Splendente, vitale, perfettamente liscia: la nostra pelle la vogliamo vedere sempre così. Per questo quando i segni d’espressione diventano vere rughe, quando appaiono i primi rilassamenti, non la riconosciamo più. È il momento di intervenire. Ma come scegliere, tra tanti metodi, quello adatto? Ecco una piccola guida ai trattamenti più noti, con i vantaggi e i rischi.
Aria sciupata, colorito spento, piccole rughe superficiali: è il momento di ricorrere a una terapia rivitalizzante cellulare con un ciclo di microiniezioni intraepidermiche di estratti placentari. Gli estratti, iniettati, si depositano sotto lo strato corneo, senza sfiorare i capillari né le terminazioni nervose. Messa a punto dal dottor Antonino Di Pietro, questa metodica risulta completamente indolore, e i primi risultati si possono vedere dopo un ciclo di cinque sedute, con una seduta mensile di mantenimento. Una seduta dura un quarto d’ora.
In Italia è agli inizi, mentre in Francia è considerato uno dei metodi più efficaci per ridare tono ai tessuti e per agire sulle piccole rughe. Di che cosa si tratta? Per mezzo di un campo elettrico che favorisce il passaggio di ioni attraverso la cute, si arriva alla stimolazione dei muscoli e delle strutture cutanee. Le sedute durano circa mezz’ora, sono sottilmente dolorose per via della posa degli aghi e per il passaggio della corrente. Attenzione, però, va scelto un medico di provata esperienza. Dopo il trattamento il viso può restare segnato per qualche ora, nel peggiore dei casi per un giorno o due.
Ancora un metodo che dà una sferzata di energia ai tessuti e agisce su tutto il viso. Per ristabilire l’equilibrio energetico cellulare, si sottopone l’epidermide a numerose piccole scariche elettriche, regolate da un computer. Secondo alcuni specialisti, però, i risultati non sono sufficientemente dimostrati e, al contrario, c’è il rischio che la stimolazione elettrica danneggi i tessuti: la ruga potrebbe infossarsi.
Tra i trenta e i quarant’anni incominciano a comparire le rughe localizzate ai lati delle labbra, sulla fronte, sulle guance. Sono segni che possono essere eliminati con le iniezioni di collagene. Il collagene viene iniettato con un ago sottilissimo al di sotto della ruga, che per questo si risolleva e sparisce. Il dolore è quello di una lieve punzecchiatura, ma oggi si elimina con una pomata anestetica. Rovescio della medaglia: il collagene dopo un po’ viene assorbito e il trattamento va ripetuto.
Messo a punto in origine per livellare le cicatrici infossate, per esempio quelle dell’acne e della varicella, il Fibrel è un derivato del siero che fino a poco fa si usava anche come collante nella sutura delle ferite. Oggi è dimostrata la sua utilità anche nel riempire (e dunque spianare) le rughe profonde se lo si inietta nel derma profondo. Prima del trattamento, la paziente deve sottoporsi al prelievo del sangue da cui si elaborerà il Fibrel. I risultati durano 3 mesi.
Un’altra tecnica per eliminare le rughe localizzate prevede di riempirle con il grasso prelevato dal soggetto stesso, in quelle zone dove e in eccedenza (glutei, cosce, fianchi). Va iniettato in profondità, le rughe si spianano ma i risultati durano dai due agli otto mesi, perché il grasso piano piano viene assorbito. Si esegue ambulatorialmente in anestesia locale, lascia lividi consistenti per almeno una settimana.
C’è ruga e ruga: dopo quelle localizzate, passiamo a quelle sottilissime, poco profonde, che però finiscono per formare un reticolo su tutto il viso. Per loro ci sono due soluzioni:
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