Prof. Dr. Antonino Di Pietro

Macchie solari. Un fenomeno che caratterizza la superficie della nostra stella e si materializza anche sulla faccia di molte persone, come uno sgradevole in estetismo, fonte di crucci. Sul banco degli imputati proprio i benefici raggi che illuminano e riscaldano la terra. Con la complicità di altri elementi. A spiegare come si formano e come si evitano, una vera autorità del ramo: il dermatologo Antonino Di Pietro, presidente dell’ISPLAD, International-Italian Society of Plastic and Aesthetic Dermatology, organismo scientifico al quale aderiscono circa duemila specialisti.

Melanina in azione
“Le macchie cutanee”, esordisce Di Pietro, possono essere di varia origine. Le più comuni sono causate da un accumulo circoscritto, nella pelle, della melanina: il pigmento che la cute produce per proteggersi dagli UV, i raggi solari ultravioletti. Quanto più prendiamo sole, tanto più melanina abbonda: ecco perché diventiamo scuri, ci abbronziamo. Quando smettiamo, prosegue il nostro esperto, la melanina viene progressivamente riassorbita e la pelle riprende il suo colore abituale. Però in alcune zone più esposte agli UV, come il volto, il collo, le braccia, la scollatura, i meccanismi di riassorbimento possono andare in tilt e il pigmento si accumula generando, appunto, delle macchie più o meno grandi, che possono persistere a lungo e ripresentarsi di anno in anno. E non è detto che siano i chiari di pelle i più bersagliati: spesso è la carnagione olivastra quella su cui facilmente fioriscono le macchie.

Vi sono fattori che favoriscono l’incepparsi del processo di riassorbimento della melanina. Possono essere, precisa il professor Di Pietro, di natura ormonale e interessano, in particolare, le donne incinte e quelle che prendono la pillola anticoncezionale. Nel linguaggio medico tali in estetismi, di forma irregolare, vengono definiti cloasma e, se collegati alla gravidanza, tendono a dissolversi entro pochi mesi dal parto. Le macchie possono comparire, inoltre, quando si prendono farmaci come antibiotici, antistaminici e antinfiammatori non steroidei (i cosiddetti fans), i quali hanno un effetto fotosensibilizzante sulla pelle. Anche cosmetici e profumi possono far impazzire la melanina.

Rimedio: sottrarsi al sole
Le macchie cutanee dovute a un eccessivo accumulo di melanina possono essere evitate, difendendo la pelle dai raggi UV. Per prevenire l’inconveniente, puntualizza lo specialista, bisogna applicare filtri solari ad alta protezione affinché gli UV, frenati, stimolino meno la produzione di melanina nelle zone sensibili. Se l’inestetismo si affaccia, è utile ricorrere a preparati schiarenti perché contengono principi attivi capaci di accelerare il riassorbimento della melanina.

Check-up della pelle
Può capitare che le macchie non siano soltanto un fastidio estetico, ma che possano diventare insidiose per la salute. Nessun allarmismo, tranquillizza il Prof. Antonino Di Pietro, però le macchie sul volto, specialmente se persistenti e ispessite, vanno tenute sott’occhio in quanto alcune potrebbero trasformarsi in tumori, nella maggior parte, per fortuna benigni: i cosiddetti basaliomi. Per questo motivo l’ISPLAD ha promosso una Campagna di Prevenzione: per tutto Marzo, circa 600 dermatologi in tutta Italia eseguono gratis un controllo delle macchie sul volto. Per sapere qual è, tra quelli che aderiscono all’iniziativa, lo specialista più vicino cui rivolgersi per farsi visitare, si telefona allo 02/33105130 o allo 02/33104057, oppure si consulta il sito internet www.isplad.org .