La pelle? I rischi son gli stessi
Al mare gran parte del corpo è esposta ai raggi solari. Ma anche in montagna la cute è assai vulnerabile. La maggior parte delle persone, ormai, fa uso, tanto al mare come in montagna, di creme solari che filtrano i raggi ultravioletti A e B responsabili di scottature e ustioni soprattutto nei primi giorni d’esposizione, quando ancora la melanina non si è attivata nelle cellule cutanee. Ma c’è un altro nemico assai trascurato, forse perché contro di lui non è disponibile alcuna “arma” e dunque non esiste alcun interesse farmaceutico: sono i raggi infrarossi. Arrivano dal Sole e colpiscono la nostra pelle, provocando un surriscaldamento dei tessuti che può mandare in tilt le cellule con conseguenze deleterie, che possono portare anche a tumori, spiega Antonino Di Pietro, presidente dell’International Society of Plastic and Oncologic Dermatology.
Purtroppo le creme non servono. Cosa fare allora? È importante rinfrescarsi molto. L’ideale sarebbe sempre avere a disposizione uno spruzzino per bagnare la pelle esposta al sole. L’evaporazione dell’acqua infatti, abbassa la temperatura della cute. E chi va in montagna deve fare ancor più attenzione al problema, perché a causa dell’aria fresca ci accorgiamo in ritardo che la nostra pelle si sta surriscaldando.
Di Luigi Bignami
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