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COME INGANNARE IL TEMPO

Vi ricordate di Brigitte Bardot dei tempi d’oro? Eh, BB… Si resta increduli a rivederla oggi, quasi irriconoscibile per la sua devastante rete di rughe.

Il tempo è stato spietato e lei, forse per provocazione, non ha risposto alla sfida. Ma è un’eccezione.

Possiamo dire che tutti vogliono fermare la marcia degli anni e molti chiedono il miracolo.

Ma ai miracoli di questo genere non bisogna credere. Nei nostri studi ne abbiamo visti proprio tanti di danni provocati da interventi indiscriminati sui volti di uomini e donne che desideravano soltanto spianare un solchetto lì e lisciare quella zona là. Rallentare l’invecchiamento si può, però bisogna affidarsi a professionisti esperti e soprattutto coscienziosi.

Sì al bravo dermatologo, sì al bravo chirurgo plastico, di certo no all’estetista dietro l’angolo e al medico senza la specializzazione giusta.

Prima di passare ai trattamenti, spieghiamo perché si formano le rughe. Fino ai 20 anni l’organismo riesce a produrre la stessa quantità di cellule pari a quella che ogni giorno viene distrutta. Con il passare del tempo, questa capacità di rinnovamento cala.

Anno dopo anno, sostanze come l’acido ialuronico, il collagene e l’elastina, in grado di garantire al derma idratazione, elasticità e compattezza, diminuiscono e le grinze si fanno più accentuate.

Già a 25 anni i primi segni d’espressione

Intorno ai 25 cominciano a comparire le prime rughe d’espressione, dovute alla mobilità del volto (come lo strizzare degli occhi o il corrugare la fronte). Via via si trasformano in segni sempre più evidenti, fino magari a diventare solchi.

Oltre all’invecchiamento fisiologico un ruolo fondamentale svolge il Dna: la giovinezza della pelle dipende al 60% dal patrimonio genetico, ossia dall’eredità dei genitori. L’altro 40% è correlato a fattori individuali e legati all’ambiente.

Peggiorano la situazione il fumo, l’alcol, un cattivo regime alimentare o un eccesso di raggi ultravioletti.

Dunque? Al bando il pacchetto di sigarette, niente tintarelle per 12 mesi all’anno e sì a una dieta corretta.

Trattamenti dolci e bisturi, zona per zona

Passiamo alle armi. Intanto i trattamenti di dermatologia plastica, che si possono adottare a partire dai 30-35 anni.

Prolungano l’aspetto giovanile senza alterare il volto e stimolano l’organismo a produrre quelle sostanze che con gli anni diminuiscono. Il rovescio della medaglia è che i risultati hanno una durata limitata e che le cure vanno ripetute periodicamente.

In ogni caso, se a un certo punto cambiate idea, potete tranquillamente decidere di non correggere più i segni dell’invecchiamento e nel giro di solo qualche mese acquisterete quello che è il vostro aspetto naturale.

I trattamenti di dermatologia plastica sono di due tipi: quelli superficiali, che interessano soltanto l’epidermide, servono a migliorare la compattezza della pelle, a correggere le microrughe e a eliminare le macchie scure; quelli profondi, che agiscono sul derma, lo strato intermedio, migliorano la struttura complessiva, aumentano il turgore e l’elasticità, correggono anche le rughe marcate e le depressioni a lato del naso, della bocca e del mento. Fanno parte dei trattamenti profondi tutti quelli che utilizzano acido ialuronico, da adeguare a una zona piuttosto che a un’altra, attraverso il cosiddetto filler (la tecnica di riempimento della ruga tramite un’iniezione con un ago sottilissimo, che consente di sollevarla in modo naturale).

Quando le rughe sono ancora più profonde si rendono necessari gli interventi di chirurgia plastica: più invasivi ma certo più duraturi.

Però ricordate che nessuna operazione ferma il tempo!

Può migliorare, se eseguita bene, l’aspetto del volto per alcuni anni. Mai nessuna, comunque, deve trasformare il volto in una maschera statica priva di espressività.

Ecco tutto quello che si può fare contro l’invecchiamento cutaneo, zona per zona, con i relativi rischi da tenere presenti.

FRONTE

Peeling chimico. Può essere a base di acido glicolico, acido cogico, acido salicilico ed è in grado di eliminare le cellule morte dello strato più esterno dell’epidermide. Stimola la produzione di collagene e aumenta l’idratazione.

Rischi. La sostanza impiegata dev’essere calibrata da mani esperte sul tipo di pelle o c’è rischio di infiammazioni e susseguenti iperpigmentazioni.

Laser Erbium. Svolge una sorta di peeling superficiale ed è molto efficace sulle piccole rughe. Il risultato di una applicazione può durare anche per anni.

Rischi. Controindicato per pelle olivastra e pelle sottile perché possono formarsi delle macchie più scure.

Laser Neodimio-Yag. Riduce visibilmente le rughe superficiali e moderatamente quelle profonde.

Stimola il collagene del derma a produrre fibre elastiche nuove.

Rischi. Può causare macchie o cicatrici se usato ad alta potenza su pelli sensibili.

Picotage. Sono microiniezioni superficiali indolori con l’utilizzo di acido ialuronico che migliorano l’idratazione e stimolano la formazione di nuovo collagene. Il picotage è ideale per chi prende molto sole, oltre che come intervento preventivo antinvecchiamento.

Rischi. Le pelli più sensibili possono restare lievemente arrossate per circa un’ora.

Tossina botulinica. Da usare solo per la piega tra le sopracciglia, ha un effetto distensivo perché paralizza le fibre muscolari. Tra un’applicazione e l’altra devono passare almeno tre mesi e l’effetto dura due-tre mesi.

Rischi. Il botulino può migrare dal punto di iniezione e circolare nel corpo con possibili reazioni indesiderate, come emicrania, nausea e disturbi della vista. Mai utilizzarlo in gravidanza.

Acido ialuronico. Si inietta la sostanza con un ago sottilissimo lungo le rughe della fronte, in forma concentrata e condensata per ottenere una durata e un effetto riempitivo maggiori. Il risultato non è definitivo e l’applicazione va ripetuta ogni quattro-sei mesi.

Rischi. Possono formarsi piccole ecchimosi sotto forma di macchie bluastre che spariscono nel giro di quattro-cinque giorni.

OCCHI

Laser Erbium. Sfrutta la luce laser Erbium-Yag, la cui lunghezza d’onda ha un’altissima affinità con l’acqua presente nei tessuti: si verifica così una veloce disidratazione delle cellule superficiali che causa una leggera desquamazione. È questa a permettere il ricambio degli strati superficiali e la formazione di una pelle più giovane e compatta.

Funziona molto bene sulle piccole rughe. Una seduta protrae i suoi effetti per un anno.

Rischi. Se viene utilizzato troppo in profondità può evidenziarsi una discromia (chiazze di colore diverso) che può durare anche un anno, con conseguente cerchio intorno agli occhi. Lo stesso effetto può verificarsi su una pelle olivastra o molto sottile.

Acido ialuronico. Si inietta lungo le zampe di gallina. Il risultato non è definitivo e l’applicazione va ripetuta ogni quattro-sei mesi.

Rischi. Possono formarsi delle piccole ecchimosi.

SOLCHI NASO-LABIALI

Acido ialuronico. Si inietta la sostanza con un ago sottilissimo lungo il solco, in forma concentrata per ottenere una durata e un effetto riempitivo maggiori. La sostanza si può iniettare anche sugli zigomi, con una tecnica a push-up, per sollevarli e far diminuire le rughe naso-labiali. L’applicazione va ripetuta ogni quattro-sei mesi.

Rischi. Possono formarsi macchiette bluastre che spariscono in quattro-cinque giorni. Se l’acido non viene iniettato esattamente lungo la linea della piega cutanea, può verificarsi un rigonfiamento che dura anche un mese, ma si riassorbe massaggiando la parte trattata.

LABBRA

Acido ialuronico. Iniettato a due millimetri di profondità all’interno del labbro dà volume e forma, oltre a rendere meno evidenti le rughe verticali, le cosiddette codice a barre.

Rischi. Si possono creare tumefazioni che durano due-tre giorni: con il ghiaccio si riassorbono più velocemente.

Laser Erbium o CO2 ultrapulsato. Si utilizza quando non si riesce a ottenere un buon risultato con l’acido ialuronico.

Rischi. La pelle olivastra può macchiarsi e quella sottile può diventare lucida se si agisce troppo in profondità.

COLLO

Acido ialuronico. La sostanza riempie le rughe orizzontali a collana e stimola la formazione di nuova elastina e di nuovo collagene, migliorando così il turgore cutaneo.

Rischi. Possono crearsi piccole ecchimosi, che però si riassorbono in pochi giorni.

DIECI SUGGERIMENTI PER SCEGLIERE LE CREME ANTIAGING

Le creme cosmetiche sono utili in ogni fascia d’età. Ecco dieci cose da sapere, suggerite dal dermatologo Antonino Di Pietro.

1.Un antiaging dev’essere soprattutto un idratante, in grado di mantenere una buona umidità della pelle, perché il principale fattore di invecchiamento è proprio la perdita d’acqua.

2. L’efficacia idratante si basa essenzialmente su due fattori.

Il primo è la capacità di creare una superficie cutanea compatta, in modo che l’acqua contenuta subito sotto la superficie della pelle non possa evaporare. A questo scopo si usano sostanze come le ceramidi e i fosfolipidi, che hanno attività per così dire cementante, che tengono cioè ben unite le singole cellule.

3.Il secondo fattore è la capacità di mantenere l’idratazione profonda. Si usano quei principi attivi che aiutano la microcircolazione nei capillari, come sono per esempio quelli che servono a mantenere integre le pareti dei vasi sanguigni: tra questi, le antocianine, gli omega-3 e gli omega-6.

4. Nelle creme si aggiungono poi sostanze come le vitamine, specie la E e la C, antiossidanti che combattono l’accumulo delle scorie, i cosiddetti radicali liberi, altra causa di invecchiamento.

5.Infine, enzimi e amminoacidi, io cellulare.

6. I principi attivi variano. Prima di acquistare, leggete l’etichetta: gli ingredienti sono elencati in maniera decrescente rispetto alla quantità.

7.Soprattutto, per evitare di spendere soldi inutilmente, dovete sapere che cosa serve alla vostra pelle in quello specifico momento. Può aiutarvi il dermatologo o il farmacista del reparto cosmetico.

8. E c’è un consiglio sempre valido: spalmare la crema e sentire che vi fa star bene. Se avvertite pizzicore, bruciore, pelle che tira, non fa al caso vostro.

9.Altro accorgimento: usare lo stesso prodotto per tutta la vita non è corretto. Il problema non riguarda l’assuefazione quanto la necessità di seguire i cambiamenti legati all’età.

10. Le creme si applicano alla mattina e alla sera, preferibilmente dopo la detersione, in modo da essere assorbite meglio.

DOMANDE E RISPOSTE PRIMA DI FARSI SPIANARE IL VISO

Che il trattamento antirughe sia soft o hard, meglio tenere a mente questo decalogo, suggerito dal dermatologo Antonino Di Pietro.

1. Chiedere allo specialista quali sono gli effetti collaterali delle terapie e degli interventi che vengono proposti.

2.Chiedere quali sono i risultati minimi e massimi che si possono raggiungere e quanto tempo possono durare.

3. Non farsi iniettare sostanze non riassorbibili (silicone, metacrilati, plexiglas) per evitare granulomi da corpo estraneo.

4. Non farsi iniettare veleni o tossine senza che sia conosciuta la quantità massima iniettabile e non si conoscano gli effetti collaterali a lunga distanza.

5. Ricordarsi che anche il più piccolo intervento chirurgico lascia comunque una cicatrice.

6. Fidarsi di un medico che spiega tutto con chiarezza e non propone inverosimili cambiamenti.

7. Non fidarsi del medico che sostiene di essere l’unico in grado di fare certe terapie e operazioni.

8. Fidarsi del medico che dà la più completa disponibilità a farsi rintracciare in caso di reazioni avverse.

9. Non fidarsi di medici ambulanti che operano in strutture non autorizzate come centri medici (presso estetiste, saloni di bellezza, profumerie).

10. Ricordarsi che i risultati non sono standardizzabili o prevedibili con sicurezza: i migliori sono quelli naturali e non forzati.

Per intendersi, a 50 anni non si può pretendere il volto di una ventenne.

ATTENZIONE A QUESTI INTERVENTI

● Filler non riassorbibili. Il silicone liquido (vietato per legge) e i metacrilati (sostanze che l’organismo non è in grado di assorbire) iniettati sottocute sono permanenti. Questi tipi di filler possono creare diversi problemi: una sostanza che non si riassorbe rappresenta un corpo estraneo e può dar luogo a processi di rigetto anche a distanza di anni. Le conseguenze? Pensate alle labbra a canotto… E ancora: la pelle inizia a gonfiarsi perché si crea un edema e si possono formare granulomi con l’apertura di fistole verso l’esterno. Per asportare il materiale, l’unica soluzione è intervenire chirurgicamente, ma con la conseguenza di cicatrici permanenti.

● Impalcature. Pericolosi quei fili chirurgici non riassorbibili che vengono inseriti sottocute con un ago allo scopo di tirare su la cute. Quando con il passare degli anni la pelle cede, i fili rimangono, causando problemi, primo fra tutti una sorta di segno visibile sottocute. In più, una sonora risata o un’energica masticata potrebbero tirare il filo, spostandolo dalla sede, con gravi conseguenze. Per fortuna molti medici hanno capito che la metodica è pericolosa e quindi da evitare.

● Lifting chirurgico. Con la parola lifting oggi si intende un intervento la cui portata varia e sfugge a un giudizio complessivo che comprenda tutte le sue applicazioni. Il fine comune deve

comunque essere quello non di modificare i connotati o l’espressione del soggetto, bensì di donargli un’aria riposata, come dopo un mese di vacanza.

Di Sabrina Commis, Marta Grezzi e Paola Occhipinti

redazione

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