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SOLE – LO ADORI, LO SFIDI O LO TEMI?

ADORATE Il SOLE NONOSTANTE TUTTI GLI ALLARMISMI?

“Delle valide ragioni per adorarlo ci sono e vanno al di là del colorito che ci regala”, afferma il dermatologo Antonino Di Pietro. “Il sole infatti è vita, energia e benessere. Ma fa sempre bene ricordare che ha anche un lato aggressivo: i suoi raggi sono sempre e comunque ad alta energia e possono creare problemi, soprattutto se non si rispettano i ritmi dell’abbronzatura fisiologica”.

EPPURE NEI PRIMI GIORNI LE ESPOSIZIONI NON STOP SONO UNA GRANDE TENTAZIONE…

«È la dose che fa il veleno».

«In vacanza dobbiamo dare alla pelle il tempo per abituarsi all’aria aperta. Per questo, e a maggior ragione, per le “lucertole” è fondamentale impostare una strategia precisa». «Quindi, la regola base per ottenere un’abbronzatura sicura e omogenea è gradualità nei tempi di esposizione e protezioni con filtri elevati, anche se la pelle è robusta». dice Di Pietro. «I primi tre giorni di sole sono davvero i più critici, perché la melanina, la naturale difesa messa in atto dall’organismo, impiega circa 70 ore a formarsi e durante questo periodo il rischio di scottature è davvero alto».

SI POSSONO RAFFORZARE LE DIFESE DELLA PELLE?

«Sì, mettendo in atto, già prima di partire, alcune piccole strategie”, consiglia Di Pietro. “Innanzitutto assumete degli integratori a base di flavonoidi per rinforzare i capillari, di vitamine e minerali, che hanno azione antiossidante, e di betacarotene per potenziare l’azione della melanina, fate una dieta ricca di frutta colorata, ortaggi freschi e, ancora, pesce e semi di sesamo, che contengono omega 3, acidi grassi a effetto antidisidratante. E iniziate a farvi una base di colore già in città con esposizioni graduali e con attivatori della melanina, in modo da essere pronte per la full-immersion della vacanza».

L’ESTATE 2004 È ALL’INSEGNA DELLE ALTISSIME PROTEZIONI: CI SI ABBRONZA LO STESSO?

“La risposta dei dermatologi è unanime”, dice Di Pietro: “le protezioni altissime consentono il passaggio di una dose ridotta di Uvb, ma sufficiente a stimolare la melanina e a farla risalire in superficie in modo graduale. senza traumi per la pelle: proprio per questo la tintarella è più dorata e duratura”.

QUANDO È CONSIGLIABILE SCENDERE CON IL FATTORE DI PROTEZIONE?

«L’spf 40-60, da usare i primi tre giorni qualunque sia il tipo di pelle e di mare è fondamentale per le “lucertole” e va scalato gradatamente: si può optare per un spf 30 dopo una settimana e poi stabilizzarsi sul 20. Senza dimenticare che ogni epidermide è un mondo a sé e che il modo di stare al sole condiziona la scelta”.

ORE E ORE IN SPIAGGIA: COME DARE SOLLIEVO ALLA PELLE?

«Rinfrescatela spesso con acqua minerale fredda, calmante, e tuffandovi in mare, perché il calore dilata i vasi capillari e favorisce eritemi, couperose, vene varicose. E ricordate che non basta ripararsi con la T-shirt bianca o sotto l’ombrellone: entrambi lasciano passare il 50 per cento dei raggi Uv».

MA L’ACQUA NON VANIFICA L’AZIONE DEI SOLARI?

«Non è solo l’acqua che indebolisce la protezione, ma anche il sudore, l’attrito con la sabbia e con l’asciugamano. Quindi riapplicate il solare almeno ogni due ore e dopo ogni bagno».

E PER EVITARE SPELLATURE?

«È buona regola stendere il solare mezz’ora prima di uscire di casa: il prodotto avrà così il tempo di assestarsi sulla pelle ed essere efficace. Poi, per avere una copertura omogenea, bisogna riapplicarlo appena arrivati in spiaggia. La sera, evitate i bagni caldi a favore di docce tiepide, utilizzando sempre detergenti delicati. Poi, consiglia Di Pietro. “è di rigore nutrire, idratare e calmare la pelle con un doposole a base di sostanze anti-invecchiamento, riparatrici e lenitive».

UN BAGNO DIETRO L’ALTRO, LE USCITE IN BARCA: È UNA SFIDA CONTINUA TRA SOLE E MARE. QUALI SONO I SOLARI GIUSTI?

“Preferite quelli water resistant.” «Ma ricordate che il fattore di protezione indicato sulla confezione, dopo venti minuti in acqua, tende a dimezzarsi. In barca evitate i solari untuosi: la loro consistenza rende scivolosa la pelle e sono quindi poco sicuri. In più tendono a ostruire i pori e fanno sudare».

I WATER RESISTANT SONO PIÙ PESANTI SULLA PELLE E FANNO SUDARE?

«Dipende dalla formula e dal filtro. Sono specialità che devono rimanere sulla superficie dell’epidermide e che resistono anche alla sudorazione. Le più nuove hanno texture facili da stendere, che non creano patina, e filtri fisici fotostabili e “microincapsulati” così non vengono assorbiti dalla cute».

PRENDERE IL SOLE IN ACQUA INTENSIFICA IL COLORITO?

“Consente di ottenere un’abbronzatura più uniforme, perché il movimento non lascia zone in ombra». dice Di Pietro. «Ma se non si è ben protette, è più facile scottarsi: sul materassino, a pelo d’acqua, il sole si sente meno, ma picchia di più: l’acqua infatti riflette quasi il doppio dei raggi e il 60 per cento di questi agisce anche a mezzo metro di profondità. In più, le prolungate nuotate riducono l’efficacia dei filtri solari”.

STESE SU UNO SCOGLIO CI SI ABBRONZA PIÙ IN FRETTA?

“La brezza marina e gli spruzzi fanno spesso dimenticare il calore, così si tende a prolungare l’esposizione. Ma attenzione: la salsedine che resta sulla pelle agisce come un catalizzatore per i raggi e intensifica l’azione disseccante del sole».

COME RENDERE PIÙ EFFICACE LA PROTEZIONE?

«Perché il prodotto svolga la sua azione al meglio, va steso sulla pelle ben asciutta». «E perché sviluppi totalmente la sua efficacia, devono essere applicati sulla pelle almeno due millimetri di crema. Da massaggiare in modo omogeneo».

redazione

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