Il piercing è un trend che ha investito generazioni di adolescenti. Per molti anni è stato simbolo di evasione e ribellione, ma le sue radici sono molto più antiche e radicate nella cultura di diverse tribù aborigene. Che si tratti del semplice piercing all’orecchio o del più complesso piercing alla lingua, prima di arricchire il corpo con questi “orecchini” è fondamentale informarsi adeguatamente per prevenire la comparsa di infezioni e allergie.
Bisogna cominciare dalla scelta della struttura in cui eseguire il piercing all’ombelico, lingua e così via, che deve essere specializzata e utilizzare strumenti sterili e disinfettati. Questa è la prima regola assoluta da rispettare se si desidera effettuare un piercing in totale sicurezza. Gli effetti collaterali di chi si sottopone a questa pratica senza le dovute accortezze sono diversi e si riflettono non solo sulla pelle, ma anche sull’intero organismo.
Appena eseguito il piercing è normale notare pelle arrossata, dolorante e gonfia. Questi sintomi devono però scomparire in 24/48 ore, in caso contrario, o se gonfiore e dolore aumentano è in corso un’infezione. In molti casi, l’organismo percepisce il piercing come un corpo estraneo e lo attacca, complicando il processo di guarigione, che si traduce in infiammazione e pus. Subito dopo aver eseguito questo gioiello cutaneo si potrebbe riscontrare alcune perdite di liquido trasparente e inodore: niente di preoccupante, si tratta di siero linfatico ed è la normale reazione di accettazione e difesa che sta eseguendo l’organismo. Una volta che questo liquido risale in superficie, a contatto con l’aria si secca e può dar vita a piccole crosticine, che rappresentano un segno di lenta guarigione.
In caso di infezione del piercing, rivolgersi subito a un medico o dermatologo. Importante non rimuovere il gioiello prima di aver consultato un esperto perché si potrebbe incentivare la perdita di pus sottopelle e la formazione di un ascesso. Pomate antibiotiche e lavaggi con una sostanza disinfettante come ad esempio l’euclorina sono le cure migliori in caso di infezioni da piercing lievi. Nei casi più gravi è invece necessario un ciclo di antibiotici per bocca.
Molti pazienti scoprono di avere un’allergia al nichel proprio dopo essersi fatti un piercing. Ecco perché i centri specializzati utilizzano ormai solo piercing in acciaio chirurgico. Questo materiale è del tutto ipoallergenico, il che significa che le percentuali di reazioni allergiche sono ridotte al minimo. Bracciali, collane e orecchini in acciaio chirurgico, sono ormai reperibili in molte gioiellerie e sono utilizzati dai piercer professionisti per venire incontro alle esigenze dermatologiche delle persone allergiche al metallo.
All’inizio i sintomi possono essere confusi con un’infezione da piercing, poiché la parte di pelle bucata si presenta arrossata, gonfia e dolorante. In caso di allergia si avverte in aggiunta prurito, rash cutaneo e piccole vescicole che si possono formare attorno al gioiello. Se non si interviene immediatamente può comparire una dermatite cronica o eczema.
Un consiglio per un piercing in sicurezza è effettuare un patch test se si ha il sospetto di essere allergici al nichel o altri metalli. Se il test risulta positivo è opportuno rivolgersi a un allergologo o dermatologo per valutare i rischi derivati dal piercing. In caso di allergia ai metalli è quasi un obbligo affidarsi a strutture specializzate per eseguire il piercing a prescindere dalla zona del corpo e sarà opportuno utilizzare dell’acciaio chirurgico.
Per essere sicuri di fare un piercing in totale sicurezza, è necessario rivolgersi a un professionista, verificando che utilizzi materiali sterili o usa e getta. Una volta che il piercing è stato fatto, bisogna pulirlo almeno due volte al giorno con un detergente delicato che rispetti il pH cutaneo. Per asciugarti utilizza un panno monouso o una garza sterile, il classico asciugamani potrebbe facilitare il contatto con germi e batteri. Il piercing va mosso ogni tanto e si possono delicatamente rimuovere le crosticine, ovviamente con mani pulite. Ricorda di evitare lunghe esposizioni solari o lampade, cosmetici aggressivi, attività sportiva da contatto appena dopo aver fatto un piercing. In base, poi, alla zona esatta in cui viene praticato il foro, è necessario prestare accortezze particolari: le riassumiamo qui di seguito.
Il piercing all’orecchio è il più diffuso e anche il più sicuro. Solitamente prevede 6 settimane di guarigione quando interessa il lobo mentre se fatto sulla cartilagine la guarigione può impiegare dai 4 mesi fino a 1 anno. Se prima la pistola sembrava essere il metodo più igienico per questa tipologia di piercing, ora si preferisce utilizzare l’ago. La pistola veniva spesso riutilizzata, mentre l’ago usa e getta, una volta utilizzato, deve essere buttato.
In caso di piercing alla lingua per velocizzare la corretta cicatrizzazione serve un collutorio senza alcol e cambiare spazzolino, preferendone uno con spazzole morbide che possono aiutare a eliminare la placca che può formarsi intorno al piercing. Prestare attenzione alla masticazione, evitando cibi piccanti e troppo caldi, mentre via libera a bevande fresche che aiutano ad attenuare il gonfiore. Tempo di guarigione medio: 4 settimane.
Il piercing al sopracciglio comporta dalle 6 alle 8 settimane di guarigione. È uno dei piercing che causa più infezioni soprattutto tra gli sportivi, poiché molto esposto a traumi. Se si praticano sport da contatto è consigliato coprire il piercing del sopracciglio con un cerotto e in caso di lesione ricordarsi di disinfettare sempre.
Se il piercing interessa guancia o labbra il foro d’uscita va curato con una soluzione salina, mentre per l’interno si può utilizzare un collutorio senza alcol e le indicazioni utili per salvaguardare anche il piercing alla lingua. La cicatrizzazione può durare anche un paio di mesi a causa dei continui stimoli dei muscoli facciali.
Come abbiamo anticipato attenzione all’utilizzo di vestiti attillati subito dopo il piercing all’ombelico perché potrebbero continuare a stimolare il tessuto cutaneo che circonda il piercing, favorendo pus, croste e gonfiore. Il piercing all’ombelico deve essere rimosso in gravidanza. In media ci vogliono dai 4 mesi fino a 1 anno per la guarigione.
Necessita all’incirca dai 3 ai 6 mesi per la cicatrizzazione. Per le donne, deve essere rimosso in gravidanza e allattamento.
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