La bestia nera di adolescenti e di ultracinquantenni è, in termini medici, una degenerazione delle cellule adoipose. il suo nome scientifico spaventa: panniculopatia edemato-fibrosclerotica. Per fare maggiore chiarezza, la cellulite è grasso degenerato, cioè trasformato in grasso fibroso per disturbi del microcircolo sanguigno. Gli adipociti, le cellule del grasso sottocutaneo, si gonfiano e non comunicano più con il tessuto connettivo circostante che, indurito, si tende. E’ lo spauracchio della coscia bucherellata, l’ossessione della buccia d’arancia che si vede anche sotto i pantaloni bianchi tanto alla moda in primavera. La cellulite si sviluppa in quattro stadi. Nella prima fase, le cellule rigonfiate (o ipertrofiche) comprimono vasi sanguigni e linfatici, e il tessuto adiposo non viene più irrorato e ossigenato a dovere. Così si forma un rigonfiamento, detto edema. Seguono altre due fasi, che si chiamano fibrosa (la cosiddetta buccia d’arancia) e nodulare, spiega il dermatologo Antonino Di Pietro.
L’ultimo è il momento sclerotico, dove spuntano vere cicatrici.
E’ doloroso, perchè il sangue fatica a scorrere in queste zone dove il tessuto adiposo si è talmente indurito da comprimere i vasi sanguigni e le terminazioni nervose.
MICROTERAPIA
E’ la versione aggiornata e indolore della mesoterapia (cioè dall’iniezione diretta di farmaci mirati) ed è indicata per le forme di cellulite più lievi e localizzate. Si usano aghi molto più corti e sottili e, al posto dei farmaci, una soluzione ipersalina, spiega Antonino Di Pietro specialista in dermatologia e venereologia e presidente dell’Isplad (Società internazionale e italiana di dermatologia plastica e oncologica). Grazie a iniettori monouso lunghi un millimetro viene rilasciato sotto cute un cocktail di sali minerali, che per osmosi richiamano i liquidi del tessuto adiposo verso il derma, dove i vasi sanguigni linfatici possono smaltirli con facilità.
In altre parole: si elimina il gonfiore e si riattiva il processo di combustione dei grassi, riducendo l’effetto buccia d’arancia e favorendo un rimodellamento della zona. Ogni seduta dura circa 20 minuti e si pratica con cadenza settimanale (per un minimo di dieci sedute).
Di Giulia Lazzerini e Daniele Razzoli
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