I BENEFICI DEL CAMMINARE IN ACQUA…

L’effetto fisico della passeggiata in acqua, oltre che defaticante e tonico (anche psicologicamente), si ripercuote positivamente anche su chi soffre di patologie angiologiche (ad esempio venose) e laddove il ritorno linfatico è lento se non bloccato spiega il Professor Antonino Di Pietro (Presidente dell’ISPLAD – International-Italian Society of Plastic-Aesthetic and Oncologic Dermatology).
L’accostamento delle nostre estremità con l’acqua è di immediato conforto. Non fosse altro che per avere liberato dalle costrizioni le nostre gambe e i nostri piedi. Un po’ di ginnastica per sgranchire le dita, quasi come usano fare inconsciamente i neonati, e qualche leggero massaggio manuale alla pianta e al dorso, ma anche alle dita, abituano i nostri arti inferiori alla gioia del sollievo. Questa è la prima percezione positiva: la liberazione! Le gambe giocano con l’acqua e la circolazione sanguigna ne trae grande conforto. È ora di passeggiare nell’elemento curativo più antico del mondo, di sentire la pianta dei nostri piedi prendere possesso della superficie che sta sotto, qualunque essa sia.
L’acqua rende più leggeri, continua Di Pietro, e gli eventuali dolori articolari o vascolari tendono a diventare un lontano ricordo. La passeggiata muove l’acqua che, a sua volta, imprime sulle parti colpite un massaggio dolce e ritmato. Una pressione naturale che risale, impercettibilmente, verso il cuore e poi verso la testa fino a regalare un totale relax ai nostri arti.
Questo esercizio di passeggiare in acqua, ha indubbi vantaggi nelle arteriopatie periferiche ma anche dove lo stile di vita non è certo da manuale: sedentarietà o al contrario, lunghi tempi passati in stazione eretta, sovrappeso (non importa se fisiologico o legato ad una cattiva alimentazione), cambiamenti fisiologici ormonali. In tutti questi casi, i nostri arti inferiori diventano pesanti e compaiono antiestetici capillari (teleangectasie) con conseguenze assai antipatiche.
La cellulite è il nemico nr. 1 delle donne da una recente Ricerca ISPLAD, che ha coinvolto 623 pazienti, risulta che le donne maggiormente preoccupate dalla cellulite sono quelle tra i 25 e i 34 anni: circa il 40% della popolazione femminile che si è sottoposta a verifiche e controlli appartiene a questa giovane fascia d’età, seguita a ruota dalle donne tra i 35 e i 44 anni (oltre il 25%).Queste donne, almeno nel 40% dei casi, non praticano attività fisica. Chi lo fa, purtroppo, lo fa in modo saltuario, tanto che nemmeno il 4 % fa sport per 3 ora la settimana.
Sempre dalla Ricerca è emerso che oltre il 50% delle donne si dichiara insoddisfatta (in non pochi casi anche molto insoddisfatta) del proprio peso; oltre il 56% ritiene proprio di essere in soprappeso. Da qui i continui tentativi, spesso maldestri, di dimagrimento. Oltre il 57% delle donne denuncia variazioni di peso, tra i 5 e i 10 kg a volta, sia in eccesso che in difetto.

redazione

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