Così il sole ti è amico

Impossibile d’estate sfuggire al desiderio di esibire un’abbronzatura dorata! Nessun problema: l’importante è adottare una protezione adeguata, che salvaguardi la pelle

Irresistibile voglia di sole e di tintarella. Un po’ di dorato sul viso e su tutto il corpo, si sa, dona un colorito sano e contribuisce a renderci più seducenti, dandoci una mano a migliorare la nostra immagine e aumentare l’autostima. La scienza medica, poi, ci conferma che il sole è un alleato della salute e che le radiazioni solari prese con moderazione offrono una serie di benefici. Aiutano l’organismo, soprattutto dei bambini, a produrre vitamina D, necessaria perché le ossa possano utilizzare il calcio che introduciamo con la dieta ed essere più forti e resistenti. La vitamina D, poi, è alla base dei processi di attivazione dei linfociti T, cellule del sangue che hanno il compito di difendere l’organismo dall’attacco di virus e batteri. E non solo: i raggi del sole arrecano benefici alla pelle, per esempio in caso di psoriasi, dermatiti e acne, poiché la gamma degli ultravioletti aiuta a regolarizzare il ricambio cellulare e consente un’azione disinfettante riducendo il rischio di infezioni cutanee. Negli adulti, inoltre, sono utili anche per alleviare i dolori muscolari. Infine, sappiamo tutti che le giornate di sole hanno un benefico effetto anche sul nostro umore: le radiazioni, infatti, stimolano il rilascio di serotonina e endorfine, sostanze prodotte dall’organismo che fungono da veri e propri antidepressivi.

Parola d’ordine: misura
Ma, attenzione, in dosi eccessive e in assenza di pro-tezione, soprattutto in un periodo dell’anno in cui risultano più perpendicolari e intensi, i raggi solari non sono privi di rischi per la salute di pelle e organismo in generale e, inoltre, rischiano di rovinarci le vacanze con le brutte conseguenze che possono provocare. Infatti, se i raggi ultravioletti B (Uv-B) indeboliscono e assottigliano l’epidermide, lo strato più superficiale della cute, e alterano il processo di formazione del pigmento cutaneo, detto melogenesi, gli Uv-A e gli Infrarossi (IR) riescono a raggiungere il derma, lo strato più profondo, e possono alterarne la struttura. Di conseguenza, la luce solare può causare danni più o meno gravi che vanno dalla comparsa di macchie e eritemi, vale a dire lievi scottature, alle ustioni vere e proprie: la pelle appare, allora, molto arrossata e calda al tatto, inoltre sembra “tirare” quando ci si muove. Nei casi più seri, si avverte dolore a indossare i vestiti e compaiono vesciche piene di siero. Con il tempo, possono manifestarsi perdita di elasticità e invecchiamento precoce fino, nei casi più gravi, a formazione di tumori della pelle come me-lanomi e epiteliomi. C’è da dire che, entro certi limiti, la pelle tenta di difendersi da sola attivando cellule specializzate, chiamate melanociti, che producono melanina e danno luogo, così, proprio all’abbronzatura, vale a dire una sorta di schermo protettivo naturale. In questo, sono più protette le persone che, grazie al corredo genetico, possiedono una pelle olivastra, capace di abbronzarsi più facilmente. Ma il problema è che la tintarella non è in grado di filtrare tutte le radiazioni. E allora, quali sono le strategie per abbronzarsi in tranquillità, evitando spiacevoli conseguenze?

Le strategie giuste
… PRIMA Per prima cosa, bisogna “giocare d’anticipo”. Un mese prima dell’inizio della vacanza, è bene cominciare ad assumere integratori dietetici a base di betacarotene, amminoacidi, sali minerali, vitamine E, C e PP e, inoltre, selenio, tutte sostanze che svolgono un’azione antiossidante contro i radicali liberi responsabili del precoce invecchiamento delle cellule. Poi, anche scomparsa dei sintomi. Se però sono presenti anche delle vesciche, è opportuno applicare con delicatezza sulla parte colpita una pomata curativa a base di fitostimoline o sali di alluminio, che aiutano la crescita di pelle sana. In tal caso, però, la guarigione richiede almeno una settimana, durante la quale occorre evitare nel modo più assoluto l’esposizione al sole. Poi anche durante l’esposizione, è opportuno alimentarsi con abbondante frutta e verdura di colore giallo e rosso come melone, carote, peperoni, pomodori, pesche, albicocche e ananas, alimenti ricchi di betacarotene, una sostanza che ha un’azione protettiva sulla pelle. Nell’ananas, poi, è presente anche la bromelina, dotata di spiccate proprietà antinfiammatorie e utile in caso di eritemi solari o scottature.

… DURANTE
Una volta in vacanza, si può cominciare l’esposizione per pochi muniti i primi giorni ed escludendo le ore centrali (dalle 12 alle 6), per poi aumentare gradualmente il tempo se non si avvertono fastidi. Contemporaneamente, si devono applicare sulla pelle filtri solari adatti tenendo conto del colore di carnagione, occhi e capelli, in base ai 4 “fototipi”, classificazioni che stabiliscono il fattore di protezione più adatto da reperire nei vari prodotti. Si crede spesso che l’uso di filtri solari faccia abbronzare meno, ma si tratta di un pregiudizio:si allungano semplicemente i tempi necessari all’epidermide per raggiungere il massimo della colorazione scura possibile.

Bisogna dunque cominciare dai solari con più alto fattore di protezione in relazione al proprio fototipo per poi scendere gradualmente a mano a mano che la pelle si abbronza senza particolari problemi. Per esempio per i fototipi 1 e 2, con pelle, occhi e capelli più chiari e che possono andare soggetti a scottature in meno di 10 minuti, occorre inizialmente un solare con fattore di protezione dai 50 in su. Per quelli intermedi, 3 e 4, con carnagione dorata e occhi e capelli che tendono al castano, in linea di massima è indicata dapprima una protezione 30. Per pelli olivastre e più scure, può essere sufficiente un fattore 15. Bisogna ricordare che fattori di protezione inferiori a questo non sono in grado di filtrare gli Uv-A.

Anche l’età, però, è un elemento di cui tenere conto: sia i giovanissimi sia gli anziani devono utilizzare protezioni molto elevate, indipendentemente dal fototipo, e questo perché la loro pelle è più delicata. A una certa età, soprattutto, siccome la cute si fa anche meno compatta e si abbronza parzialmente e in modo non uniforme, una maggiore protezione è d’obbligo. I prodotti solari vanno applicati generosamente ogni 2 ore su tutte le zone scoperte del corpo compresi orecchie, palpebre, dorso di mani e piedi (anche se si resta sotto l’ombrellone o il cielo è parzialmente nuvoloso, perché le radiazioni sono attive anche all’ombra), e di nuovo dopo ogni bagno. La dose giusta di prodotto per tutto il corpo si aggira sui 35 gr, vale a d-re la quantità che serve a riempire il palmo della mano. E volendo fare il bagno, bisogna utilizzare un prodotto resistente all’acqua: oltre l’80% delle radiazioni, infatti, riesce comunque a penetrare tra le onde o nell’acqua della piscina. A-tenzione, poi, alle radiazioni riflesse da acqua e sabbia, che vanno a sommarsi a quelle dirette, aumentando i fattori di rischio. In ogni caso, quando la pelle si arrossa, cioè ai primi sintomi di eritema, vuol dire che ha fatto il pieno di raggi solari e ha bisogno d’ombra. A questo proposito, va anche ricordato che, se è vero che una pelle può essere sensibile per costituzione, quella normale può diventare momentaneamente più fragile e delicata a causa di fattori ormonali, metabolici o psicologici. Di conseguenza, è sempre bene essere vigili e, appena la pelle presenta un’alterazione dovuta al sole, bisogna correre ai ripari. Per evitare alla pelle il surriscaldamento e rischi che ciò comporta, poi, è opportuno nebulizzare spesso il corpo con acqua fresca.

… E DOPO Bisogna assolutamente continuare a proteggere la pelle anche quando si è ben abbronzati evitando però di utilizzare prodotti scaduti o già utilizzati parzialmente l’anno prima e rimasti esposti al sole o al caldo, quindi non più in grado di proteggere adeguatamente. Non trascuriamo dunque l’idratazione. Va eseguita regolarmente e con cura, utilizzando prodotti “doposole” di qualità. Devono essere in grado di rinfrescare la pel-le surriscaldata dal sole e lenire eventuali arrossamenti, e inoltre contenere principi attivi che aiutino a riparare i danni cellulari provocati dagli Uv perché, è bene sottolinearlo, non esistono prodotti solari a protezione totale. I doposole ideali contengono oli e burri vegetali restitutivi come aloe vera, acido ialuronico e glicerina dall’azione idratante e, poi, estratti di camomilla, hamamelis e malva, ottimi lenitivi; infine, vitamine antiossidanti per contrastare i radicali liberi. Utilizzare questi prodotti preferibilmente dopo una doccia rinfrescante è fondamentale se si vuole evitare che la pelle inaridisca e in breve tempo si squami, rendendo l’abbronzatura meno intensa e compatta. Con l’utilizzo dei prodotti giusti, infine, è possibile conservare la tintarella più a lungo. Prima di tutto bisogna utilizzare detergenti delicati, che formino poca schiuma: questa infatti tende a disidratare la pelle e ad accentuare la desquamazione. Poi, è opportuno utilizzare una crema per il corpo che contenga fospidin, un nuovo mix di fosfolipidi e glucosamina in grado di stimolare la formazione di collagene e aiutare la pelle a ricompattarsi.

Occhio a ultravioletti e calore
Gli Uv, si sa, incrementano la formazione nella pelle di radicali liberi, sostanze “rubagiovinezza” che ossidano le cellule, depredandole della loro vitalità e salute, e frammentano le fibre di collagene grazie alle quali la pelle resta ben idratata. Il risultato è il “fotoaging”, cioè una grave disidratazione della cute accompagnata da formazione di rughe. Se, poi, si esagera davvero troppo nell’esposizione alla luce solare, i melanociti possono arrivare a produrre in modo sregolato melanina, il pigmento scuro responsabile dell’abbronzatura, che così si accumula formando macchie visibili. Alcune scompaiono spontaneamente in qualche settimana, altre invece possono restare indelebili. Il calore che i raggi provocano sulla cute, invece, fa dilatare i vasi sanguigni e allora il sangue circola più lentamente. Di conseguenza, si riduce l’apporto di ossigeno e sostanze nutritive ai tessuti. I primi a farne le spese sono i fibroblasti, cellule che mantengono compatta la pelle: infatti perdono energia e non riescono più a produrre nuove cellule, necessarie a mantenere la pelle elastica. Ecco dunque la necessità di nebulizzare frequentemente acqua fresca sulla pelle.
di Paolo Emiliani

Prof. Antonino Di Pietro

Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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