Tatuaggi, una scelta di colore non più definitiva

Grazie ai laser di nuova generazione oggi è più facile rimuoverli

Se fino a qualche anno fa la procedura di rimozione di un tatuaggio prevedeva un lungo e delicato intervento chirurgico, ora, grazie ai laser di nuova generazione, le cose sono camboate. Il tatuaggio è un insieme di micro-particelle di inchiostro che vengono iniettate nella parte più profonda della pelle attraverso gli aghi.

Queste micro-particelle hanno una grandezza maggiore rispetto alle cellule epiteliali così da restarne intrappolate all’interno. Il laser, in particolare il laser Q-Switched, utilizza un fascio di luce concentrata che colpisce i granuli di pigmento colorato che costituiscono il tuaggio, frantumandoli in pezzettini minuscoli che con il tempo vengono riassorbiti dalle cellule macrofagi del nostro organismo (particolari cellule che funzionano come spazzini).

Le possibilità di ottenere una buona cancellazione dipende da diversi fattori: profondità, tipo e intensità del colore. La profondità è la più difficile da poter stabilire a priori perché dipende da chi esegue il tatuaggio, dallo spessore della pelle del paziente e dalla sua reazione all’inchiostro.

Potrebbe sorprendere invece che, per quanto riguarda il colore, i tatuaggi neri e blu sono più facili da rimuovere di quelli rossi e gialli, o comunque più chiari, questo perché il laser interagisce di più con i colori scuri e molto meno con quelli chiari. Inoltre, il colore è tanto più intenso quanto maggiore è la quantità di inchiostro per centimetro quadrato. Per eliminare un tatuaggio dai colori decisi e carichi occorreranno quindi più sedute di laser.

Discorso analogo quando l’inchiostro è penetrato a maggiore profondità: in questo caso occorre che il laser agisca ben sotto la superficie della cute, con un rischio superiore di lasciare cicatrici.

Questo trattamento è quasi del tutto indolore ad eccezione di una sensazione come di “puntura di spillo” ed è applicabile alla maggior parte delle persone, escludendo però chi è affetto da psoriasi (che dovrebbe evitare del tutto i tatuaggi) e chi ha pelli predisposte a formare cheloidi ovvero pesanti cicatrici. In questi ultimi soggetti l’esito potrebbe essere esteticamente insoddisfacente.

Prima di procedere con il trattamento con il laser è comunque necessario effettuare una visita specialistica con il dermatologo di fiducia e un test sulla pelle nel corso della quale il medico dirige la luce su una piccola porzione del deisegno per verificare se è utile.
Può capitare, infatti, che a causa del tipo di pelle della persona o della parte tatuata o del tipo di lavorazione con la quale è stato fatto il tatuaggio, il laser possa risultare inefficace.
Se, per esempio, il disegno non è stato realizzato con apparecchi precisi (e ciò accadeva soprattutto in passato) può non esserci uniformità di colore e di profondità. In questo caso, il trattamento laser non riesce a eliminare del tutto il tatuaggio.

I costi e il numero di sedute sono variabili, infatti, possono partire dai 500-600 euro fino a qualche migliaio per tatuaggi grandi, profondi e con colori intensi e il numero di sedute va da un minimo di 2 o 3 fino a più di una decina per zone che presentano una pelle particolarmente spessa come la schiena.

Prof. Antonino Di Pietro

Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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