Le creme solari agiscono così

Una volta, per ripararsi dal sole, le signore giravano con l’ombrello. Certo proteggeva in modo efficace, ma che scomodità! E per di più addio abbronzatura. Oggi possiamo contare sulle creme per cercare di non scottarci, ma spesso di questi prodotti sappiamo ben poco. Allora eccovi qualche spiegazione su cosa sono e come utilizzare correttamente i filtri solari.

Uno ‘scudo’ per il corpo. “I filtri possono essere di due tipi, chimici e fisici” spiega il professor Antonino Di Pietro, dermatologo plastico. “Quelli chimici sono prodotti in laboratorio (derivati dell’acido cinnamico, dell’acido salicilico, del benzofenone) e formati da molecole in grado di modificare la lunghezza d’onda dei raggi Uvb, i più pericolosi per la pelle. In pratica riducono la loro energia, rendendoli meno aggressivi”. E i filtri fisici? “Sono polveri (ossido di titanio e ossido di zinco) che, mischiate con la crema o con il latte solare, si stratificano sulla cute e in parte assorbono, in parte riflettono i raggi ultravioletti”. Potete immaginarli come i brillantini che fanno luccicare certe creme: maggiore è il fattore di protezione, più numerosi sono i brillantini (le polveri-scudo).

Fisico o chimico? E’ indifferente. Il dermatologo fa un’unica raccomandazione alle persone che hanno una pelle particolarmente sensibile e portata alle dermatiti: meglio i filtri fisici, perchè quelli chimici in alcuni casi possono non essere ben tollerati. Riconoscerli non è facile, ma si può chiedere al farmacista. Oppure cercare tra gli ingredienti alcuni di quelli che vi abbiamo indicato sopra. In particolare, se il filtro contiene ‘titanium dioxide’ O ‘zincum ossidum’, è di tipo fisico.

Spalmare spesso. Vale per tutti, invece, la regola di spalmare la crema più volte al giorno. “Non è solo il bagno in mare a lavarla via, ma anche il sudore” sottolinea Di Pietro. “Bisognerebbe passarla circa ogni ora”.

Pesci al cartoccio. I raggi solari Uv sono nemici dichiarati della pelle. Ma non sono l’unico pericolo estivo. “Quando prendiamo il sole siamo esposti a una notevole quantità di raggi infrarossi” osserva Di Pietro. “Non c’è niente che possa fermarli perchè sono radiazioni termiche, ovvero calore. In pratica, quando ci spalmiamo di crema protettiva e ci sdraiamo sulla spiaggia siamo un po’ come il pesce al cartoccio, che non viene bruciato dalla fiamma viva, ma cuoce per il calore. I raggi infrarossi passano attraverso la crema e scaldano la pelle. Il problema è che le nostre cellule, esposte a una temperatura superiore ai 37 gradi per periodi prolungati e ripetuti, si alterano: la loro capacità di produrre collagene ed elastina diminuisce e la pelle invecchia. Non solo: il calore fa dilatare le pareti dei capillari e le rende meno elastiche, provocando couperose sul viso e venuzze rosse sulle gambe”. La soluzione? Tenere bassa la temperatura. “Bagnarsi molto spesso, alternare esposizione al sole e momenti all’ombra per ora sono gli unici rimedi. Ma stanno studiando sostanze capaci di dissipare il calore”. Forse presto ci spalmeremo latti rinfrescanti e il solleone sarà piacevole quanto una tiepida sera d’estate.

redazione

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