Danno alla pelle una sfumatura ambrata anche senza sole e sono molto amate dai fan dell’abbronzatura fuori stagione e da chi non vuole arrivare troppo pallido al primo appuntamento con il mare. Le lampade abbronzanti, però, al di là dei vantaggi per l’estetica, sono sempre più spesso sotto accusa per i danni che possono causare alla pelle, primi fra tutti aridità e invecchiamento precoce. La discussione fra i dermatologi e il confronto fra studi diversi, che evidenziano rischi e vantaggi, è ancora aperto. In ogni caso chi vuole ottenere un’abbronzatura “artificiale” deve farlo con prudenza. In questo articolo spieghiamo tutti i pro e i contro delle lampade abbronzanti.
Attualmente esistono due tipi di apparecchiature: le lampade Uv fluorescenti e le lampade Uva ad alta pressione. Le prime sono costituite da tubi fluorescenti, tipo neon con i quali sono realizzati docce e lettini. Emettono Uva e anche una piccola percentuale di Uvb, e per questo i tempi di esposizione sono più ridotti (da 6 a 12 minuti circa).
Le lampade Uva ad alta pressione hanno un filtro blu scuro davanti che modifica i raggi e consente l’abbronzatura. Vengono utilizzate in lampade per il viso e lettini. Trasmettono solo radiazioni Uva ma ad alta intensità (questa intensità può anche essere da 5 a 10 volte superiore al valore massimo di quella solare presente alla nostra latitudine). I tempi di esposizione vanno da 15 minuti per il viso a 20 per il lettino.
I dermatologi consigliano di limitare il più possibile tutti i trattamenti estetici che utilizzano radiazioni Uv. In ogni caso andrebbero preferite le lampade che emettono uno spettro simile a quello del sole, quindi non solo raggi Uva ma anche Uvb (lampade UV fluorescenti). Queste lampade non sono, però, molto diffuse perché consentono di abbronzarsi solo dopo una decina di sedute, mentre di solito si preferisce ottenere un colorito scuro rapidamente, in una o due sedute.
Inoltre, come denuncia una comunicazione della Commissione Ue dell’ottobre 2004, non tutte le lampade abbronzanti presenti in Italia sarebbero conformi alle disposizioni di sicurezza stabilite dalla Unione Europea. Anche per questo è sempre bene scegliere con cura il centro estetico. Un cartellino deve indicare di che tipo di lampada si tratta. Importante anche la serietà del personale e la cura con cui viene seguito il cliente durante le sedute, in particolare se vengono date tutte le informazioni e le garanzie che si chiedono.
Bisogna considerare per prima cosa che i raggi che agiscono durante la seduta di lampada abbronzante sono diversi dalle radiazioni solari. Le radiazioni solari, infatti, si compongono di raggi Uva, Uvb e Uvc, mentre le lampade abbronzanti, a seconda del tipo, emettono soprattutto o esclusivamente raggi Uva.
Ecco le differenze fra i diversi tipi di raggi Uv:
Quali conseguenze traiamo da tutto ciò? L’abbronzatura che si ottiene con le lampade, per quanto gradevole e intensa, è diversa da quella che si ha esponendosi al sole. Le lampade, infatti, sono in grado di rendere più scura la pelle, stimolando la melanina più superficiale della pelle, con un effetto che dura soltanto un paio di giorni. Sono, invece, i raggi Uvb a stimolare la produzione di melanina profonda, ma le lampade ne lasciano passare una quantità minima.
Questo è il motivo per cui, contrariamente a quel che si pensa, è inutile fare lampade abbronzanti prima di andare al mare: la pigmentazione ottenuta con le lampade Uva non fornisce alla pelle lo stesso grado di fotoprotezione (protezione dalla luce) che si ottiene con la radiazione solare, che rende la pelle anche più resistente e spessa.
I tempi di esposizione alle lampade abbronzanti vanno personalizzati in base alla propria pelle. Bisogna quindi vedere a quale fototipo si appartiene cioè che pelle si ha e come reagisce ai raggi solari e artificiali, sia come livello di abbronzatura raggiungibile che in fatto di possibili arrossamenti.
Le lampade vanno evitate o limitate al massimo se si ha la pelle molto chiara (fototipo I e II). I fototipi più alti (dal III al V) possono esporsi con tempi progressivamente più lunghi tanto più scura è la pelle, senza comunque mai esagerare. Vediamo più nel dettaglio:
L’ultimo allarme, in fatto di rischi delle lampade, viene dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) che ha chiesto ai paesi che ancora non l’hanno fatto, come l’Italia, di proibire l’utilizzo di lampade abbronzanti ai minorenni, perché dannose per un’organismo ancora in crescita. Le radiazioni ultraviolette, infatti, comprese quelle delle lampade, se prese in dosi massicce, possono provocare problemi alla pelle. Possono comparire eritemi, arrossamenti o irritazioni simili a quelli causati da un’eccessiva esposizione al sole.
Inoltre, sedute ripetute e/o troppo ravvicinate possono invecchiare prematuramente la cute causando rughe e aridità e aumentare il rischio di tumori alla pelle. Gli occhi, poi, se non sono protetti con gli appositi occhialini, possono essere soggetti a infiammazioni superficiali alla congiuntiva e la cornea: disturbi che di solito si risolvono nel giro di qualche giorno. Non sono da escludere, però, anche danni più seri, al cristallino o alla retina.
Per non correre rischi, è importante rispettare alcune regole di igiene e sicurezza. Accorgimenti fondamentali per non rischiare problemi anche seri alla pelle e alla vista che spesso, invece, vengono trascurati, per superficialità oppure per scarsa informazione:
L’abbronzatura artificiale è da evitare per:
Proprio come accade con il resto del nostro organismo, anche la pelle ha delle necessità…
L’Italia è uno dei Paesi al mondo in cui si ricorre maggiormente all'iniezione di filler.…
Tra alti e bassi, quella dei tatuaggi è una moda che non cessa di esistere,…
Non tutti lo sanno ma le unghie sono un vero e proprio specchio della nostra…
Al rientro dalle vacanze estive, complice la ripresa della abituale routine quotidiana, il viso può…
Videocall, esposizione costante alla luce blu dei monitor, stanchezza e insonnia provocate dall’uso continuo dei…