Discromie emosideriniche: quali sono i rimedi?

Le statistiche dicono che sono in aumento e le aziende specializzate propongono di continuo nuove formule per eliminarle: sono le macchie della pelle (termine tecnico: discromie cutanee) che compaiono sul viso delle giovani donne in gravidanza, nelle utilizzatrici della pillola e nelle cinquantenni in menopausa. Eliminarle non è facile, tutt’al più si riesce a schiarirle. Ma come si formano e perché?

Quali sono le cause delle discromie della pelle?

Le cause sono diverse, spiega, e nella maggior parte dei casi sono riconducibili a un’anomala produzione di melanina, il pigmento di cui la pelle dispone per difendersi dai raggi ultravioletti. In una situazione del genere la melanina in eccesso tende a distribuirsi a macchia di leopardo e non in modo omogeneo. Nello stesso tempo la pelle non attiva il sistema di eliminazione della melanina inutilizzata e ciò favorisce il perdurare delle discromie, che possono essere chiazze scure, ruvide, un po’ rilevate o al contrario lisce e sottili.

Quali sono i rimedi contro le discromie cutanee?

Quali sono i rimedi, allora? È indispensabile intervenire sulla melanina, che è inequivocabilmente responsabile del problema. Ormai si punta sui filtri solari di ultima generazione come il biossido di titanio, che non viene assorbito e respinge le radiazioni. Molto gettonata la vitamina C nel suo doppio ruolo di schiarente e di regolatrice della produzione di melanina.

Molti utilizzano l’acido kogico, che esercita un’azione delicatamente esfoliante sulla superficie cutanea, simile a quella degli alfa-idrossi-acidi. Le formule sono spesso arricchite con principi attivi vegetali complementari, dall’achillea alla liquirizia. Un’avvertenza: per vedere gli effetti delle creme è consigliabile lasciar passare almeno un mese, il tempo necessario perché la melanina già in movimento concluda il suo iter e i prodotti di trattamento possano agire su un terreno “bonificato”.

Cosa sono le discromie emosideriniche?

Responsabile delle discromie, però, non è soltanto la melanina. L’attenzione dei dermatologi si è spostata ultimamente sulle macchie da emosiderina, una sostanza contenuta nel sangue e responsabile della diffusione dell’ossigeno nei tessuti. Quando i capillari sono particolarmente fragili (couperose) l’emosiderina tende a filtrare dal vaso e, essendo ricca di ferro, produce macchie brune: tipiche le occhiaie e i segni lasciati dalle iniezioni sclerosanti. In attesa di rimedi specifici e mirati, si consiglia di tenere sotto controllo la microcircolazione cutanea. Strumenti d’avanguardia come il laser possono aiutare, purché non si agisca troppo in profondità. Se così fosse, si rischierebbe di distruggere i melanociti, cioè le cellule di melanina, e alla fine si otterrebbe una macchia non più scura, ma bianca.

Prof. Antonino Di Pietro

Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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