Sdraiarsi nei prati può provocare irritanti dermatiti

Talvolta in primavera e in estate capita di trascorrere piacevoli momenti seduti o sdraiati sull’erba di prati verdi e soffici. Più spiacevole però è osservare con sorpresa, dopo poche ore, la comparsa di strane macchie pruriginose sulla pelle delle gambe, delle braccia e delle zone venute a contatto con il manto erboso.

Di cosa si tratta? Lo chiediamo al prof. Antonio Di Pietro, dermatologo. «Trattasi della dermatite da prati, causata da una particolare sostanza presente nei fili d’erba, detta furocumarina. In seguito al contatto e alla pressione esercitata dal corpo sulla pianta, le furocumarine vengono eliminate e si depositano sulla pelle, a questo punto i raggi ultravioletti del sole le possono trasformare queste molecole vegetali, rendendole irritanti per la cute. Ciò spiega perché quasi sempre questa dermatite si manifesti con tante striature rosse somiglianti a colpi di frusta. Dopo ventiquattro ore circa le striature possono ricoprirsi di vescicole e bolle e causare prurito e bruciore. Nei giorni successivi le bolle si rompono, trasformandosi in croste lineari che ricoprono le lunghezze delle strie; in questa fase, se non si crea una sovrainfenzione batterica, è inutile intervenire con creme antibiotiche. Dopo otto-dieci giorni le croste si staccano spontaneamente, lasciando la cute un po’ arrossata. In molti casi la pelle può restare macchiata per alcuni mesi: per fortuna lentamente tutto ritorna alla normalità».

Ma come si spiegano tali reazioni?
«Da un punto di vista biologico si è cercato di spiegarle osservando che le furocumarine (o psoraleni) sono in grado di ricombinarsi con il Dna delle cellule cutanee. Quando ci si espone a radiazioni luminose con lunghezza d’onda degli Uva (320-400 mm) queste sostanze vegetali interferiscono con la replicazione del Dna e determinano una reazione infiammatoria responsabile del caratteristico quadro clinico».

Solo l’erba può causare simili manifestazioni? «No, anche altre specie vegetali ed in particolare numerosi membri della famiglia delle ombrellifere (es. pastinaca sativa, heraclem, maximus, daucus carota, amnimaius) o delle rutacee (es. arancia, limone, bergamotto), così come alcune moracee (fico) e alcune leguminose. Non dimentichiamo però che le furocumarine sono presenti anche in molte altre comunissime piante come le primule, l’edera, i gerani. «Le proprietà fototossiche possono venire esplicate dopo il contatto diretto con i prodotti derivati da fusto, foglie, fiori o frutti di queste piante. Queste proprietà erano note e sfruttate fin dall’antichità (es. l’azione pigmentante dei derivati del fico era già nota alla medicina popolare indiana, che la indicava tra i rimedi della vitiligine). In altri casi non sono le piante che producono direttamente le furocumarine. Sul sedano ad esempio può essere presente un fungo, lo sclerotinia sclerotiorum, che produce a sua volta furocumarine, che poi si depositano sulla superficie della pianta».

Un’altra dermatite da ricordare è la rosacea che colpisce il volto e si manifesta con arrossamenti e piccole pustole che interessano soprattutto il viso e le guance. Di questa non si conoscono ancora perfettamente le cause e colpisce soprattutto le donne in età matura. Sembra che la couperose favorisca l’insorgenza della rosacea. Quasi sempre la guarigione è piuttosto lunga. E consigliabile evitare i cibi piccanti, le bevande alcoliche e le creme per il viso troppo grasse, che occludendo i pori favoriscono un surriscaldamento della cute. Può essere utile applicare la sera delle creme a base di zolfo, precedute da impacchi di camomilla.

Quale consiglio allora? «Mai sdraiarsi con la pelle nuda su un prato e poi esporsi al sole. E se proprio la tentazione è forte… ricordiamoci del buon vecchio plaid o di un fresco telo di cotone».

redazione

Recent Posts

Rigenerazione cutanea su misura: per ogni pelle la sua soluzione

Proprio come accade con il resto del nostro organismo, anche la pelle ha delle necessità…

2 anni ago

Filler riassorbibili o permanenti: differenze e possibili rischi

L’Italia è uno dei Paesi al mondo in cui si ricorre maggiormente all'iniezione di filler.…

3 anni ago

Tatuaggi e nei: quali rischi?

Tra alti e bassi, quella dei tatuaggi è una moda che non cessa di esistere,…

3 anni ago

Come rinforzare le unghie: rimedi per mantenerle sane e belle

Non tutti lo sanno ma le unghie sono un vero e proprio specchio della nostra…

3 anni ago

Viso stanco al rientro dalle vacanze: rimedi e trattamenti

Al rientro dalle vacanze estive, complice la ripresa della abituale routine quotidiana, il viso può…

3 anni ago

Digital aging: come contrastare l’invecchiamento digitale

Videocall, esposizione costante alla luce blu dei monitor, stanchezza e insonnia provocate dall’uso continuo dei…

3 anni ago