela uno studio pubblicato su The Journal of Family Practice, secondo il quale su 2.267 pazienti testati il 41 per cento ne soffre. Vediamo da cosa dipende e come “tamponare” il problema.
Le motivazioni che sono alla base della sudorazione notturna eccessiva includono:
La sudorazione eccessiva può essere legata a squilibri ormonali a cui le donne sono più soggette. Durante la menopausa infatti, possono verificarsi vampate e un aumento di sudore sia di giorno che di notte. Gli uomini sono al contrario meno soggetti a questi cambiamenti ormonali, ma non sono immuni a momenti di stress che possono favorire la sudorazione eccessiva notturna.
Ecco alcune indicazioni di base per provare a diminuire la sudorazione notturna:
L’ipersudorazione o iperidrosi si verifica quando le ghiandole sudoripare sono naturalmente più attive e producono più sudore rispetto al normale. Solitamente le zone colpite da questa sudorazione eccessiva sono ascelle, palmi delle mani, piedi, schiena e testa. Anche in questo caso i sintomi della sudorazione eccessiva possono manifestarsi la notte. Questo fenomeno causa un disagio estetico e sociale nella persona che ne è affetta, soprattutto quando a soffrirne sono bambini o adolescenti. Il consulto del dermatologo diventa quindi fondamentale per scegliere come intervenire nella prevenzione dell’iperidrosi.
In base alla gravità della situazione il dermatologo o medico potrà prescrivere la somministrazione di antitraspiranti o infiltrazioni di tossina botulinica. Questo trattamento risulta efficace soprattutto per fermare l’ipersudorazione che si concentra a livello ascellare e palmare (quella della mani). La tossina botulinica è prodotta naturalmente dal batterio Clostridium botulinum e viene utilizzata in molti trattamenti medici per scoraggiare impulsi nervosi, in quei casi in cui non sono necessari. In dermatologia, l’obiettivo è quello di rallentare l’attività delle ghiandole sudoripare, diminuendo la produzione di sudore. I risultati non sono definitivi, ma possono durare fino a 6 mesi.
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