CONTROVERSIE IN DERMOCOSMETOLOGIA

Il senso di questo appuntamento annuale è racchiuso nelle domande che molti pazienti pongono ai loro dermatologi. “Ho letto che alcuni filler possono provocare granulomi permanenti. È vero?” oppure “Questo trattamento può dare allergie?” Notizie che il pubblico legge sulla stampa, spesso femminile, o sente in Tv, e che sottopone al vaglio dello specialista, per averne conferma, ma anche per valutarne l’attendibilità e il livello di aggiornamento. Non tutti i dermatologi si occupano di dermocosmetologia, ma ciò non significa che possano rinunciare a quel sapere, scientifico e rigoroso, che permette di dare risposte serie e qualificate. Anche per loro il prof. Ruggero Caputo e la dottoressa Riccarda Serri, ideatori degli incontri di dermocosmetologia medica e chirurgica di Saint Vincent, preparano ogni anno una serie di relazioni e di tavole rotonde che arricchiscono di informazioni sulle metodiche, sui problemi e sulle controversie scientifiche che normalmente si trovano, disperse all’interno dei tanti articoli e nelle riviste che non si ha quasi mai tempo di leggere. Secondo l’opinione della dottoressa Serri, “quello che invece serve oggi, in un campo in espansione e pure controverso come quello dermocosmetologico, è di essere messi in grado di approfondire gli argomenti in maniera organica, completa, veloce, facile, come avviene nel corso delle nostre sessioni plenarie, nei seminari e nei simposi satellite monotematici. Oppure nei diversi corsi pratici rivolti a chi vuole migliorare non solo la propria conoscenza ma anche la tecnica e la manualità”. Aggiunge il prof. Caputo: “La necessità di saper gestire anche l’immagine dei propri pazienti deriva dalle problematiche quotidiane emergenti nell’ambito dell’attuale pratica dermatologica. Pensando poi, che da un’indagine recentemente eseguita, su dieci pazienti di sesso femminile che vengono visitate in un centro dermatologico, sei chiedono anche un consulto cosmetico, gli uomini non sono da meno, infatti tre su dieci cominciano ad avanzare analoghe richieste. E quindi necessario mantenersi al passo con i tempi, imparando a rispondere a quesiti riguardanti un campo che fino a non molto tempo fa veniva sottostimato. Una preparazione specifica in dermatocosmetologia consentirà di distinguerci da quanti oggi cercano di espropriarci questa branca della nostra disciplina. E preparazione significa aggiornamento”.

A questo proposito nel corso dei lavori il prof. Caputo ha annunciato l’avvio, presso l’Università di Milano, di un primo corso di perfezionamento, a numero chiuso, in Dermatologia Plastica. Un momento di formazione rivolto soprattutto ai dermatologi che hanno deciso di orientare la propria pratica clinica verso la prevenzione e il trattamento di numerosi inestetismi che non si possono qualificare fra le patologie ma che, talvolta, pesano e vengono percepite come tali da chi pone in primo piano il proprio benessere e l’aspetto fisico ed estetico. I principali argomenti trattati quest’anno a Saint Vincent, sono stati tanti: dai nuovi trattamenti non invasivi per il ringiovanimento del volto e in particolare della zona periorale e delle labbra, alle opzioni terapeutiche per condizioni fastidiose quali l’iperidrosi e l’ipertricosi, le novità nella terapia dell’acne, sui cosmeceutici, sull’alopecia androgenetica e sulle melanosi del volto. Animata la discussione sui trattamenti che lasciano ancora spazio a opinioni contrastanti come la tossina botulinica, i filler permanenti e semipermanenti, nonché nuovi filler sintetici. Originale poi la tavola rotonda cui sono stati invitati i responsabili della ricerca di alcune fra le più importanti case dermocosmetiche internazionali. Dalle loro parole abbiamo appreso in che direzione si sta muovendo la ricerca, verso formulazioni ad attività biologica specifica e selettiva, a carattere topico ma anche sistemico, fondate su principi attivi spesso di origine naturale ma sempre ben controllati e rintracciabili. Il successo della manifestazione, sia in termini di presenze (circa 400 gli iscritti), che di aziende presenti, si deve certamente anche al fascino che esercita una località come Saint Vincent, e dalla organizzazione accurata fornita dalla iperattiva Annamaria Persivale della Tau Viaggi. Probabilmente però, è proprio il bisogno di un aggiornamento continuo il motivo per cui ogni anno si riconferma la validità della formula messa a punto anni orsono, quando ancora molti dermatologici pensavano solo alla propria vocazione di terapeuti della pelle malata. I tempi sono cambiati e oggi l’età media di chi circola fra le sale del Palazzo dei Congressi dell’Hotel Billia è molto più bassa, è cresciuto il numero delle donne dermatologhe presenti, e nei corridoi si discute di peeling con la stessa serietà con cui una volta si poteva parlare del lupus o della psoriasi. Merito anche dell’ attenzione che a questi Incontri ha rivolto l’ISPLAD, l’associazione dei Dermatologi Plastici che, in attesa del proprio Congresso Nazionale, ha eletto questo momento come l’occasione per la relazione di fine anno ai soci del Presidente e Fondatore, Antonino di Pietro. Positivi, e per qualche verso entusiasmanti, i dati sulle attività svolte nel 2003: 24 i corsi itineranti tenuti in tutte le regioni, 1481 i soci iscritti, ottimi i risultati di pubblico per la campagna di prevenzione “cute sana” (oltre 6mila le visite al sito internet). E inoltre bilanci economici positivi, tanto da permettere l’apertura di una vera sede dell’ISPLAD a Milano, quotidianamente operativa con del personale in grado di garantire un ufficio di segreteria e di coordinamento per tutte le decine di iniziative che bollono in pentola. Fra cui il prossimo lancio di un Osservatorio dermoplastico di Cosmetovigilanza e sugli effetti collaterali. All’ISPLAD la creatività non manca.

redazione

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