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OBIETTIVO: AL MARE SENZA CELLULITE

Kim Kardashian è stata schernita su migliaia di siti dopo che la rivista americana Complex ha pubblicato per errore una sua foto non ritoccata. L’attrice e modella, nota per essere amica di Paris Hilton, appariva con la pelle a buccia d’arancia sulle cosce.
Che cosa ha appena replicato lei? «Sì, ho un po’ di cellulite, ma quale ragazza formosa non ce l’ha!». Come darle torto? Se c’è una cosa che l’80% delle donne, grasse o magre, dai 16 anni in su non sopporta è vedersi i buchetti su gambe e glutei. Già, otto donne su dieci, prima o poi, fanno i conti con quella pelle un po’ così dalle ginocchia in su.
La soluzione? Le soluzioni. Ma prima di tutto scoprite se ad affliggervi è la ciccia semplice o la cellulite.
Ciccia. Se rientrate nel 20% delle fortunate, sulle vostre cosce potrebbe esserci solo grasso. Provate con un test, suggerito da Antonino Di Pietro, dermatologo all’ospedale di Inzago (Milano). Fate pressione con le dita e guardate la reazione della pelle. Se la fossetta che si viene a creare sparisce subito, non sentite dolore e la pelle è liscia e rosata, è solo un accumulo di adipe che dovete cominciare a combattere quanto prima perché può trasformarsi in cellulite al primo stadio: edematosa. In questo caso basta muoversi e smaltire qualche chilo di troppo.
Buccia d’arancia. Quando la cute non ritorna allo stato iniziale in pochi secondi e la pelle ha qualche rigonfiamento, quella è cellulite alla fase iniziale: fibrosa, cioè la buccia d’arancia. Seguite il programma che OK ha preparato per voi: con la sinergia di trattamenti, dieta e attività fisica proposti dai nostri esperti in due mesi avrete ottimi risultati. E la prova bikini sarà superata. Vale anche per le celluliti edematose, che possono essere individuate solo dal dermatologo e non con il test casalingo.
Cellulite nodulosa. La identificate perché è dura al tatto e dolorosa. Meglio rivolgersi a uno specialista, che vi suggerirà l’intervento più adatto.
Cercate di non arrivare all’ultimo stadio, quello della cellulite sclerotica, che lascia nella maggior parte dei casi cicatrici e segni profondi sulla pelle: è in pratica impossibile da debellare. Dunque, ecco il programma giornaliero per combattere edemi e buccia d’arancia.

I FANGHI
Sono consigliate due applicazioni settimanali per due-tre mesi, dice Di Pietro. I fanghi stimolano circolazione sanguigna e ossigenazione cellulare, oltre a favorire l’eliminazione delle cellule morte. Di solito si tengono in posa per 30-40 minuti e si eliminano con acqua tiepida. Evitate quelli che producono calore, potrebbero danneggiare i capillari.
LO SCRUB
Alternate ai fanghi lo scrub, da fare un paio di volte alla settimana, prosegue Di Pietro. Questa pulitura profonda della cute si ottiene applicando una sostanza granulosa in grado di togliere meccanicamente il primo strato dell’epidermide, dove si accumulano le cellule morte. La pelle diventerà più ricettiva quando verrà applicata la crema specifica. Usate sempre prodotti testati e procedete con mano delicata.
IL BAGNO
Preparate l’acqua a 26-27 gradi, dice Di Pietro. Anche se l’impatto è da brivido, lo shock termico stimolerà il metabolismo. Aggiungete una specialità termale come i sali del Mar Morto: grazie all’elevato contenuto di iodio, svolgono anche azione drenante.
LA CREMA SPECIFICA
Usate con costanza alla mattina e alla sera dopo la doccia e il bagno, per almeno due o tre mesi, i cosiddetti prodotti anticellulite, continua Di Pietro. Massaggiate a lungo le cosce e i glutei per favorire la penetrazione del prodotto, con movimenti dal basso verso l’alto. Le creme o i gel specifici hanno principi attivi quasi sempre di origine naturale, come lo iodio, il ginko biloba, la caffeina o la centella asiatica: migliorano la compattezza cutanea e possono avere un effetto drenante e stimolante per il microcircolo.
L’AUTOMASSAGGIO
L’ideale è fare l’automassaggio una volta al giorno, per venti minuti, magari davanti alla televisione. Provate il linfodrenaggio fai-da-te, suggerisce Di Pietro. Poggiate le dita dietro le ginocchia e muovetele avanti e indietro con delle leggere pressioni. Ripetete lo stesso movimento sull’inguine e sotto le ascelle. Aiuta ad attivare le maggiori stazioni linfatiche e a eliminare i liquidi in ristagno. Un’altra tecnica è il palpez roulez. Si frizionano i punti critici cercando di sollevare la cellulite dai tessuti, pizzicandola con pollice e indice. Così si cerca di agire sui liquidi che ristagnano.

I QUATTRO STADI DELLA CELLULITE
La bestia nera di adolescenti come di ultracinquantenni è, in termini medici, un’infiammazione delle cellule adipose. Il suo nome scientifico spaventa: panniculopatia edemato fibrosclerotica. Traduzione: la cellulite è grasso degenerato, cioè trasformato in grasso fibroso per disturbi del microcircolo sanguigno. Gli adipociti, le cellule del grasso sottocutaneo, si gonfiano e non comunicano più con il tessuto connettivo circostante che, indurito, si tende. Le cause? Insieme alla predisposizione genetica, ci sono stress, fumo, sedentarietà, alimentazione scorretta. La cellulite si sviluppa in quattro stadi.

Prima fase: EDEMATOSA. È determinata da una stasi dei liquidi nel tessuto adiposo ed è caratterizzata dalla presenza di gonfiori (edemi). La pelle è ancora tesa ed elastica, ma si comincia ad avvertire un senso di pesantezza agli arti. Difficile riconoscerla a occhio nudo: se la cute viene compressa non rimangono segni.

Seconda fase: FIBROSA. Il tessuto connettivo dell’ipoderma aumenta di volume e provoca un indurimento al tatto della parte e l’aspetto tipico a buccia d’arancia della pelle. Può cominciare in questa fase anche il rilassamento dei tessuti, tipico delle celluliti cosiddette molli.

Terza fase: NODULARE. Si formano noduli dolenti al tatto a causa della diminuzione del flusso sanguigno. I capillari si dilatano e la pelle è fredda, i tessuti sono flaccidi.

Quarta fase: SCLEROTICA. Spuntano vere cicatrici. È uno stadio molto doloroso, perché il sangue fatica a scorrere in queste zone dove il tessuto adiposo si è talmente indurito da comprimere i vasi sanguigni e le terminazioni nervose.

I TRATTAMENTI

Contro le forme di cellulite più lievi e localizzate, come l’edematosa e la buccia d’arancia, sono state messe a punto nuove tecniche, che possono essere praticate sia dai chirurghi estetici sia dai dermatologi plastici. Ecco le principali.
MICROTERAPIA. È la versione aggiornata e indolore della mesoterapia. Si usano aghi molto più corti e sottili e, al posto dei farmaci, viene iniettata una soluzione ipersalina, che per osmosi richiama i liquidi del tessuto adiposo verso il derma, dove i vasi sanguigni linfatici possono smaltirli con facilità, spiega il dermatologo Antonino Di Pietro. Servono almeno dieci sedute, a cadenza settimanale (80 euro a seduta circa).
LASERLIPOLISI. È l’evoluzione della liposuzione e va praticata da un chirurgo estetico dopo una serie di accertamenti. Si tratta di tecnica laser soft, in anestesia locale, spiega Angelo Serraglio, docente all’Università di Milano. Una fibra ottica connessa al laser viene inserita, attraverso un’incisione cutanea del diametro di un ago, nell’accumulo adiposo, che viene liquefatto e fuoriesce. Già con la prima seduta, che dura più o meno un’ora, con un costo dagli 800 euro in su, si apprezzano i risultati. Il rischio, se non si è in buone mani, è che l’energia del laser danneggi i tessuti sottocutanei.
RADIOFREQUENZA NON ABLATIVA. Consigliata per le celluliti avanzate con rilassamento dei tessuti, può essere praticata da un dermatologo plastico. Una sonda, che emette radiofrequenze, viene passata senza anestesia sulla zona da trattare e il calore attiva un rimodellamento.
CARBOSSITERAPIA. Va bene per le celluliti avanzate con rilassamento dei tessuti e può essere praticata da un dermatologo esperto. Microiniezioni di anidride carbonica nel derma e ipoderma migliorano la circolazione e aiutano a sciogliere gli accumuli di grasso, spiega il dermatologo Fernando Bianchi. I risultati si vedono dopo un ciclo di 12 sedute, una alla settimana, per un costo di 150 euro l’una.

Di Francesca Gambarini

redazione

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