CHIRURGIA DELLA BELLEZZA

Una signora milanese entra in clinica per ringiovanire lo sguardo e ne esce cieca. Un’infezione o l’imperizia del chirurgo? Dopo il “filler” riempi-labbra ad una ragazza scoppia un herpes devastante. Una fatalità? Insomma, nella rincorsa all’eterna giovinezza si può inciampare malamente. Su medici inesperti e prodotti inaffidabili, per esempio. Da una sala operatoria e da un ambulatorio di medicina estetica si può uscire con piccoli o grandi guai. Rinunciare a togliersi una decina di anni nel giro di pochi giorni? Impensabile. Però, è prudente sapere a quali rischi si va incontro e come minimizzarli.

Punto primo: è fondamentale affidarsi ad uno specialista preparato. Consci del fatto che un chirurgo termina la specializzazione sapendo più la teoria che la pratica, che inizia cioè la professione senza avere grosse esperienze. È vero, ed è  una situazione che mi rende furibonda e che prima o poi le scuole di specializzazione dovranno affrontare. A differenza di quanto accade in molti altri Paesi, in Italia una legge vieta alcune esercitazioni agli specializzandi in chirurgia di qualsiasi branca. Per quanto riguarda l’estetica, poi, nelle strutture pubbliche non si possono eseguire interventi se non sono giustificati da una patologia (un naso che non respira, una gigantomastia che causa problemi alla colonna, palpebre pesanti al punto da compromettere la visione). In questi casi, lo specializzando impara operando accanto al chirurgo tutor che fa da garante. Ma al 99 % lo specializzando in chirurgia estetica può fare pratica in modo molto limitato. Pare che ogni giorno in tutti i reparti ospedalieri di otorinolaringoiatria, si facciano rinoplastiche con false diagnosi.

Punto secondo: anche il più banale atto operatorio comporta dei rischi. La chirurgia estetica è una branca chirurgica al pari delle altre, nessun intervento è particolarmente rischioso o difficile, nessuno è esente da rischi o è facile. Può diventare un dramma anche il veloce riposizionamento dell’ombelico oggi richiesto per sfoggiare l’ultimo piercing o indossare magliette striminzite. «I visceri sottostanti sono quasi a diretto contatto con l’ombelico, quindi è importante che chi opera abbia buone conoscenze di chirurgia generale».

Quali sono quelli degli interventi più richiesti, liposuzione e mastoplastica additiva (aumento del seno oggi a misure ragionevoli e non più da maggiorata). Nel primo caso le rare complicanze gravi (aritmie, collasso presso rio) sono legate ad eccessi: troppo anestetico infiltrato localmente, troppo grasso rimosso (superiore a 5l), troppe aree trattate nello stesso intervento. Frequenti, invece, avallamenti e asimmetrie che un ritocco a volte risolve. Per quanto riguarda le protesi, il materiale in cui gli ultimi modelli sono fatti (silicone “rugoso”) e riempiti (gel di silicone) è stato da tempo scagionato dal sospetto di provocare cancro e malattie autoimmuni. I chirurghi però minimizzano sulla formazione della capsula fibrosa attorno (chi parla di 3 e chi di 20 su cento). L’eventuale reazione di rigetto può causare dolore, rigidità e asimmetrie tali da obbligare alla rimozione. Le protesi, inoltre, non sono eterne. A otto-dieci anni dall’impianto, 15 su cento, possono non essere più integre e vanno tolte.

All’inizio di luglio, la Fda mette in guardia contro il cosiddetto “make up permanente” Farsi tatuare la linea degli occhi o i contorni dell bocca può provocare infiammazioni, pruriti, gonfiori o granulomi (fino al punto, nel caso di labbra ritoccate, da rendere difficoltosa la masticazione). I casi denunciati sono pochi (uno su 200 mila) e relativi ai pigmenti di una sola azienda (però leader di mercato) ma devono fare riflettere sui prodotti, a volte inaffidabili in mano ai medici estetici. Come molti “dermal filler” di cui oggi c’è una domanda enorme tanto che si sono specializzati: Questo solleva i solchi e imbottisce le labbra, quello spiana le rughe filiformi, l’altro rimodella zigomi piatti etc. I principali guai derivano dai “filler” permanenti, non riassorbibili. Per esempio certi fluidi contenenti particelle di metacrilato. «Anche a distanza di anni possono causare granulomi che non sempre si riesce ad asportare chirurgicamente (lasciando comunque il segno), avverte, Antonino Di Pietro, presidente Isplad (lnternational society of plastic and aesthetic dermatology) che commenta: l’assurdità è che, considerando i metacrilati cancerogeni, una legge europea praticamente ne vieta l’uso nei cosmetici (ammette dosaggi non superiori a 0,003 parti per milione), mentre in certi “fìller” ce ne sono quantità abnormi. E questo sottolinea il vuoto legislativo relativamente ad un mercato in pieno  boom. Vedo spesso giovani medici estetici sedotti da “filler” in realtà poco sperimentati. Si fidano convinti che abbiano seguito lo stesso iter a cui è sottoposto un farmaco prima di arrivare alla commercializzazione».

Al contrario all’azienda basta un’autocertificazione al Ministero della Salute e un marchio CE per cominciare a vendere.

Nel menu offerto dalla medicina estetica, resiste da decenni la collaudata mesoterapia (dolorose iniezioni anticellulite).  Che può provocare allergie, granulomi o infezioni come la micobatteriosi. Spiega Di Pietro: il fatto è che molti medici iniettano il cocktail di farmaci che ritengono più efficace e che non esiste alcuna sostanza approvata dal Ministero della Salute per tali infiltrazioni». A Roma non si occupano di mesoterapia anche se le donne che vi si sottopongono sono una folla. Si sono invece occupati di tossina botulinica e dal 20 aprile l’hanno autorizzata anche a fini estetici. Con precisi vincoli: solo per chi ha tra i 18 e i 65 anni, solo per le rughe verticali tra le sopracciglia e a patto che costituiscano un grave disagio psichico. Fino a ieri, però, è stata iniettata su chiunque e ovunque, anche sopra la bocca o sulle “zampe di gallina” (lo scorso anno, pure se illegale per usi cosmetici, Vistabex, il nome “italiano” del Botox, ha venduto il 157 per cento in più rispetto al 2002). Inoltre, hanno tagliato fuori, a sorpresa, i medici estetici, anche se con diploma Sime o Smiem (Scuola superiore post- universitaria di medicina a indirizzo estetico). La tossina potranno usarla solo chirurghi plastici e maxillofacciali, dermatologi e oftalmologi dopo lo specifico corso di formazione del produttore. «Ma che cosa sappiamo degli effetti a distanza? E delle interazioni tra tossina e farmaci?», dice Di Pietro, e poi, è sconsigliata in gravidanza: e se la donna che si sottopone alle infiltrazioni resta incinta dopo un mese?». Certo è che se iniettato in eccesso o nel punto sbagliato, Vistabex può “paralizzare” i muscoli delle palpebre e causarne “abbassamento. Transitorio ma indesiderabilissimo effetto.

Qualche bacchettata è doverosa anche a certi macchinari che non mantengono le promesse fatte o addirittura provocano danni. Via per sempre i peli superflui: non è vero. Una quota di peli ricresce comunque e inoltre si rischia la pelle a pois.

L’epilazione al laser può fare comparire macchie chiare o scure (a seconda di quanto in profondità è penetrato il raggio) attorno ai peli che ricrescono» , precisa Di Pietro. Il  problema acne facciale finalmente risolto dal laser: altra mezza verità. Il fastidioso disturbo giovanile non ha un’unica causa e in molti casi neppure il laser funziona. Lo sostiene anche un recentissimo studio dell’Università del Michigan pubblicato sul Journal of the American Medical Association. E che dire di quella macchina che massaggia ritmicamente e assicura di debellare la buccia d’arancia? Che in alcune non la riduce affatto e che nei suoi primi anni ha rotto capillari su decine e decine di gambe. Colpa dell’operatore inesperto, dicono. Sì, però solo oggi l’azienda organizza corsi per insegnare il massaggio e prevede una tutina di protezione.

Come trovare il chirurgo e il medico estetico più affidabile?

Il tam tam tra amiche o colleghe in genere funziona.
Quanto meno per lo stesso intervento o trattamento. Nella scelta del chirurgo estetico comunque conviene: diffidare dei giovanissimi e dei tuttologi (nessuno può essere bravo sia con le cannule, sia con lo scalpello per il naso), consultarne più d’uno, fidarsi della prima impressione. Il che significa essere rassicurate da un colloquio su motivazioni, procedura, rischi, decorso postoperatorio nonché dalla consegna anticipata del consenso informato.

redazione

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