Un trapianto di capelli à la Berlusconi

Che cosa c’era sotto la bandana del presidente del  Consiglio Silvio Berlusconi quando ha ricevuto il primo ministro britannico Tony Blair? Ora si sa con certezza: i segni di un trapianto di capelli. Ebbene sì: dopo l’intervento di chirurgia plastica dello scorso Natale per ringiovanire il volto, Berlusconi ha deciso di sottoporsi all’operazione per avere i capelli della sua gioventù. Inutile dire che improvvisamente, da qualche giorno, nei negozi è salita la domanda delle bandane. E che negli studi dei medici esperti in trapianti di capelli si ricevono sempre più telefonate di uomini che vogliono sapere tutto sull’operazione. Non si sa mai, infatti: forse subito o forse tra un po’, vogliono anche loro ritrovare la chioma perduta. Ma come si esegue un trapianto di capelli? È una procedura dolorosa oppure no? Possono farla tutti coloro che hanno problemi di calvizie? Le domande sono il tormentone di fine estate, sulle spiagge o in montagna, per chi è ancora in vacanza, o nei salotti di città appena riaperti. Rispondiamo qui a tutte le domande.

In che cosa consiste il trapianto dei capelli?

Il trapianto di capelli è un intervento chirurgico che trasferisce le radici del capello da alcune zone del capo in altre, dove c’è un maggiore diradamento della chioma o una calvizie vera e propria. È un trasferimento: una persona non riacquista più capelli rispetto a quelli che aveva prima dell’ operazione, ma li distribuisce in maniera più uniforme. Nemmeno per un uomo ricco come Berlusconi è possibile farli ricrescere in un altro modo, anche se la Medicina sta facendo passi da gigante. Certo non è escluso che in futuro, magari grazie all’uso delle cellule staminali, si riesca a escogitare altri trattamenti. Ma per adesso questo metodo è il migliore. Offre ottimi risultati sia da un punto di vista estetico sia medico, perché trapiantando capelli provenienti dallo stesso paziente non si corrono rischi di rigetto, infiammazioni e dermatiti.

Tutti possono sottoporsi a un trapianto di capelli?

No, non tutti. Il candidato ideale per questo intervento è l’uomo che soffre di quella che è definita alopecia androgenetica, cioè quella forma di calvizie che compare con l’età e che dipende dall’azione degli ormoni maschili sul bulbo pilifero. È una calvizie facile da riconoscere: i capelli spariscono dalla sommità della testa e dalle tempie, mentre sulla nuca rimangono zone ancora piuttosto folte. Altri tipi di calvizie, invece, non sono trattabili così: mi riferisco a chi soffre di alopecia areata, una malattia in cui i capelli cadono a ciocche solo in alcuni punti. Oppure a chi resta calvo per colpa di dermatiti, cioè malattie della pelle, localizzate sulla testa. L’intervento è sconsigliato anche a chi soffre di diabete o disturbi cardiaci: sono pazienti che vanno valutati con grande attenzione perché, nella maggior parte dei casi, prendono farmaci che rallentano il processo di coagulazione del sangue. E questo rende l’intervento molto più complicato.

Dopo avere eseguito l’operazione è necessario proteggere la pelle in qualche modo?

Dopo l’intervento la pelle va protetta per due settimane dagli agenti atmosferici, come il sole, la pioggia e così via. Bisogna stare anche molto attenti a non cedere alla tentazione di grattarsi, anche se le crosticine che si formano dopo l’impianto possono provocare un po’ di prurito. Una bandana o un cappello possono quindi essere utili, a patto però di non farli sfregare contro il cuoio capelluto. C’è il rischio di irritare la pelle del capo, rovinando il lavoro del chirurgo plastico».

Chi sono le persone che si rivolgono al chirurgo plastico per questo tipo d’intervento?

Generalmente i maschi adulti fra i 30 e i 40 anni. Sono persone che non accettano di vedersi calve e, quindi, preferiscono affidarsi al chirurgo piuttosto che accettare di rimanere pelate. Negli ultimi anni, però, hanno iniziato ad approfittarne anche gli ultracinquantenni e persino gli ultrasessantenni. Significa che anche l’uomo più maturo vuole avere un’immagine giovanile. Come tante donne ora confessano senza grossi problemi di essersi sottoposte a operazioni di chirurgia plastica, anche gli uomini, prima o poi, saranno più sereni e parleranno con tranquillità di come hanno migliorato la loro immagine. Certo che se il presidente del Consiglio dovesse dichiarare pubblicamente di essersi sottoposto al trapianto di capelli, sono convinto che molti altri seguirebbero il suo esempio, discutendone liberamente. E questa operazione non sarebbe più un tabù.

Prof. Antonino Di Pietro

Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

Recent Posts

Rigenerazione cutanea su misura: per ogni pelle la sua soluzione

Proprio come accade con il resto del nostro organismo, anche la pelle ha delle necessità…

2 anni ago

Filler riassorbibili o permanenti: differenze e possibili rischi

L’Italia è uno dei Paesi al mondo in cui si ricorre maggiormente all'iniezione di filler.…

2 anni ago

Tatuaggi e nei: quali rischi?

Tra alti e bassi, quella dei tatuaggi è una moda che non cessa di esistere,…

3 anni ago

Come rinforzare le unghie: rimedi per mantenerle sane e belle

Non tutti lo sanno ma le unghie sono un vero e proprio specchio della nostra…

3 anni ago

Viso stanco al rientro dalle vacanze: rimedi e trattamenti

Al rientro dalle vacanze estive, complice la ripresa della abituale routine quotidiana, il viso può…

3 anni ago

Digital aging: come contrastare l’invecchiamento digitale

Videocall, esposizione costante alla luce blu dei monitor, stanchezza e insonnia provocate dall’uso continuo dei…

3 anni ago