In estate è facile avere un incontro ravvicinato con questi animaletti. la loro puntura, o anche il semplice contatto, può provocarci molti problemi

L’estate è il periodo dell’anno in cui si corre il rischio maggiore di essere punti dagli insetti. Zanzare, api, vespe e calabroni sono in agguato sia se si passeggia in un parco sia se si passano le vacanze in mezzo alla natura, al mare, ai monti e soprattutto in campagna. Però, esistono altri animaletti, meno noti ma altrettanto rischiosi come la cantaride e la «gatta pelosa» o processionaria, da cui bisogna imparare a proteggersi e soprattutto sapere cosa fare dopo essere stati punti. «Il pericolo più comune riguardo a tutte queste punture di insetti è che peggiorino grattandosi, specie se le mani sono sporche» spiega il dermatologo Antonino Di Pietro. «Questo può provocare una sovrainfezione cutanea detta impetigine. I batteri entrano dove c’è la puntura e si sviluppano con molta facilità soprattutto con il caldo. La parte comincia a gonfiarsi formando del pus. Questo in genere avviene nel giro di due, tre giorni. Poi i batteri si diffondono nell’organismo attraverso il sangue e nei giorni successivi la pelle si copre di pustole. Una forma di infezione molto frequente nei bambini che si cura con antibiotici per bocca. Se si è al mare per almeno una settimana non si può prendere il sole».

LA CANTARIDE
Lo scontro con questo insetto comune che somiglia a un maggiolino più allungato e si trova nelle nostre campagne, soprattutto al Sud, può provocare dei problemi. Sotto le sue ali c’è una polverina che si chiama cantaridina, molto urticante, che quando viene a contatto con la nostra pelle provoca una forte irritazione. L’incontro con la cantaride può avvenire  banalmente attraversando una strada di campagna in bicicletta, con braccia, gambe e décolleté scoperti. Nelle ore successive la cantaridina fa effetto e compaiono delle chiazze: è la dermatiti da cantaride. Chi passa l’estate in campagna deve metterlo in conto.
Cura: mettere subito un cubetto di ghiaccio per bloccare l’infiammazione e nel caso applicare una crema al cortisone.

LA GATTA PELOSA
Questi bruchi pelosi, che in realtà sono le larve del lepidottero Hyphantria cunea, sì possono vedere sugli alberi e sulle piante ad alto fusto, dove si nutrono di foglie e gemme. Un colpo di vento può farli cadere dagli alberi, farli rotolare e colpire la nostra pelle, soprattutto su collo e braccia. I loro peli urticanti restano conficcati nell’epidermide. Al momento non danno nessun fastidio. Nell’arco delle 10/12 ore successive questi peli rilasciano delle sostanze irritanti provocando delle chiazze di diversi centimetri di larghezza. Il processo infiammatorio è ormai in atto: le chiazze rosse e pruriginose, con piccole vesciche, possono durare da una settimana a una decina di giorni.
Cura: applicare creme calmanti, antipruriginose o creme al cortisone se l’infiammazione è in fase acuta.

Perché quando ci punge una zanzara la pelle si irrita?
L’irritazione che si crea nella pelle è provocata dalla sostanza anticoagulante contenuta
dallo stomaco dell’insetto. Infatti quando una zanzara affonda il suo apparato boccale, costituito da un pungiglione simile a uno spillo, in un vaso capillare e comincia a succhiare il sangue, questo arriva nel suo stomaco, dove ci sono degli enzimi che impediscono la coagulazione. A quel punto l’insetto rigurgita di nuovo nell’ospite il sangue che ha succhiato: se non lo facesse morirebbe soffocato. Anche se sono quantità infinitesimali, a seconda dei soggetti, ci può essere una maggiore o minore reazione alla sostanza. Alcune zanzare possono avere grandi quantità di sangue. La situazione peggiora grattandosi perché lo strofinamento espande e manda più in profondità questo veleno.
Cura: cubetto di ghiaccio o creme al cortisone. Le creme antistaminiche sono sconsigliate. Un’alternativa sono le creme che contengono alukina o quelle a base di allume, sostanza naturale di origine vulcanica.

Vespe, api e calabroni
La puntura di questi insetti può essere pericolosa perché il loro pungiglione contiene un veleno fortemente irritante che provoca un bruciore molto intenso. Sulla puntura d’ape bisogna applicare una crema antibiotica di vespa e calabrone basta una crema antinfiammatoria. In alcune persone il veleno, di natura proteica, può provocare una reazione allergica che si aggrava con le punture successive fino a portare a uno shock anafilattico. Più si viene punti,  più la risposta aumenta prendendo tutto l’organismo fino alle vie respiratorie, provocando il rigonfiamento della gola e della faringe, con il rìschio di morire soffocati se non si viene soccorsi subito. In questi casi bisogna andare  immediatamente ai pronto soccorso dove verrà praticata un’iniezione in endovena di cortisone.

ZECCHE
Si annidano nel pelo di molti animali a sangue caldo, come cani e pecore, e si nutrono del loro sangue. Nello stomaco di questi insetti ci sono dei germi infettivi, detti spirochete, che vengono rigurgitati nel sangue dell’ospite. Non tutte le zecche sono infette, ma quando lo sono passano le spirochete nel sangue umano. Una volta entrate nell’organismo le spirochete attraverso il sangue raggiungono le articolazioni, provocando artriti molto dolorose: il morbo di Lyme. Se non vengono debellate con gli antibiotici possono diventare molto rischiose perché danneggiano i nostri organi interni come il fegato e l’intestino.

Prof. Antonino Di Pietro

Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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