lampade abbronzanti solo sotto controllo

Stop a lampade e lettini abbronzanti senza L’assistenza di personale specializzato, cioè di un estetista diplomato. E’ questa la sentenza della Cassazione, che si propone di tutelare i frequentatori di solarium.

.Secondo la Suprema Corte è una questione di salute pubblica. E non a torto: i raggi ultravioletti – concordano gli esperti – possono essere pericolosi.

.Che quello delle radiazioni ultraviolette sia un problema scottante e riconosciuto a livello mondiale. Lo ha confermato l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), secondo cui la questione è prioritaria; lo ha recentemente sottolineato l’Unione europea, che ha messo in guardia dall’uso-abuso di sole artificiale; e lo ribadisce l’Istituto superiore di sanità, che si batte da anni per diffondere una “cultura della protezione” verso i raggi Uva e Uvb.

.Le accuse a lettini e lampade abbronzanti sono pesanti: dall’invecchiamento precoce della pelle alle reazioni allergiche, dalle macchie cutanee fino al melanoma (tumore) e alla cataratta (seria malattia dell’occhio).

.Fermo restando che non esistono sistemi di abbronzatura naturali o artificiali sicuri, per limitare il rischio di lampade e lettini diventa ancora più importante conoscere e rispettare alcune semplici regole.

Una normativa “su misura”

.E’ una lotta che il senatore verde Athos De Luca sostiene da tempo: “entrare nella giungla normativa dei centri abbronzanti per stabilire regole più precise delle attuali, con lo scopo di tutelare la salute di chi si sottopone alle lampade Uv.

.Una normativa su misura in effetti manca, visto che L’attività dei solarium è regolamentata da una legge del 1990, valida per tutti i centri estetici. L’art. 10, fra L’altro, aveva dato 120 giorni di tempo per stabilire norme precise sulle apparecchiature elettromeccaniche: sono passati 10 anni e nulla è stato fatto.

.La decisione della Corte di Cassazione ha smosso indubbiamente le acque. Non obbliga i centri che ne sono sprovvisti ad assumere automaticamente un estetista diplomato, ma un cittadino riceve un danno in un solarium senza estetista, lo denuncia, nei 99 per cento dei casi, vince la causa

.Secondo l’Istituto Superiore di sanità, il problema della protezione di chi sceglie il sole artificiale non e affatto risolto. E’ una questione di competenze; solo la presenza di personale altamente specializzato, che conosca cioè effettivamente L’argomento “Uva, Uvb”, può garantire al cliente una sicurezza adeguata.

CONOSCERE I RAGGI ULTRAVIOLETTI

.Per anni, i raggi Uvb sono stati accusati di essere i più pericolosi, perché mille volte più potenti degli Uva. Visto che dalle lampade vengono erogati solo i più “innocui” raggi Uva, si riteneva che gli effetti nocivi delle radiazioni fossero ridotti al minimo.

.Un errore, visto che e stato poi scoperto che anche gli Uva non sono affatto teneri con la pelle: possono, anzi, provocare danni anche più subdoli, perché privi di segnali d’allarme.

.Vediamo perché, con un’importante premessa: le esposizioni selvagge sono molto pericolose con tutti i raggi ultravioletti, sia che si tratti di Uva e Uvb associati (nel sole), sia che si tratti di Uva isolati (nelle lampade).

GLI UVB

La lunghezza d’onda più corta rispetto agli Uva, rende questi raggi meno penetranti (si fermano all’epidermide senza raggiungere il derma), ma molto più aggressivi.

.Un’eccessiva esposizione agli Uvb, infatti scatena facilmente eritemi, scottature, rossori, talvolta persino ustioni. Sono, inoltre, dannosi per gli occhi.

.E’ poi, noto il coinvolgimento di dosi elevate di Uvb, nel tumore della pelle, soprattutto quella delicata di bambini e anziani o quella chiara negli adulti, perché provocano danni al Dna e alle proteine.

.Lampade e lettini abbronzanti bloccano la maggior parte degli Uvb, lasciando invece passare gli Uva.

GLI UVA

Avendo una lunghezza d’onda superiore agli Uvb, sono meno aggressivi, ma penetrano negli strati più profondi della pelle, fino al derma.

.Per questo un’esposizione prolungata e intensiva agli Uva .accelera l’invecchiamento della pelle, alterando L’elastina e il collagene, cioè le sostanze che garantiscono L’elasticità e la compattezza dei tessuti. I risultati? La comparsa di rughe precoci e L’ispessimento della pelle.

Inoltre, gli Uva (come peraltro anche gli Uvb) contribuiscono alla produzione di radicali liberi, molecole la cui presenza è deleteria per L’organismo.

.Non sono rare le allergie a questi raggi, con sfoghi pruriginosi, e Intossicazioni cutanee, provocate dall’interazione con farmaci, profumi e molti cosmetici.

Si sospetta, infine, che anche L’esposizione selvaggia agli Uva favorisca la comparsa di tumori della pelle, fra i quali il melanoma è il più temibile.

INDIVIDUARE IL TIPO DI PELLE

.Ogni persona reagisce in modo diverso ai raggi del sole, artificiale o naturale che sia. Infatti, i tempi e l’intensità dell’abbronzatura dipendono dal tipo di pelle.

.La carta d’identità della pelle, cioè il “fototipo” rivela la risposta della pelle ai raggi solari in base alla carnagione o al colore di occhi e capelli e alla capacità di adattarsi al sole.

.Ognuno appartiene a un fototipo, di cui i solarium dovrebbero tenere conto per decidere “programmi” di abbronzatura mirati.

FOTOTIPO 1: pelle molto chiara e lattiginosa, spesso con lentiggini, occhi chiari, capelli rossi; non si abbronza e ha bisogno della massima fotoprotezione (chi appartiene al fototipo 1 non dovrebbe assolutamente esporsi alle lampade artificiali).

FOTOTIPO 2: pelle chiara, occhi chiari, capelli biondi; si abbronza con difficolta e tende a scottarsi facilmente.

FOTOTIPO 3: pelle chiara o poco scura, occhi chiari o marroni, capelli biondi o castani; si abbronza gradualmente e può scottarsi.

FOTOTIPO 4: pelle piuttosto scura, occhi scuri, capelli castano scuro; si abbronza con facilita e si scotta raramente.

SCEGLIERE I TEMPI E L’INTENSITA’

.In commercio, si trovano diversi tipi di lampade a raggi ultravioletti di diversa potenza, sfruttati sia a scopi estetici sia per curare alcuni disturbi della pelle (come la psoriasi, la dermatite seborroica, l’acne e la vitiligine).

.Le lampade dei solarium sono a fluorescenza ed emettono radiazioni luminose capaci di “selezionare” le varie lunghezze d’onda dei raggi ultravioletti, in modo da lasciare passare gli Uva e bloccare L’accesso agli Uvb.

.Nei centri abbronzanti si possono trovare due tipi di lampada:

A BASSA PRESSIONE:

massimo 160 watt, più lente e meno potenti, senza filtri Uvb a causa della limitata potenza; tempo massimo di esposizione: 20-30 minuti.

AD ALTA PRESSIONE:

fino a 2.000 watt; sono la stragrande maggioranza e sono munite di filtri per far passare solo gli Uva; tempo massimo di esposizione: 10-20 minuti.

.I tempi di esposizione, tuttavia, andrebbero calibrati in base alla tipologia di pelle e allo stato di “pallore” della persona. Da bocciare i tempi di esposizione standard, validi per tutti.

SELEZIONARE IL SOLARIUM “GIUSTO”

.Per proteggere la pelle è fondamentale scegliere un centro serio, cioè scrupoloso nel chiedere al cliente e nel fornire a sua volta tutte le informazioni e gli strumenti utili per non correre rischi indebiti.

LA PRIMA VOLTA

.Diffidare dei centri che si limitano ad accompagnare la persona alla postazione e ad accendere la lampada.

.Il centro attento valuta il fototipo del cliente per pianificare un ciclo di sedute con tempi e intensità di esposizione adeguati.

.Dovrebbe avvalersi della consulenza di un medico, meglio se dermatologo, che individui eventuali controindicazioni.

.Il medico dovrebbe accertarsi che il cliente non usi farmaci che contengono sostanze fotosensibilizzanti (antibiotici, pillola anticoncezionale, ma anche creme), cioè che possono causare eritemi, macchie scure eccetera quando la pelle è esposta al sole.

.Il centro deve garantire L’igiene e la sicurezza dei macchinari. I macchinari devono rispondere alle attuali norme di sicurezza, che prevedono filtri anti-infrarossi e bluvioletti e un sistema di ventilazione per evitare colpi di calore.

SEMPRE

Lo dovrebbe ricordare il centro: mai mettersi sotto il “sole” senza aver tolto trucco, creme, detergenti e profumi.

Il centro serio li fornisce senza bisogno di doverli chiedere: anche gli occhialini di plastica sono importantissimi per proteggere gli occhi, perché non basta abbassare le palpebre. L’alternativa proposta da molti centri, cioè due dischetti di cotone idrofilo leggermente umidi, non e sufficiente.

La crema protettiva è inutile, talvolta persino controproducente (può causare intolleranze) per esposizioni così brevi.

Dopo ogni seduta, stendere sulla parte abbronzata un prodotto idratante, per aiutare le difese della pelle.

QUANTE SEDUTE?

.Per una tintarella uniforme ci vogliono almeno 3-8 sedute ogni 2 o tre glomi.

.Infatti, L’abbronzatura artificiale dura poco, se non si effettuano sedute ravvicinate di mantenimento.

.Questo è dovuto al fatto che i raggi Uva sono in grado di scurire solo la melanina più superficiale della pelle, con un effetto che dura solo qualche giorno.

QUANDO SONO SCONSIGLIATE

.Se si stanno prendendo farmaci fotosensibilizzanti, come gli antistaminici e la pillola contraccettiva;

.se si soffre di disturbi circolatori e sbalzi di pressione;

.in gravidanza;

.se ci sono stati casi in famiglia di melanomi o di disturbi cutanei seri, in quanto è certa l’ereditarietà delle malattie della pelle;

.Se si hanno ha problemi dl pelle (consultare prima un dermatologo).

I COSTI

.Fare una lampada solo al viso costa 10-15.000 lire.

.Una seduta su un lettino o una doccia Uva costano delle 20 alle 30.000 lire.

DIZIONARIO

COLLAGENE sostanza fibrosa che fa parte di Ossa, tendini, cartilagini e tessuto connettivo.

DERMA è lo strato più profondo della pelle.

DNA è la sostanza di cui sono costituiti i cromosomi contenuti nella cellula.

EPIDERMIDE strato plù superficiale della pelle.

ERITEMA irritazione della pelle accompagnata da arrossamento.

IPODERMA strato di tessuto posto dopo L’epidermide e il derma.

MELANINA sostanza che da la colorazione di pelle e capelli. E il filtro che le pelle crea per difendersi dal sole.

Servizio di Lorenza Resuli.

Con la consulenza del professor Antonino Vi Pietro, specialista in dermatologia a Milano, e del dottor Gianni Francesco Mariutti, primo ricercatore dell’Istituto superiore di sanità.

redazione

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