OGGI PER ESSER BELLI BASTA IL RITOCCO

Meglio l’ago del bisturi: così la pensa un numero sempre maggiore di americani quando si parla di interventi per apparire più giovani e belli. Che sia la mancanza di tempo o il desiderio di ricorrere ad approcci migliorativi ma non drastici, sta di fatto che nel 2005 negli USA sono stati eseguiti più di 8 milioni di trattamenti estetici “dolci”: il 13% in più rispetto all’anno precedente e il 53% in più rispetto al 2000. Le cinque procedure mininvasive preferite oltreoceano, segnalate al recente congresso della Società americana dei chirurghi plastici, sono: tossina botulinica; peeling chimici, microdermoabrasione, depilazione con laser, scleroterapia per eliminare i capillari superficiali. Ma le “maniere dolci” sembrano piacere sempre più anche agli italiani. Lo confermano i dati della ISAPS, International Society of Aesthetic Surgery che per l’Italia mette tra i tre interventi estetici più gettonati proprio le iniezioni di botulino e, infatti, dall’aprile 2004, quando è stato approvato dal Ministero della Salute l’uso del botulino anche per fini estetici, all’aprile 2005 sono stati effettuati 20mila trattamenti, ai quali negli altri otto mesi del 2005 se ne sono aggiunti 15mila.

Trattamenti con tossina botulinica, laser, filler, peeling vengono eseguiti in ambulatorio, senza anestesia o, tutt’al più, ricorrendo ad anestetici locali. Si tratta di interventi mininvasivi, ma dai risultati meno duraturi nel tempo e meno eclatanti (ma anche più “naturali”) di quelli ottenuti con la chirurgia. Gli italiani preferiscono sempre più i piccoli ritocchi, eseguiti senza ricovero, anche perché in genere non lasciano segni evidenti neppure nei primi giorni dopo l’intervento.

A guidare la scelta verso interventi “leggeri”, c’è il desiderio di una maggiore naturalezza, ma c’è anche un altro aspetto da considerare: quello dell’età. Non è strano vedere pazienti di 30 anni ed è evidente che chi è così giovane non ha bisogno di interventi importanti.

La filosofia che oggi domina è: prima si comincia, con piccoli ritocchi, più ci si mantiene e meno bisogna ricorrere, poi, a procedure più impegnative.

Oltre il 60% delle persone che si rivolge al dermatologo chiede consigli su come curare la pelle e mantenerla al meglio sia ricorrendo a cosmetici che a trattamenti estetici, aggiunge Antonino Di Pietro, presidente della Società Italiana di dermatologia plastica, a riprova dell’interesse verso interventi poco invasivi.

Ma quanti sono gli italiani che si fanno ritoccare?

Difficile avere dati precisi perché non esiste un registro nazionale. Oltretutto medicina e chirurgia estetica sono affidate a diversi specialisti: dal chirurgo maxillo-facciale all’otorino al dermatologo. Poi ci sono i medici estetici che seguono un corso di specializzazione di 4 anni che però non è ancora stato riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione. Specialisti vari a parte, poi, qualunque medico si può cimentare in trattamenti estetici, chirurgici e non, e quindi i dati della Sipre, Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, più che dare informazioni esaustive danno un’idea di come questo settore, anche per quanto riguarda la chirurgia “classica”, non conosca crisi. L’intervento che va per la maggiore è la blefaroplastica (ringiovanimento palpebre), seguita da rifacimento di naso e seno.

Parlando di interventi senza bisturi vanno per la maggiore peeling, tossina botulinica e filler. Quest’ultimi sono molto apprezzati in Italia mentre negli USA non riscuotono altrettanto successo.

Forse perché da noi la scelta è ampia: i preparati disponibili è ampia: i preparati disponibili in Europa sono circa 70 contro gli otto americani.

Di Antonella Sparvoli

redazione

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