È venuto il momento dell’esfoliazione, un processo naturale che molte tecniche dermatologiche sfruttano per pulire la pelle in profondità. Fra i vari tipi di esfoliazione, quello più profondo è la microdermoabrasione, un’esfoliazione meccanica che sfrutta agenti abrasivi più sofisticati. La microdermoabrasione è utile perché, la pelle che invecchia, accumula le cellule cornee in superficie e provoca discromie, macchie cutanee, opacità evidente, spiega Antonino Di Pietro, dermatologo e presidente dell’Isplad, Società internazionale di Dermatologia plastica-estetica e oncologica: si possono usare dischi abrasivi in microcristalli o spazzole rotanti, ma anche cristalli di alluminio, corindone o quarzo micronizzati che vengono sparati e poi aspirati insieme alle cellule morte e alle impurità. Una tecnica più evoluta è quella con il laser ad Erbium detta Lasy-peel che agisce sugli strati superficiali e può essere fatta una volta l’anno. Va ricordato che la microdermoabrasione è sconsigliata per chi ha problemi di couperose, capillari evidenti, dermatite seborroica e che, dopo il trattamento, è bene evitare l’esposizione al sole e applicare creme con fattore di protezione.
Un effetto più blando rispetto alla versione dermatologica si ottiene con i kit casalinghi.
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