IL TUO SOLARE E’ GIUSTO?

Sigle, numeri, parole straniere: le etichette dei solari, ammettiamolo, non sono proprio un esempio di chiarezza. SPF (Sun Protector Factor) e FP (Fattore di Protezione) sono la stessa cosa? Perché su alcuni prodotti c’è scritto filtro e su altri schermo? E che differenza c’è tra 25 e 60? Se anche voi vi siete fatte queste domande, siete in buona compagnia.

SCHERMO E FILTRO

Prima precisazione: schermi e filtri non sono la stessa cosa. I primi, di tipo fisico, sono sostanze minerali come ossido di zinco o diossido di titanio, che funzionano come specchi, cioè riflettono indietro le radiazioni nocive, spiega Antonino Di Pietro, dermatologo. I filtri, invece, di natura chimica, sono sostanze strutturate per mettersi tra la pelle e i raggi in modo da farli arrivare con potenza ridotta. Si comportano come l’acqua: il sole passa attraverso ma perde potenza ed energia. Se sono contenuti entrambi nello stesso solare, assicurano una difesa maggiore dai raggi uva e uvb.

QUALE E QUANTO

Il numero della protezione indica il tempo che potete stare al sole prima che la pelle si arrossi: per esempio, se vi scottate dopo 10 minuti, con una protezione 3 potete stare al sole 30 minuti prima di dover rimettere la crema (10×3=30), spiega il Dottor Di Pietro. Ma ricordate: se sommate due diversi filtri, per esempio 5 e 20, non ottenete una protezione 25 ma sempre 20. Anzi, il rischio è di diluire l’efficacia protettiva. Inoltre, considerato che i filtri vengono sperimentati su grandi quantità di prodotto, non dovete pensare che ne basti una noce per tutto il corpo: è stato calcolato che il tubo medio (200ml circa) dovrebbe durare sette giorni. Perciò, almeno i primi giorni mettete l’equivalente di tre noci per due volte di seguito e dopo ogni ora. L’alternativa? Seguire lo slogan del governo australiano che suggerisce “Slip on a T-Shirt, slop on some sunscreen, slap on a hat”.

Cioè: infila la T-Shirt, applica il solare e metti un cappello.

Di Michela Duraccio

redazione

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