NON SEI TIMIDO E ARROSSISCI?

Capita di arrossire se ci piace qualcuno oppure se temiamo che gli altri leggano le nostre insicurezze. In entrambi i casi si può trattare di timidezza. Ma i rossori cutanei possono anche non essere un effetto dell’emozione del momento e decisamente più antiestetici.
Arrossamenti, macchie, piccole lesioni e irritazioni sono le manifestazioni di una dermatite. Problema sempre più frequente: la cute è diventata maggiormente sensibile o le aggressioni esterne (compresa l’esposizione solare) – tra le cause che le provocano – sono aumentate?Troviamo le risposte a queste domande, ma anche le soluzioni di pronto-intervento, nell’ultimo libro del professor Antonino di Pietro Per la tua Pelle (Sperling & Kupfer). Antonino Di Pietro (nella foto) (www.antoninodipietro.it), è specialista in dermatologia e dermosifilopatica, presidente Isplad (www.isplad.org) e nostro esperto.
In realtà qualsiasi tipo di sfogo o eruzione sulla pelle prende il nome di dermatite. Citiamo qui quattro forme tra le più diffuse.

Dermatite seborroica
Si tratta di un’infiammazione della pelle che colpisce le zone più ricche di ghiandole sebacee, come i lati del naso, l’attaccatura dei capelli, le sopracciglia, lo sterno e il cuoio capelluto in generale. Le cause certe non sono note, ma la sua comparsa è facilitata dalla presenza di squilibri ormonali, in conseguenza dei quali le ghiandole sebacee producono eccessive quantità di sebo. Le parti interessate tendono ad arrossarsi e desquamare. Il troppo sebo, inoltre, favorisce il proliferare di un microscopico fungo, normalmente presente sulla pelle, il Pytorosporum orbicolare (chiamato anche Malassezia ), che si nutre appunto di sebo. Se molto esteso, il fungo contribuisce a mantenere l’infiammazione e l’arrossamento del cuoio capelluto tipici della dermatite seborroica. Nelle forme più lievi sono estremamente efficaci ‘oli shampoo’, delicati e totalmente privi di agenti aggressivi. Ove il caso, il dermatologo potrebbe prescrivere shampoo e lozioni medicati che agiscano contro il fungo quali i preparati a base di cipropiroxolamina e solfuro di selenio, oppure chetoconazolo. Entrambi i prodotti vanno usati in genere una o due volte alla settimana, per un tempo variabile che sarà lo specialista stesso a indicare (di norma un mese). Nei casi più seri potrebbe rendersi necessario assumere farmaci per bocca.

Prevenire
Evitare l’eccesso di shampoo sgrassanti, perché invece di ridurre il sebo si rischia di aumentarlo. La pelle, sentendosi aggredita, reagisce potenziando il suo scudo protettivo, che è costituito proprio dal sebo.
Seguire un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta e verdura e apportatrice di vitamine e minerali che riequilibrino il cuoio capelluto. La vitamina B1 (si trova in cereali integrali, legumi, lievito di birra) normalizza la produzione di sebo, la B2 (carne, pesce, legumi, cereali integrali) irrobustisce la cheratina, lo zinco (piselli, noci, spinaci) regola l’attività ormonale riducendo l’eccesso di sebo.

Dermatite irritativa della barba
È un tipo di dermatite che colpisce gli uomini. Radendosi, giorno dopo giorno, si esercita sulla superficie del viso una duplice aggressione: quella del rasoio e quella dei prodotti per la barba, a volte non adatti al proprio tipo di pelle. Di conseguenza viene impoverito il film idrolipidico (la sottile pellicola costituita da acqua e grassi che ha la funzione di nutrire e proteggere la pelle dalle aggressioni esterne). La cute del viso diventa secca e sensibile e può presentare prurito e arrossamento. Per curare i sintomi è possibile ricorrere, per pochi giorni, ad antinfiammatori topici non corticosteroideo.

Prevenire
Sarebbe bene non radersi contropelo ed evitare prodotti non adatti per la rasatura, o troppo a buon mercato. Meglio orientarsi su tipi più indicati per le pelli delicate. Per le pelli che si disidratano facilmente, ottimi i prodotti a base di oligoelementi come lo zinco, che esercitano un’efficace azione reidratante.

Fotodermatite
È il risultato di un’accoppiata ‘letale’: esposizione solare e farmaci o profumo o prodotti per la pelle che con la luce diventano irritanti e sensibilizzano la pelle. Si manifesta con zone arrossate e pruriginose, talvolta piccole vescicole. Se la dermatite è stata violenta e intensa possono rimanere, nelle zone colpite, macchie di colore bruno. È classica ‘da profumo’ se le macchie compaiono ai lati del collo e ai polsi: una sola goccia talvolta e sufficiente a innescarla. Tra i farmaci che aumentano la sensibilità alla luce vi sono invece la pillola anticoncezionale, gli antibiotici e gli antinfiammatori. In caso di fotodermatite, la prima cosa da fare consiste nel non esporsi al sole per qualche giorno. Se non si può interrompere il farmaco che si sta assumendo conviene evitare del tutto l’esposizione solare. Su consiglio del dermatologo si può ricorrere a farmaci antistaminici o cortisonici da prendere per bocca o da applicare localmente. Sulle macchie vanno applicate creme schiarenti con derivati dell’idrochinone, glabridrina, acido cogico, assorbile (derivato della vitamina C), rucinolo. Possono essere utili anche peeling superficiali con alfaidrossiacidi. Se il fenomeno persiste, si possono eliminare con trattamenti laser.

Prevenire
La prevenzione, in questo caso, è molto importante, per questo è consigliabile:
Detergere accuratamente la pelle prima di ogni esposizione al sole, in modo da eliminare qualsiasi traccia di trucco o di profumo.
Leggere attentamente i foglietti illustrativi dei medicinali: eventuali reazioni alla luce solare vengono sicuramente evidenziate.

Dermatite dei prati
Anche sdraiarsi su un prato a volte può causare problemi, soprattutto su gambe e braccia. Il sintomo tipico sono macchie allungate di colore bruno chiaro, che compaiono all’improvviso, solitamente il giorno successivo al contatto, a ‘scoppio ritardato’. Il problema è generato da una reazione fra sole ed erba. In altri termini, quando ci si sdraia su un prato, col peso del corpo si spezzano gli steli dei vegetali, da cui fuoriescono particolari sostanze, le fotocumarine, che finiscono sulla pelle. Si tratta di particelle fotosensibili, che al sole si attivano irritando la pelle e causando macchie caratteristiche. Il processo richiede qualche ora di incubazione, motivo per cui le macchie compaiono il giorno successivo alla scampagnata. Nelle reazioni più lievi non si ha alcun fastidio. Per non vedere più le macchie, basta semplicemente pazientare per un mese. Se ne andranno da sole senza lasciare traccia.

Prevenire
Per poter mostrare le gambe senza timore di dover nascondere in qualche modo queste antiestetiche strisce brune, basta semplicemente usare l’accortezza di stendere un plaid o un telo da spiaggia prima di stendersi sull’erba.

redazione

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