I dati recenti relativi al melanoma cutaneo appaiono allarmanti: nell’ultimo quindicennio l’incidenza del tumore della pelle è più che raddoppiata in ogni angolo del mondo. A livello globale, i nuovi casi sono circa 232.000 l’anno, con più di 70.000 decessi. Attualmente, nel nostro Paese, il melanoma è stato invece diagnosticato ad almeno 100.000 persone e ogni anno le nuove diagnosi si aggirano sulle 10.000.
Nonostante gli importanti passi in avanti compiuti dalla medicina sul fronte delle terapie per il melanoma, la prevenzione resta il punto di svolta. Il melanoma può essere infatti efficacemente contrastato sia sul fronte della prevenzione primaria, fondata sulla corretta esposizione al sole, sia sul fronte della prevenzione secondaria, basata sull’autoesame della pelle, una prassi che consente di diagnosticare precocemente la patologia.
L’autoesame permette, infatti, di accorgersi subito se un neo ha subito dei cambiamenti. Per effettuarlo, occorre controllare con attenzione i vari nevi presenti sul corpo, non dimenticando zone cutanee come pianta dei piedi, inguine, ascelle e spazio tra le dita. La regola da seguire, durante l’autoesame, è quella dell’ABCDE:
In presenza di un aumento delle dimensioni in poco tempo, dell’accentuarsi o dell’estendersi della pigmentazione, di sanguinamento o di ulcerazione spontanea di un neo, quindi, è bene rivolgersi subito a un dermatologo per una visita accurata. Sul fronte della prevenzione, una metodica di estrema utilità è inoltre la mappatura dei nei, effettuabile dal dermatologo per poter escludere potenziali rischi per la salute.
La nostra pelle conserva una sorta di memoria che può favorire, con il passare del tempo, il ripresentarsi di alcuni inestetismi cutanei e lo sviluppo di melanomi. Questo è riscontrabile in soggetti che in infanzia hanno subito gravi scottature ed eritemi solari. I raggi del sole possono infatti penetrare in profondità tra gli strati della pelle, favorendo la produzione di radicali liberi che oltre a accelerare l’invecchiamento cutaneo precoce, con rughe e macchie cutanee, possono incentivare la formazione di alterazioni precancerose.
Oltre all’esposizione solare corretta, che evita le ore centrali della giornata e rispetta un tempo al sole limitato durante i primi giorni al mare o in montagna, è strettamente necessario scegliere una protezione adeguata al proprio fototipo. Basta con le protezioni solari 10 o 6: una vera crema solare deve avere almeno 50 o 30 come SPF. Una crema solare con alta protezione 50 è consigliata durante i primi giorni, mentre la 30 può essere applicata una volta che la pelle è abbronzata. Solo in caso di fototipo V o VI è possibile passare alla protezione 30 dopo pochi giorni dall’esposizione, mentre per chi ha pelle molto chiara e soprattutto in presenza di molti nei sulla pelle è davvero fondamentale affidarsi a una protezione solare 50. La protezione solare va poi applicata anche quando il cielo è nuvoloso, poiché i raggi UVA possono oltrepassare non solo le nuvole, ma anche altre barriere come i vetri incentivando l’ossidazione cellulare, mentre i raggi UVB sono responsabili di scottature, eritemi e tumori della pelle.
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