“Poco importa se si tratta di orecchini, piercing alla lingua o al capezzolo, dovunque siano, vanno curati e puliti quotidianamente, – sottolinea Antonino Di Pietro, dermatologo di Milano, che aggiunge – con un’attenzione particolare ad ogni minimo segnale di fastidio. Non è difficile comprendere che ogni piercing va curato in modo diverso, a seconda della zona in cui viene fatto. Il piercing alle orecchie, per esempio, va pulito con del cotone immerso in acqua e sale non iodato. Quelli al naso, al sopracciglio o sul labbro devono essere puliti due o tre volte al giorno con cotone sterilizzato e disinfettante privo analcolico. Il piercing alla lingua si deve pulire dopo ogni pasto, anche se si tratta di uno spuntino, dentro e fuori l’attacco del chiodo. In caso di piercing al capezzolo, all’ombelico o altre aree “sensibili”, è bene pulirlo due o tre volte al giorno di cui una con sapone antibatterico. Altro consiglio – conclude il prof. Di Pietro – è quello di evitare di cambiare il monile solo a cicatrizzazione completata. Per non incorrere in allergie o fenomeni di sensibilizzazione, infine, evitare materiali di bigiotteria o rame, preferendo oro, argento o acciaio rigorosamente privo di nichel però”.
Da prendere in buona considerazione infine anche i nuovi materiali plastici, gli stessi di cui sono fatte protesi o presidi medico-chirurgici, che infatti sono a sicura prova di allergie.
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