Le metodiche più utilizzate per introdurre sostanze farmacologiche e terapeutiche nel nostro organismo sfruttano le vie gastroenteriche o quelle parenterali. Tra le vie parenterali, la nostra attenzione si e rivolta all’esame di una metodica intradermica nota come “mesoterapia”. La mesoterapia viene normalmente effettuata utilizzando piccoli aghi della lunghezza di 4 mm; questi vengono introdotti fino a raggiungere il derma medio-profondo dove vengono iniettati i principi attivi. È ormai riconosciuta come la via terapeutica più efficace e più utilizzata per la cura della sclerolipodistrofia edematosa degli arti (la cosiddetta “cellulite”). Si ritiene, tuttavia, che la mesoterapia presenti nella sua dinamica dei fattori di rischio ed effetti collaterali che, con una nuova metodica detta microterapia, potrebbero essere eliminati. Vediamo di più.
Con la mesoterapia, si è osservato che la penetrazione dell’ago nel derma medio profondo causa
Il dolore, talvolta piuttosto intenso, è spesso un deterrente alla prosecuzione della mesoterapia. La soluzione a queste problematiche può essere tuttavia offerta dalla microterapia.
La caratteristica più importante di questa nuova metodica è la superficialità d’iniezione. Si ritiene che sia sufficiente superare lo strato corneo e utilizzare lo spazio compreso tra l’epidermide e le prime porzioni del derma papillare (e non oltre) per introdurre le sostanze farmacologiche desiderate. Da questa sede il farmaco può raggiungere le zone patologiche più profonde senza che vengano compiuti inutili traumi. Non è sufficiente utilizzare un ago di piccola lunghezza; infatti, pungendo una superficie piana elastica come quella cutanea, il foro e il tragitto conico creati con l’introduzione dell’ago si richiuderebbero immediatamente spingendo fuori la maggior parte del liquido e trattenendone solo un’esigua quantità. La microterapia, invece, si basa sull’utilizzo di un dispositivo monouso denominato S.I.T. (Skin Injection Therapy) con il quale è possibile utilizzare la via transepidermica-papillare con il massimo dell’efficacia.
Il S.I.T., che è collegato a una normale siringa, consta di una parte concava rigida dar cui centro fuoriesce un microago. Appoggiando il S.I.T. sulla cute ed esercitando una leggera pressione, la pelle aderirà elasticamente lungo la concavità e contemporaneamente il microago penetrerà all’interno dell’epidermide e del derma papillare, permettendo l’iniezione del farmaco. Successivamente, sollevando il dispositivo dalla superficie cutanea, la calotta cupoliforme di cute, prima formatasi, si appianerà. Il foro centrale, creato dall’ago, dapprima tenuto dilatato dalla stessa curvatura elastica cutanea, si richiuderà immediatamente trattenendo il liquido iniettato. Lo stesso liquido verrà spinto più in profondità nel derma dalla forza elastica di appiattimento del tessuto, senza alcun trauma per le strutture dermiche profonde.
La microterapia si propone soprattutto come nuovo metodo per il trattamento della cellulite ma, per la sua superficialità di azione, potrebbe rappresentare una metodica utile per stimolare i cheratinociti epidermici, i quali, sotto l’azione di farmaci o molecole adatte, sarebbero indotti a produrre e rilasciare citochine. Il rilascio di citochine specifiche, stimolanti la produzione di popolazioni cellulari cutanee e inibenti la loro lisi, potrebbe, ad esempio, rappresentare un passo avanti nel controllo dell’invecchiamento cutaneo.
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