“I geloni – spiega Di Pietro, Direttore del Servizio di Dermatologia dell’Ospedale L. Marchesi di Inzago – sono dovuti al connubio tra cattiva microcircolazione periferica e temperature basse. Si presentano come lesioni della pelle caratterizzate inizialmente da un forte arrossamento, con tumefazioni rosso-violacee come noduli in rilievo e di grandezza variabile. Possono inoltre essere accompagnati da prurito e dolore. La pelle è fredda e umida, inizialmente lucida, liscia e tirata. In alcuni casi le parti malate si screpolano per poi lacerarsi con il conseguente rischio di infezioni. Ecco perché alle prime avvisaglie, è bene rivolgersi al medico”.
Per curare i geloni ed evitarne la comparsa si può ricorrere, nei casi lievi, a rimedi che assicurano la guarigione entro una settimana, mentre occorre molto più tempo se ci sono ulcerazioni. Quando si presentano rosso-violacei con prurito o bruciore, usare pomate antinfiammatorie. Utili sono anche i bagni di acqua ossigenata, da fare 3-4 volte al giorno, o le spennellature di glicerina iodata, che servono a ridurre prurito e bruciore. Invece, quando i geloni sono ulcerati, vanno curati con prodotti cicatrizzanti sotto forma di pomate antisettiche o antibiotiche. Se si preferiscono i rimedi fai da te, è innanzitutto utile “allenare” il microcircolo immergendo le dita per dieci secondi in acqua fredda e poi in acqua calda, in modo da stimolare il microcircolo a temperature differenti, e poi asciugarle bene facendo un piccolo massaggio con crema idratante. D’aiuto è anche l’olio di oliva o di mandorle dolci con l’aggiunta di olio essenziale di calendula, che è un lenitivo emolliente naturale. Si possono anche fare impacchi con latte tiepido e fiori di calendula o ancora il cataplasma di cipolla, che si prepara tritando una piccola cipolla da avvolgere in una garza e applicata per un’azione antibatterica.
“Per prevenire i geloni – conclude il prof. Di Pietro – bisogna proteggersi dal freddo indossando sempre guanti di lana e calze pesanti, usare scarpe e stivali isolanti che mantengano al caldo le estremità garantendo comunque la giusta circolazione del sangue. Mai però avvicinare le parti colpite da geloni a fonti dirette di calore dopo averle esposte al freddo”.
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