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CHI HA PAURA DI UN NEO?

C’è stato un tempo in cui avere un neo sui viso era considerato il massimo della raffinatezza, tanto che molte donne se lo disegnavano con la matita. Oggi invece un neo è spesso ritenuto motivo di rischio e pericolo per la salute. Senza arrivare a questi estremi, è comunque fondamentale imparare a conoscere i nei, dal momento che ciascuno di noi ne ha di solito un certo numero, sparsi per il corpo, per prevenire ogni loro possibile sviluppo più o meno dannoso.

Per aiutarci in questo compito ci siamo rivolti al dottor Antonino Di Pietro, specialista in dermatologia, a Milano. Va detto subito che i nei, come ci spiega l’esperto, sono “isole” sulla nostra cute dovute ad un accumulo di melanociti, cellule epidermiche particolari che hanno la capacita di accumulare pigmento e quindi di apparire più colorate rispetto alla cute circostante. Alcuni nei sono presenti già alla nascita, e si parla quindi di nei congeniti, oppure possono comparire nel corso della vita, nel qual caso si chiamano acquisiti. Non c’è nessuna differenza tra loro, cambia soltanto il tempo di comparsa in superficie. “E’ bene dire – sottolinea il dottor Di Pietro – che la maggior parte dei nei presenti sulla cute, in realtà non scomparirà mai, mentre altri possono affiorare”.

Pochi o tanti – quanti ne hai?
Pare non ci sia un numero standard per i nei perché ognuno di noi ne può avere dieci, quaranta, cento e più. L’importante non è il loro numero, ma come si presentano, la loro forma e colore, la loro evoluzione. Perché, sempre, un neo tende ad accrescersi con il tempo. “Le dimensioni di un neo possono a volte essere importanti – dice Di Pietro – perché tanto più un neo è di grosse dimensioni, tanto più va tenuto sotto controllo. I nei piccoli, di solito creano pochi problemi”. La domanda che si fa urgente, a questo punto, è se un neo ad un certo punto si può trasformare in qualcosa di molto pericoloso che prende il nome di melanoma, un tipo di cancro che si forma per la proliferazione maligna di melanociti. “I pareri in merito – spiega l’esperto – sono ancora molto controversi perché c’è chi ritiene che il melanoma, cioè il tumore maligno, sia la trasformazione di un neo preesistente, mentre altri sostengono che il melanoma sia tale fin dall’inizio, che fino ad un certo punto sia tenuto a freno da anticorpi o da altri tipi di difese del nostro corpo e che poi si sviluppi rapidamente e diventi invasivo. Non si sa ancora chi abbia ragione”. “Un neo normale – prosegue Di Pietro – ha un colorito marroncino dal chiaro al bruno ma uniforme, forma rotonda od ovale, con contorno regolare e speculare, cioè supponendo di dividerlo in due, le parti dovrebbero combaciare perfettamente. Se i nei si distaccano da queste caratteristiche generali possono presentare differenze di colore, cioè essere variegati con punti molto scuri e con forme strane, con bordi non ben definiti, ma frastagliati a carta geografica. Esaminati al microscopio o non hanno caratteristiche tumorali, ma nemmeno normali. E’ come se fossero a metà strada. Si è parlato di nei displasici, cioè non regolari: vanno tenuti naturafmente sotto controllo dello specialista, che deciderà se rimuoverli chirurgicamente. Il melanoma, poi, assomiglia ad un neo dal colore marrone scuro-nerastro, può essere variegato e col contorno molto frastagliato e tende lentamente ad accrescersi. Pertanto se si vede comparire una macchia scura, frastagliata che si allarga col passare dei mesi è opportuno rivolgersi rapidamente al dermatologo per far la controllare”. Solo un esperto può effettuare una diagnosi clinica esatta e in effetti oggi questo tumore, se eliminato chirurgicamente in tempo, cioè prima che si sia “diffuso” con metastasi, non ha esito mortale. Attenzione dunque ad ogni nuova macchia, soprattutto sulla schiena degli uomini e su gambe e piedi delle donne.

Si dice che togliere e toccare i nei è sempre pericoloso. “Invece non lo è – precisa il dottor Di Pietro – anzi è vero il contrario. Basti dire che il melanoma è l’unico tumore della cute su cui si può fare una vera opera di prevenzione. Va infatti tolto il più precocemente possibile e accuratamente, per impedire che si riformi”. Concludiamo chiedendo al nostro esperto se il sole è responsabile dei melanomi e se fa male ai nei. Nel primo caso, ci dice, è ancora una questione controversa (i melanomi dovrebbero essere per lo più concentrati sul viso, la parte più esposta al sole, invece le statistiche non lo provano). Il sole sui nei, inoltre, non dovrebbe essere più nocivo che sul resto della cute”.

redazione

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