Prof. Dr. Antonino Di Pietro

Ogni estate arriva la notizia di qualcuno ricoverato in ospedale per ustioni dopo essersi cosparso la pelle con un (presunto) abbronzante fai-da-te. E il 2001 non fa eccezione: la scorsa settimana una signora di Trevigiio e la figlia di 11 anni hanno rischiato di “bruciarsi” per colpa di un decotto di foglie di fico spaimato sull’epidermide. Solo uno dei tanti intrugli cui si attribuiscono, erroneamente, miracolose virtù in fatto di “tintarella”. Ne parliamo con il dottor Antonino Di Pietro. dermatologo a Milano.
Dottor Di Pietro, molti continuano a fidarsi di presunti abbronzanti fai-da-te, dalle foglie di fico alla birra, ritenendoli più “naturali”. Ma c’è un principio scientifico in tutto questo? “Assolutamente no. Anzi, sono metodi dannosi perchè nella migliore delle ipotesi occludono la pelle. Ma spesso purtroppo gli effetti sono ben peggiori, come nel caso di Treviglio. L’unica cosa che può davvero funzionare è assumere Betacarotene attraverso i vegetali che lo contengono”.
Allora un no tassativo a qualunque ricetta “solare” della nonna?
“Sì, vanno escluse in tutti i modi. Solo per difendersi dagli eritemi solari si può ricorrere a un rimedio fai-da-te: applicando cioè dell’amido sulla pelle, o in mancanza dell’amido, supplendo con del pane inzuppato nell’acqua. Magari avvolto in un fazzoletto di cotone per evitare lo sbriciolamento”.
Alcune regole per stare al sole?
“Evitare i raggi ultravioletti, più potenti dalle 11.30 alle 14.30: ustionano e sono causa di tumore alla pelle. Ma bisogna difendersi anche dai raggi infrarossi. Non basta stare sotto l’ombrellone se poi ci sottoponiamo a temperature che ci “cuociono” a fuoco lento: ci si deve bagnare spesso in mare o meglio ancora sotto la doccia, oppure con uno spruzzino”.