Il peeling è uno dei trattamenti cardine nella lotta all’invecchiamento cutaneo. Attraverso questo trattamento, infatti, l’epidermide si rinnova, migliorando il proprio aspetto e divenendo più liscia e vitale. Vediamo insieme come funzionano e quale tipo scegliere.
Il termine peeling deriva dall’inglese “to peel”, che significa “sbucciare” e si riferisce a una tecnica usata dai dermatologi contro l’invecchiamento della cute e per attenuare le cicatrici: si tratta di un’esfoliazione leggera degli strati più superficiali di pelle che facilita il ricambio delle cellule e ne stimola la produzione. I peeling possono essere di due tipi: oltre al laser, si usano sostanze chimiche come l’acido glicolico, l’acido salicilico e l’acido tricloro-acetico (TCA) per eliminare lo strato più superficiale di epidermide.
Il medico applica sulla pelle perfettamente pulita una lozione preparatoria. Con un pennello e molta attenzione e precisione distende il gel. Questa operazione può essere svolta in due modi diversi, a discrezione dello specialista: è possibile stendere il gel su tutto il viso, lasciarlo agire e poi rimuoverlo o lo si può applicare su alcune parti del viso (sulla fronte, sul lato destro del volto o su quello sinistro) e, dopo averlo fatto agire e averlo rimosso, passare alle altre zone non ancora trattate. Trascorso il tempo di posa (in genere la pelle reagisce manifestando una sorta di eritema) che può essere variabile da persona a persona in base al tipo di pelle, il medico rimuove il gel con un batuffolo di cotone: l’azione del peeling può considerarsi terminata. Viene stesa una maschera decongestionate per 15 minuti circa, in modo da ridurre l’arrossamento cutaneo e ripristinare il film idrolipidico, cioè la sottile pellicola di acqua e grasso che ricopre e difende la pelle dagli agenti esterni. Infine, viene applicata una crema ricca di principi attivi e dotata di un filtro solare, con cui è possibile tornare a casa.
Il peeling all’acido glicolico è stato definito anche peeling agli acidi della frutta o agli alfa-idrossiacidi, in quanto estratto dalla canna da zucchero. Ancora più efficace è il glicodex, sostanza composta da acido glicolico e destrine. Queste ultime sono un prodotto di demolizione dell’amido e formano una specie di spugna che si impregna di acido glicolico e, a contatto con la pelle, lo rilascia poco alla volta. Ecco perché il glicodex è meglio tollerato e più efficace dell’acido glicolico. Dopo pochi minuti dall’applicazione, la pelle inizia ad arrossarsi: per questo, l’acido va eliminato sciacquandosi bene il viso con acqua. Poi bisogna stendere un velo di crema. Per ottenere buoni risultati, occorrono più sedute.
È possibile effettuare questo tipo di peeling su tutto il corpo. In questo caso non vengono utilizzate le concentrazioni adottate per il viso, con percentuali di acido glicolico intorno al 70%. Si ricorre a gel con concentrazioni più basse, attorno al 30%. Alla fine del trattamento, sarà sufficiente una doccia. Come per il viso, usate una crema idratante sempre a base di ceramidi che ripristina il pH cutaneo del nuovo strato corneo.
Questo tipo di peeling è utile per le pelli grasse, in caso di comedoni o piccoli foruncoli, oppure per le macchie superficiali. Si usano soluzioni alcoliche di acido salicilico dal 10 al 30%, in base al tipo di pelle o all’azione più o meno aggressiva che si vuole ottenere. Dopo un iniziale senso di bruciore, sulla pelle compare una patina bianca dovuta ai microcristalli di acido salicilico, da eliminare con abbondante acqua. Poi si stende sul viso una crema protettiva e decongestionante. Nei giorni seguenti si può avere una lieve desquamazione di breve durata. Per ottenere buoni risultati sono richieste 3-4 sedute, da fare circa due settimane l’una dall’altra.
È utile per cancellare le cicatrici da acne e i segni dell’invecchiamento cutaneo, mentre è controindicato per chi la pelle scura, perché può lasciare macchie persistenti. L’acido tricloroacetico si trova in preparati dal 15 al 50%; viene applicato sulla zona da trattare e si lascia pochi minuti, fino a quando la cute non diventa bianca. Poi la pelle viene pulita e si stende una crema decongestionante. Nei giorni seguenti si applica una crema idratante e si evita di prendere il sole.In assenza di problemi particolari, è consigliabile sottoporsi al peeling TCA almeno due volte all’anno, in modo tale da agevolare il ricambio naturale delle cellule.
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grazie per le utili info, un medico di bologna mi ha fatto qualche seduta di un nuovo peeling, che posso fare anche d'estate per migliorare l'abbronzatura, peccato che possa farlo soltanto in ambulatorio perchè è davvero straordinario,leggero ed efficace, sono riuscita a leggere sul flacone il nome: vandel peel, qualcuno mi sa dire di più?
grazie
lara
Gentile Lara,
non ho mai usato questo peeling.
Cordialmente,
Prof. Antonino Di Pietro
Caro Dott.Di Pietro, un peeling può essere d'aiuto nella dermatite seborroica? Se si lei potrebbe effettuarlo?
Grazie mille, la stimo molto.
Sonia
Salve dottore,vorrei porle delle domande sul peeling.Mi è stato detto di farlo dal mio dermatologo,per risolvere un problemuccio al viso,che presenta alcune zone arrossate a causa dell'acne(non esagerato ma comunque abbastanza visibile),unitamente ad una terapia che consiste in detersione,applicazione di una lozione e assunzione di alcune bustine...il mio medico mi ha assicurato sia di risolvere il mio problema e sia che questo peeling è necessario e che al massimo,come effetto collaterale,potrà causare delle picocle crosticine.Ora io vorrei chiederle,c'è il rischio che mi si rovini la pelle con questo peeling? Cioè che si assottigli o che mi vengano delle irritazioni molto visibile all'esterno? Come reagire? Ho tanta paura perchè purtroppo tengo molto a queste cose :( Grazie mille anticipatamente della risposta! Cordiali saluti,ilenia.
Gent.ma Ilenia,
è impossibile, senza vederla, poterle dire con sicurezza se fa bene o no a fare un peeling. In più non so neppure di quale peeling e di quali bustine sta parlando.
Non posso far altro che dirle di affidarsi alle cure del suo medico, presupponendo che sia un professionista serio e preparato.
Cordialmente,
Prof. Antonino Di Pietro