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Eritema solare: curatelo con le patate crude

«Per ridurre l’infiammazione consiglio impacchi di amido sulla parte irritata: un rimedio della nonna, sempre efficace, consiste nell’applicare alcune fette di questi tuberi, molto ricchi di questa sostanza benefica» • «Mangiate ogni giorno frutta e verdura con la buccia colorata di giallo, di arancione e di rosso, come pomodori, peperoni, carote, pesche, albicocche, angurie, meloni e frutti di bosco, poiché contengono betacarotene, una sostanza che aiuta a difendere la pelle dal sole»

Prendere il sole al mare in spiaggia dà tanti benefi-ci al nostro corpo e alla nostra mente, però, a volte, la pelle puo risentirne. Tra le insidie più comuni vi sono gli eritemi solari e le abrasioni provocate dallo sfregamento della pelle sulla sabbia, che possono causarle fastidiose imitazioni. Per capire come prevenire e curare queste irritazioni, ne parliamo con uno dei più noti medici dermatologi d’Italia, il professor Antonino Di Pietro, presidente fondatore dell’Isplad, la società internazionale di dermatologia plastica, oncologica e rigenerativa che ha sede a Milano, e direttore dell’Istituto Vita Cutis a Milano.

Cominciamo dall’eritema solare. Da che cosa è provocato?
«Dal caldo, che fa dilatare i piccoli vasi sanguigni della pelle. Essi, a loro volta, comprimono le terminazioni nervose della pelle e le irritano provocando l’eritema. Per questo l’eritema solare può comparire anche se il paziente è stato all’ombra».

Attraverso quali sintomi si riconosce l’eritema solare?
«Dal fatto che la pelle appare leggermente gonfia e con un rossore generalizzato, oppure sembra essere stata strofinata con le ortiche. Il paziente prova un senso di fastidio misto tra il prurito e il bruciore».

Lei come consiglia di curare l’eritema solare?
«Con metodi naturali, applicando più volte nell’arco della giornata e per una ventina di minuti impacchi a base dí amido. Si tratta di una sostanza in vendita in farmacia senza bisogno di ricetta medica, ma si trova anche in alcuni alimenti. Per esempio nel riso cotto e nelle patate crude. Per questo suggerisco di fare bollire un pugno di riso in un litro di acqua non salata, di lasciarlo raffreddare e di applicarlo sulla pelle con spugnature o di utilizzare fettine di patate crude da applicare sulla parte infiammata, o ancora del pane raffermo ammollato nell’acqua. Ma se, dopo tre giorni di impacchi, l’irritazione non è migliorata, prescrivo creme o farmaci».

Quali sono i più efficaci?
«Le creme con ossido di zinco, pur non essendo farmaci, spesso danno benefici. Tuttavia, se l’eritema solare persiste, lozioni o pomate a base di cortisone permettono di curarlo con ottimi risultati. Inoltre consiglio al paziente di curare l’alimentazione, perché ricordo che la salute della pelle dipende molto da quello che si mangia».

Quali alimenti consiglia per prevenire l’eritema solare?
«Consiglio al paziente di mangiare ogni giorno molta frutta e molta verdura cruda, specialmente quella con la buccia colorata di giallo, di arancione e di rosso, come pomodori, peperoni, carote, pesche, albicocche, angurie, meloni e frutti di bosco».

Perché sono benefiche per la pelle?
«Contengono una sostanza chiamata betacarotene che aiuta a difenderla dall’azione nociva dei raggi del sole. Inoltre quegli alimenti sono ricchi di bioflavonoidi, sostanze che aiutano la circolazione mantenendo elastici i piccoli vasi sanguigni sotto la pelle».

Ha altri consigli utili per chi vuole salvaguardare la pelle dall’eritema solare?
«Suggerisco di mangiare l’ananas, perché è ricco di bromelina, una sostanza con notevoli proprietà antinfiammatorie. Poi raccomando di bere fino a due litri di acqua al giorno e anche di più, se si pratica attività sportiva. L’acqua va bevuta in modo costante e a piccoli sorsi per idratare la pelle anche dall’ interno. Infine consiglio di bagnare la pelle, almeno una volta ogni ora, con docce fresche di acqua dolce, in modo da prevenire la dilatazione dei piccoli vasi sanguigni provocata dal caldo».
Ci parli ora delle irritazioni della pelle causate dalla sabbia: come si verificano?
«Il contatto con la sabbia asciutta o bagnata provoca uno sfregamento sulla pelle. La sabbia asciutta, in particolare, tende a seccarla, eliminando la protezione grassa naturale che noi dermatologi chiamiamo film idrolipidico. In questo modo sulla parte più esterna della pelle, in particolare nelle pieghe del corpo e sul petto, si creano piccole macchie tondeggianti di colore chiaro che provocano un leggero prurito».

Ci sono pazienti più facilmente soggetti a queste irritazioni della pelle?
«Sì, i bambini. Per questo ai genitori raccomando di fare loro docce frequenti con acqua dolce, di fare cambiare loro il costume dopo il bagno e, soprattutto, di non lasciarli a giocare con la sabbia nudi, come spesso accade quando sono molto piccoli, ma sempre con un pannolino addosso. Però anche gli sportivi che giocano a calcetto, a pallavolo o con i racchettoni da spiaggia, tuffandosi spesso sulla sabbia, initano la loro pelle».

Che cosa suggerisce per evitare queste irritazioni della pelle?
«Subito dopo essere stati sdraiati sulla sabbia suggerisco di fare una doccia con l’acqua dolce e risciacquare con attenzione in particolare le pieghe inguinali e, nelle donne, la parte sotto il seno dove si annidano i granelli di sabbia e anche gli eventuali germi che potrebbero danneggiare la pelle. Consiglio poi di idratare la pelle con le apposite creme, anche doposole, per restituirle la naturale elasticità e la “corazza” protettiva e per evitare che queste irritazioni si trasformino in una dermatite o in una micosi cutanea, cioè in una infezione della pelle causata da funghi. Questa micosi potrebbe estendersi anche ad altre parti del corpo».

Che cosa consiglia invece quando l’irritazione si è già presentata?
«Suggerisco di fare una doccia con un detergente delicato e di scegliere di indossare indumenti di cotone che non irritino ulteriormente la pelle. Se il fastidio è accentuato, consiglio di applicare sulla pelle una lozione rinfrescante a base di ossido di zinco. Tuttavia se l’initazione è estesa o se il paziente non ravvisa un miglioramento dei sintomi nel giro di un paio di giorni, consiglio lozioni che contengano un piccolo quantitativo di Alukina. Questo composto, che tra l’altro contiene glucosamina estratta dal guscio dei crostacei, blocca l’infiammazione e in po-che ore il paziente non avverte più fastidi. Ma se, oltre all’arrossamento, vi sono piccoli brufoli dalla punta gialla o bianca consiglio di cambiale terapia, perché significa che c’è un principio di infezione».

In questo caso quale cura prescrive?
«Sulla pelle colpita dall’infezione raccomando di applicare un velo di pomata antibiotica a base di gentamicina o acido fusidico. In questo caso la terapia potrebbe richiedere uno o due giorni, durante i quali consiglio di evitare l’esposizione al sole e, in generale, la vita da spiaggia, se non nelle prime ore del mattino e in quelle serali».

di Roberta Pasero

Prof. Antonino Di Pietro

Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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