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LE DOMANDE SCOMODE

  1. E’ vero che i filler possono creare “bozzi” che non scompaiono più?

Si, ma solo se si usano prodotti non riassorbibili. E non si tratta solo del silicone liquido, che infatti è stato proibito, ma anche di altre sostanze tuttora in circolazione. Per stare tranquilli, dunque, verificare sempre che il filler non sia a base di acrilati: qualunque sostanza che non si riassorbe si comporta da corpo estraneo, e con il tempo vi sono alte probabilità che venga rigettata dall’organismo, con conseguenti rigonfiamenti o granulomi. A quel punto, il rimedio è solo chirurgico (con inevitabili cicatrici), e comunque difficile, perché la sostanza si infiltra nel tessuto come una macchia d’olio.

  1. E’ vero che il botulino è pericoloso?

L’uso della tossina botulinica è la metodica più innaturale che esista. Per questo non mancano gli interrogativi. Per esempio: quando il muscolo si muove, fa circolare sangue e linfa, aiutando il viso a restare elastico. Se invece non si muove, a poco a poco diventa atrofico. E allora, cosa può succedere nel corso degli anni a un viso continuamente “bloccato” dalla tossina botulinica? E se il farmaco, migrando dal punto in cui è stato iniettato a tutto l’organismo, provocasse reazioni impreviste? Occorre dunque molta cautela e ricordare che la tossina botulinica è autorizzata solo per le piccole rughe verticali fra le sopracciglia e non per tutte le altre zone del viso. E soprattutto, meglio evitare il trattamento prima dei 18 anni e dopo i 65. inoltre, bisogna tenere presente che può interferire con vari farmaci e che è controindicato in gravidanza.

3. E’ vero che i pori dilatati si possono chiudere per sempre?

Non esiste nessun prodotto cosmetico in grado di farlo. Nei casi più gravi si può solo ricorrere a peeling profondi a base di acidi che, eliminando gli strati più superficiali, fanno emergere una pelle nuova, meno porosa.

  1. E’ vero che con la chirurgia dei fili ci si può ritrovare con una guancia (o una natica) su e l’altra giù a causa del “crollo” asimmetrico dei tessuti?

La metodica consiste nell’inserire sottocute, con un ago, un filo chirurgico non riassorbibile, che viene ancorato ai tessuti profondi. Quando, con il passare degli anni, la pelle cede, i fili rimangono sottocute, provocando molti fastidi. Possono interferire con vasi sanguigni o strutture nervose, il filo può tirare e spostare dalla sua sede. Pensate al filo teso, non elastico, impianto sotto i glutei: opponendosi al naturale movimento dei tessuti, può causare lesioni e dolori.

  1. E’ vero che le extension a lungo andare possono provocare calvizie?

È un’affermazione esagerata, ma qualcosa di vero c’è. Il bulbo del capello è ancorato al derma, che viene nutrito da un’infinità di capillari. Se il bulbo viene tirato in continuazione, e soprattutto con troppa forza, il rischio è quello di strappare questi capillari, provocando lesioni e quindi cadute. Ma l’effetto è transitorio, e comunque basta evitare “pesi” eccessivi.

  1. E’ vero che lavare i capelli troppo spesso fa male?

Al contrario, usare lo shampoo spesso mantiene la chioma sana. Il sebo lasciato per molti giorni sulla cute ha un’azione irritante, diventa terreno di crescita di numerosi microrganismi e peggiora i problemi di forfora e prurito. Attenzione piuttosto all’asciugacapelli troppo caldo: la temperatura elevata favorisce la formazione di doppie punte e, portando a ebollizione l’acqua presente nel capello, ne danneggia le proteine.

7. E’ vero che la cellulite può dipendere dalle scarpe?

È vero, perché la cellulite dipende anche dalla circolazione e questa, a sua volta, dipende anche dalla postura, cioè da come stiamo in piedi e da come camminiamo. Da qui il problema delle scarpe: più sono scomode e innaturali (vedi tacchi molto alti o suole che costringono il piede), più la colonna (e quindi la corretta postura) ne soffre, creando il giro vizioso cattiva circolazione/cellulite.

Con la consulenza del professor Antonino Di Pietro, presidente ISPLAD – International-Italian Society of Plastic-Aesthetic and Oncologic Dermatology

Di Marilisa Zito

redazione

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