Deve essere tramontata per sempre l’epoca delle bellone artificiali, se anche i professionisti dell’estetica parlano ormai di armonia, di equilibrio, di serenità come ingredienti base per piacersi e per piacere. La prova? L’ultimo libro di Antonino Di Pietro, guru incontestato della manutenzione della bellezza, nel quale, oltre ai consigli pratici, frutto della sua esperienza di dermatologo plastico, spiccano considerazioni sulla sfera dell’anima. Lo abbiamo intervistato.

Lei afferma che i segni del tempo parlano di noi…..

Si, le manifestazioni esteriori degli anni passano rivelano chi siamo e non sono sempre negative. C’è personalità anche nelle rughe. Alcuni segni del tempo sono “gioiosi” come le zampe di gallina, tipiche di chi regala generosamente sorrisi, altri sono “seriosi” come i solchi che si manifestano orizzontalmente sulla fronte di chi si cruccia per tutto. Ci sono caratteristiche, ritenute una condanna da molti, che invece possono diventare il tratto saliente di una persona. Come le occhiaie di Anna Magnani o le rughe che esibisce con orgoglio Claudia Cardinale.

Vuol dire che la bellezza autentica è quella naturale?

La “bellezza autentica” è il giusto compromesso tra la dimensione fisica e spirituale. L’invecchiamento non è una malattia. Anche la Dermatologia l’ha capito e le nuove tecniche permettono di apportare piccole correzioni in armonia con i diversi momenti della vita. Per apparire freschi e tonici senza ricorrere a interventi drastici e invasivi, che potrebbero cambiare anche i connotati interiori. La bellezza di un viso, per esempio, dipende anche dalla sua capacità di esprimere emozioni: di una persona ricordiamo il modo in cui ci sorride, ci guarda, ci trasmette con la mimica i suoi sentimenti. Un volto inespressivo è senza anima, anonimo, statisticamente algido. Un viso così si dimentica presto. La bellezza, inoltre, è necessaria per star bene con se stessi: una persona che si sente bella emana energia positiva.

Allora perché la vecchiaia fa paura?

Per la percezione che gli altri hanno di chi ha superato una certa età. Soprattutto nel mondo del lavoro, l’età matura non viene più considerata come una fonte preziosa di sapere ed esperienza. E non è raro che un “top manager”, dopo anni di onorata carriera, al primo apparire dei segni del tempo venga sostituito con un laureato specializzato, ma privo di esperienza. Insomma, anche nella società dei centenari la vecchiaia è ancora associata all’inutilità professionale. Difficile da accettare per chi si sente ancora pieno di energia e forza. Ecco perché è necessario coltivare la bellezza interiore di pari passo a quella esteriore, trovare sicurezze in sé, prima ancora che con gli altri.

Come?

Nel mio libro, accanto ai consigli tecnici per rimanere giovani e belli, ne do alcuni più esistenziali: fare sempre nuovi progetti, gioire anche per le piccole cose (facilita il rilascio di endorfine, neurotrasmettitori che rilassano i muscoli e la mente), evitare di dire “non ho più l’età”: è sempre l’ora di una nuova avventura. E innamorarsi: la felicità favorisce la circolazione sanguigna e …fa cambiare letteralmente faccia.

redazione

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