EFFETTO LUCE. THE ANTI-AGE LAST THERAPY

Allarme Uv e photoaging indotto a parte, finalmente si parla di luce buona. E se quella del sole fa indubbiamente bene alla salute e rimette in sesto l’umore, c’è anche la luce, udite udite, che leviga e ringiovanisce la pelle. All’inizio fu il laser. Poi si specializzò, a luce pulsata, CO2 super soft o extra strong, fino a fare proseliti. Impiegata per distendere i tratti del volto e restituire alla carnagione luminosità e compattezza, l’intensità progressiva della luce in effetti funziona, soprattutto se il problema principale riguarda un semplice cedimento dei tessuti. Lo certifica il Dott. Antonino Di Pietro, dermatologo: in questo caso funzionano bene gli apparecchi a radiofrequenza che, stimolando il connettivo, agiscono sulle zone profonde della cute.

Sollecitati dagli impulsi luminosi, anche i muscoli si ricombattano e il volto si tonifica. In più, procedendo con un manipolo dotato di un sofisticato sistema di raffredamento, il tutto risulta assolutamente indolore. Diversa la soluzione se il colorito è spento e opaco: c’è un trattamento refreshing mediante il Lasypeel: fattibile una sola volta all’anno, si tratta di un peeling al laser che elimina gli strati superficiali dell’epidermide.

Molto più soft del Resurfacing, un altro tipo di laser con il quale si ottiene un rinnovamento radicale: non per niente si effettua in anestesia locale e consiste in una dermoabrasione profonda. Da ottimi risultati sulle rughe peribuccali profonde e quelle del contorno occhi, ma comporta un post-operatorio impegnativo: il viso deve rimanere bendato per almeno una settimana. Appare evidente che non tutti i laser sono uguali e che per ottenere un buon risultato terapeutico sia indispensabile, oltre che “fare luce” su questa risorsa energetica, sapere scegliere quella più appropriata. Oggi la medicina estetica, grazie alle innovazioni tecnologiche, è andata oltre offrendo metodologie nuove e sistemi avanzatissimi che si distinguono per essere meno invasivi e più risolutivi.

Si tratta comunque di procedimenti terapeutici, indolori, che distendono i tratti, stirano le rughe e uniformano il colorito.

FILLER & FILLER

La soddisfazione immediata che dà la microiniezione che ripiana la ruga è impagabile. Non solo per l’effetto estetico in sé, anche per la modalità incruenta e indolore, per il costo contenuto e per l’aspetto “socially acceptable”: si può tornare alla scrivania cinque minuti dopo e nessuno si accorge di nulla.

Tuttavia, prima di farsi iniettare alcunché nelle zone delicate del viso, è bene sapere che non tutte le sostanze riempitive sono uguali. In particolare, dice il dermatologo plastico Antonino Di Pietro (www.antoninodipietro.it), autore del volume “La Bellezza Autentica”, vanno assolutamente rifiutati i filler non riassorbibili, che rimangono per sempre sotto la cute. In caso di reazione dell’organismo non si può infatti contare sulla loro progressiva distruzione, ma bisogna convivere con un attivo che crea un disturbo permanente e che spesso va trattato con terapie farmacologiche. Molta prudenza suggerisce Di Pietro anche per l’acido polilattico, un ristrutturante del volto a lento assorbimento che aumenta il volume delle guance: si tratta di un prodotto in polvere, che va diluito in acqua. Se la sospensione ottenuta non è perfettamente omogenea, si creano dei granulomi da corpo estraneo. Questo perché il polilattico non viene digerito dagli enzimi come accade per lo ialuronico, ma dai macrofagi, i globuli bianchi che attaccano i microbi. Se nella soluzione iniettata ci sono dei piccoli grumi, i macrofagi non riescono a mangiarli, si affollano tutt’intorno, muoiono e si forma una capsula, cioè il granuloma. Il prodotto più sicuro, che mette d’accordo chirurgo e dermatologo, è invece l’acido ialuronico, che il derma contiene allo stato naturale, in quantità decrescenti in funzione dell’età. Ne esistono diversi tipi, più o meno densi, a seconda delle zone cui sono destinati e dei risultati che si vogliono ottenere, dice Di Pietro: nell’acido ialuronico linkato le molecole sono come tanti spaghettini legati tra loro mediante sostanze che rendono il gel più compatto e meno riassorbibile. Iniettato nelle pieghe, nelle rughe, nei vuoti cutanei, questo tipo di ialuronico solleva la cute dall’interno e ripiana efficacemente i solchi. Ancor più denso lo ialuronico che si utilizza per riempire gli zigomi o il mento, mentre per restituire volume alle labbra lo ialuronico deve essere piuttosto fluido. Se invece vogliamo ridare turgore a tutto il viso, ricorriamo a uno ialuronico non linkato, che viene iniettato appena sottocute secondo la tecnica del Picotage per più sedute. Il Plus? Si riassorbe velocemente ma ha una potente azione stimolante sui fibroblasti, che ricominciano a produrre collagene ed elastina. Nel giro di un paio di settimane la pelle si rigenera.

NOVITA’ ANTI-RUGHE

Quanto alle rughe, buone notizie arrivano dall’ultimo congresso ISPLAD (Società Italiania di Dermatologia Plastica). La nuova frontiera per ritrovare la pelle dei vent’anni sembra sia rappresentata dall’autotrapianto di piastrine. Dice Di Pietro: gli studiosi spagnoli hanno messo a punto questa tecnica, che prevede l’iniezione nel cuore delle rughe delle piastrine ottenute per centrifugazione del sangue. Poiché contengono un’alta percentuale di fattori di crescita, innescano un processo di ringiovanimento del derma che porta al ripianamento dei solchi.

ETERNA GIOVINEZZA

YEAR BY YEAR

L’aging cutaneo

Spiega il dermatologo Antonino Di Pietro: le prime rughe compaiono tra il naso e la bocca, mentre le prime pieghe si creano ai lati delle labbra. Poi appaiono in genere quelle attorno agli occhi, specie nei miopi. Seguono i segni verticali sulle guance, quelli sulla fronte legati alla mimica facciale e da ultimo il cedimento del collo. Oltre a queste dèbacles e ai cosiddetti minus, cioè i vuoti che si vengono a creare ai lati della bocca, tutta la pelle diventa più opaca, perché lo strato corneo si ispessisce. Fino ai 25-30 anni, infatti, il turnover delle cellule avviene in circa un mese. Più in là il ricambio rallenta, per cui le cellule cornee rimangono appese alla pelle più a lungo, perdendo coesione fra di loro. La superficie diventa irregolare, la riflessione della luce meno omogenea. Da qui il colorito spento. In più le cellule cornee trattengono melanina, per cui appaiono in superficie discromie dell’incarnato. E poiché la pelle perde la capacità di fabbricare collagene ed elastina, aggrediti e distrutti dagli agenti esterni, lo spessore del derma diminuisce.

I cedimenti strutturali

Con l’ètà le ossa e i muscoli perdono densità e consistenza, gli zigomi si fanno meno prominenti, i tessuti iniziano a cedere, i contorni a rilassarsi. Le labbra si assottigliano e svanisce la loro naturale curvatura a causa del riassorbimento osseo e delle carenze di acido ialuronico, mentre il naso tende, per forza di gravità, ad avere la punta che pende verso il basso. Naturalmente l’aging è del tutto individuale e avviene per step progressivi. Ci sono persone con pelle ancora soda e compatta, che hanno però già un naso invecchiato, altre che hanno un’epidermide fine come la carta velina, ma i contorni ancora tonici. E così via. A ciascuno il proprio problema. E le proprie soluzioni.

Per le guance scavate, invece, sono efficaci le iniezioni di acido polilattico. Spesso si formano inoltre dei vuoti ai lati del naso e della bocca che, dice Di Pietro, creano delle zone d’ombra.

Riempiendole con iniezioni di acido ialuronico si restituisce luce a tutto il viso.

GAMBE: OUTING

Mostrar le gambe? Facile a dirsi. In realtà, sé c’è una parte del corpo di cui le italiane sono insoddisfatte è proprio questa: le gambe non sono mai abbastanza lunghe e diritte, le caviglie mai abbastanza sottili, le ginocchia sempre troppo grosse o sporgenti, le cosce più robuste che toniche. Tanti i problemi, altrettante le soluzioni.

Microiniezioni: via i centimetri

Emergenza cellulite: cure d’urto last minute. Il dermatologo plastico Antonino Di Pietro suggerisce due tecniche d’avanguardia: poiché la cellulite è in sostanza tessuto adiposo pieno d’acqua, bisogna riuscire a sciogliere i depositi di grasso e eliminare il ristagno di liquidi. Il primo round si vince ricorrendo alle iniezioni locali di fosfatidilcolina, una sostanza naturale che possediamo all’interno delle cellule e che viene usata da anni come farmaco per abbassare i trigliceridi. I ricercatori brasiliani hanno scoperto che se viene iniettata direttamente nei pannicoli adiposi ha una efficace azione lipolitica. Con la microterapia, invece, si diffonde sottocute tramite un ago minuscolo una soluzione ipersalina, che richiama i liquidi dal derma e li convoglia nei vasi, perché vengano eliminati (www.isplad.org).

Validi anche i prodotti disinfiltranti e lipolitici, in genere a base di caffeina e carnicina. Tra le formule più innovative, i Patch Anti-cellulite, cerotti transdermici che agiscono per 24 ore, massimizzando l’effetto levigante e snellente di fianchi e cosce.

Colore, acqua e sapone

Sempre chic le gambe bianchissime, purchè belle davvero e tanto curate. Talvolta un velo di colore aiuta. E se le lampade abbronzanti sono da evitare per non ritrovarsi con cedimenti cutanei, segni e macchie dovute al photoaging da eccesso di Uva, un leg perfector, che uniformi il colore della carnagione e minimizzi la visibilità delle imperfezioni, è tra le grandi news di stagione. Per gambe segnate dal reticolo di capillari evidenti, invece, c’è solo la terapia: Sclerosalt sono iniezioni sclerosanti a base di soluzione ipersalina che, grazie a un processo osmotico, chiudono definitivamente i piccoli vasi, spiega Antonino Di Pietro.

Pelle nudissima con il laser

Quando poi ai peli superflui sono ormai facili da estirpare sul lungo periodo grazie al laser. Dice Di Pietro: l’energia luminosa viene catturata dalla melanina del pelo, che si surriscalda. Come su un filo elettrico, il calore si propaga dal pelo al bulbo, che viene distrutto. Poiché nella zona germinativa nascono comunque altri peli, il trattamento può non essere definitivo, ma rappresenta in ogni caso un enorme passo avanti rispetto a rasoi e cerette, specie per trattare le zone delicate.

FRAGILITA’ EPIDERMICHE E PICCOLI-GRANDI DIFETTI CARATTERIALI DELLA CUTE

Troppo sensibile, tendenzialmente a rischio couperose o destinata a macchiarsi. Anche in questi casi, la specialità cosmetica giusta fa davvero la differenza.

I capillari fragili temono il calore, dice il professor Di Pietro.

Ecco perché se la pelle è segnata dalla couperose serve una crema che freni gli infrarossi o che includa ingredienti vasoprotettori. Come edera, ippocastano, hamamelis, estratti vegetali rinforzanti dei capillari. Cambia la ricetta quando la pelle diventa irascibile, l’imperativo è stare alla larga da conservanti, profumazioni e textures grasse che le impediscono di respirare, surriscaldandola e scatenando rossori e irritazioni. Si alle formule lenitive a base di acqua termale. Riguardo all’accumulo melanina, quindi macchie, sulle zone a rischio si stende il solare, e la sera una piccola dose di crema schiarente: l’attenuazione della tintarella è il prezzo da pagare, consiglia il dermatologo Di Pietro.

redazione

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